I costi ambientali dello sviluppo della superintelligenza artificiale sono enormi
Mark xuckerberg punta alla superintelligenza artificiale. Quali sono i costi ambientali di scelte così mastodontiche?

Intelligenza artificiale, anzi superintelligenza artificiale. Guardano a questo nuovo orizzonte gli investimenti di Mark Zuckerberg che, dopo aver creato i Meta Superintelligence Labs assumendo ricercatori di OpenAI, Safe Superintelligence, Apple e di altre aziende, ha annunciato la costruzione di enormi data center per sviluppare modelli AI sempre più potenti. Tra le novità, secondo quanto riportato dal New York Times, Meta potrebbe modificare anche la strategia che fino adesso l’ha premiata: abbandonare il modello di intelligenza artificiale open source più potente dell’azienda, Behemoth, in favore dello sviluppo di un modello chiuso.
Tornando alla costruzione dei data center, Zuckerberg ha annunciato che il primo, denominato Prometheus, verrà realizzato in Ohio e sarà pronto entro il 2026. Il secondo si chiamerà Hyperion, verrà realizzato a Richland Parish (Louisiana) e avrà una potenza massima di 5 GW. Oggi la maggior parte dei data center arrivano a consumare centinaia di megawatt.
Uno dei problemi al centro dello sviluppo delle superintelligenze artificiali sarà proprio il consumo di energia. I data center necessitano infatti di grandi quantità di energia e acqua. L’energia viene solitamente fornita da centrali a gas o nucleari, costruire i data center nei dintorni sarebbe la soluzione migliore, di certo non la più sostenibile. Per l’acqua? Ne serviranno milioni di litri al giorno e le conseguenze non saranno poche.
In Georgia, a seguito della costruzione del data center di Meta a Newton County, molti pozzi sono stati distrutti, i rubinetti sono a secco e il costo dell’acqua si stima che aumenterà, nel corso dei prossimi due anni, del 33%. Nella città americana, inoltre, l’acqua ha cambiato colore, è marrone a causa dei depositi smossi durante la costruzione. Ogni mese serve cambiare i filtri.
Situazioni critiche si registrano già anche in altri stati, eppure le grandi aziende tech sembrano intenzionate a proseguire senza sosta nello sviluppo di strutture mastodontiche. Solo il data center Hyperion avrà una superficie pari a quella di Manhattan. Il prezzo da pagare ha un costo ambientale non indifferente. Anche l’impatto sull’energia elettrica non è da meno. Secondo alcune stime, entro il 2030 i data center potrebbero arrivare a consumare il 20% dell’elettricità totale degli Stati Uniti, rispetto al 2,5% del 2022.
Con lo sviluppo delle superintelligenze artificiali come verranno risolte le tensioni tra le esigenze tecnologiche e il benessere delle comunità locali?
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