Anche l’Emilia-Romagna ha interrotto i rapporti con Israele
Anche l’Emilia-Romagna interrompe i rapporti diplomatici con Israele mentre la Toscana chiede il riconoscimento dello stato della Palestina.
Dopo la Puglia, anche l’Emilia Romagna ha interrotto le relazioni istituzionali con Israele. Il motivo non ha bisogno di molte spiegazioni. Si tratta di una condanna ferma a Israele, ai bombardamenti che, oltre a distruggere Gaza, sono causa di morte per decine di migliaia di civili, soprattutto bambini. L’interruzione comporta la sospensione di incontri diplomatici con rappresentanti del Governo di Israele e di eventi in collaborazione.
Una scelta dal valore economico, ma soprattutto politico. Dopo la Puglia, già a gennaio scorso aveva iniziato il comune di Bari a condannare i crimini di guerra in corso nella striscia di Gaza, l’Emilia-Romagna ha preso la stessa decisione. Il presidente Michele de Pascale ha interrotto i rapporti con Israele, ma per evitare accuse di antisemitismo ha promosso la pace tra israeliani e palestinesi e ha condannato la violenza di Hamas. La decisione è stata diffusa attraverso una lettera inviata alla Giunta e a tutti i direttori generali e dirigenti della Regione e delle Agenzie regionali a essa collegate.
«A fronte delle gravissime violenze in atto nella Striscia di Gaza, che continuano a colpire duramente la popolazione civile – come dimostrano anche i drammatici eventi degli ultimi giorni a Rafah – e in considerazione del procedimento avviato dalla Corte Penale Internazionale nei confronti del Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, vi invito a interrompere ogni forma di relazione istituzionale con i rappresentanti del suddetto Governo e con tutti i soggetti a esso direttamente riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di porre fine al massacro in corso, fino a che il rispetto del diritto internazionale non venga ripristinato».
Dopo la Regione anche il Comune di Bologna ha interrotto le relazioni con Israele, “fino a che il rispetto del diritto internazionale non venga ripristinato”, e il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, ha annunciato l’approvazione di una mozione per chiedere al governo italiano il riconoscimento dello Stato palestinese, come aveva già fatto in precedenza il comune di Bari. La Toscana starebbe valutando di seguire l’esempio di Puglia ed Emilia-Romagna.
Non si è fatto attendere il commento del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha tenuto a precisare che la politica estera è una prerogativa del governo e non delle regioni. Al di là delle prerogative, il governo Meloni fa fatica a condannare le azioni ingiustificate del primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu.
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Leggi il nostro approfondimento sulla Marcia verso Gaza.







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