Global Sumud Flotilla: tra temporali, droni e ritardi è partita la missione navale verso Gaza più grande di sempre
Rinvio dalla Spagna, slittamento dalla Sicilia, sorveglianza con droni e appelli urgenti al governo italiano in una missione civile definita unica nel suo genere.
La Global Sumud Flotilla, iniziativa marittima civile e multilaterale guidata dalla società civile per portare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, è finalmente partita da Barcellona e si sta dirigendo verso Gaza. Nei prossimi giorni, con un po’ di ritardo rispetto al previsto, si uniranno convogli da Genova, Catania, Tunisi, e altri porti, che si ricongiungeranno in alto mare formando un’unica grande flotta umanitaria.
La spedizione, nata a metà 2025 e definita come la più grande missione civile di questo tipo mai organizzata, prevede il convoglio di oltre cinquanta imbarcazioni da 44 Paesi, per consegnare cibo, medicinali e assistenza medica direttamente alle popolazioni palestinesi assediate.
In Spagna, la prima fase è stata segnata da una falsa partenza: le imbarcazioni salpate da Barcellona hanno dovuto fare ritorno a causa del maltempo; la navigazione ripresa lunedì si è fermata nuovamente. Le imbarcazioni hanno quindi effettuato soste tecniche a Minorca e Maiorca per riparazioni.
Nel frattempo, in Italia, dopo alcune raccolte di cibo da record, la partenza dal porto di Catania, inizialmente prevista per il 4 settembre, è stata posticipata al 7 settembre, in attesa dell’arrivo delle imbarcazioni partite da Genova.
A bordo delle imbarcazioni già in mare è stata segnalata la presenza di droni di sorveglianza. Diversi Attivisti riferiscono che ogni nave avrebbe un drone sopra di sé, di origine al momento sconosciuta. Le minacce del governo israeliano sono arrivate quasi contestualmente: il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben‑Gvir, ha dichiarato che i partecipanti potrebbero essere considerati “terroristi” e posti in detenzione prolungata, anziché essere deportati come in passato.
La deputata italiana Maria Elena Delia, portavoce della missione, ha lanciato un appello urgente: è necessario il sostegno diplomatico e la protezione del governo italiano per garantire la sicurezza degli italiani a bordo. La tensione è cresciuta anche per un recente avvistamento: un velivolo militare israeliano atterrato a Sigonella ha fatto scattare sospetti e proteste politiche. Il leader di AVS, Angelo Bonelli, ha denunciato possibili attività di sorveglianza della flottiglia, ma lo Stato Maggiore ha chiarito si trattava di un atterraggio tecnico per supporto logistico, senza armi o equipaggiamenti.
La mobilitazione civile in Italia e nel mondo è stata intensa. Grandi manifestazioni hanno accompagnato la partenza da Genova e Barcellona, con decine di migliaia di persone a salutare le imbarcazioni. L’eccezionalità della missione risiede nella sua natura: una spedizione civile, nonviolenta, che vuole rompere un blocco navale ritenuto illegale, per aprire un corridoio umanitario diretto sul modello di attivismo responsabile e resiliente.







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