È uscita anche la terza e ultima parte del sesto report Ipcc sulla mitigazione del cambiamento climatico. Che cosa dice? Abbiamo ancora margine di azione? E quali sono le priorità? Intanto l’Ue sembra voler dare un’accelerata sulla moda sostenibile.
Mentre le elezioni in Serbia e Ungheria riconfermano i due leader di destra, filoputiniani, Orban e Vucic, l’Europa scopre gli orrori della guerra. L’esercito russo che si ritira da Bucha e da altre città lascia dietro di sé una miriade di cadaveri per strada che fanno gridare ai crimini di guerra, se non al genocidio e segnano un’ulteriore svolta nel conflitto. Il governo russo, tuttavia, parla di messinscena. E allora cerchiamo di capire, coi pochi mezzi che abbiamo, ma armati di spirito critico, quale versione è più plausibile.
È un vero cessate il fuoco, quello annunciato da Putin? O è solo una tattica per riorganizzarsi? E gli Stati Uniti e il Regno Unito stanno cercando di boicottare i negoziati o sono semplicemente scettici verso le intenzioni di Putin? Come è andata alla fine la votazione sul DL Ucraina in Senato? E perché i portuali di Genova stanno scioperando? Tante domande a cui cercheremo di dare qualche risposta. E non perdetevi, verso la fine, il contributo di Francesco Bevilacqua, caporedattore di Italia che Cambia, in partenza questa mattina per Leopoli assieme a una carovana umanitaria.
Mentre continuano dei timidi segnali di de-escalation, torniamo a volgere lo sguardo a lato del conflitto, per osservare alcuni effetti collaterali. Ad esempio il fenomeno della cosiddetta shrinkflation, o il teatrino del Parlamento italiano sul DL Ucraina. Parliamo anche di una interessante ricerca che mostra come uno stile di vita più sano sia il miglior modo per tutelare la salute (e diminuire la spesa pubblica).
Mentre i negoziati fra delegazioni russa e ucraina a Istanbul aprono qualche spiraglio su una risoluzione pacifica del conflitto, tutto attorno succedono cose strane. Ad esempio, la Banca Centrale russa fissa un cambio fra rublo e oro che potrebbe restaurare una sorta di Gold standard per la moneta russa. Stati uniti e Filippine organizzano una grande esercitazione militare in zone dove è alta la tensione con la Cina. E ancora. rappresentanti dei governi di Cina, Russia, Stati Uniti e Pakistan si trovano per parlare della situazione in Afghanistan.
Stacchiamo per un giorno dalla guerra per fare una panoramica di alcune notizie interessanti uscite in questi giorni. E no, lo schiaffo di Will Smith a Chris Rock durante la notte degli Oscar non è fra queste. Parliamo, piuttosto, di un’inchiesta sulle scorie nucleari gettate sui fondali oceanici, dell’allentamento delle restrizioni Covid e di quello che ci aspetta dopo, del pronunciamento del Ministero della Transizione Ecologica sulla proposta di legge sulla Caccia selvaggia e infine di come costruire città più ecologiche e felici.
Piovono missili, in giro per il mondo. Non solo in Ucraina, ma in Arabia Saudita, in Corea del Nord. Forse l’eccezione siamo stati noi occidentali, che abbiamo fatto finta che la guerra non ci appartiene solo perché le guerre per le nostre risorse si combattono altrove. Forse homo sapiens è una specie aggressiva e bellicosa. Eppure, qualcosa possiamo farci. Abbiamo tre opzioni.
Per un po’ di giorni abbiamo parlato di altro, ma è il momento di tornare a parlare di Ucraina. Dall’ulteriore invio di armi all’aumento della spesa militare di molti paesi, alle posizioni di Bielorussia e Polonia, a quella della Cina, dalla risoluzione dell’Onu alla decisione della Russia di accettare solo pagamenti in Rubli, per arrivare all’estromissione di Alessandro Orsini dalla Rai e alle possibili risoluzioni del conflitto. E allo sciopero di Fridays For Future per la pace e la giustizia climatica.
Cosa prevede il Ddl Concorrenza per quanto riguarda i servizi pubblici locali? E perché tanti comuni stanno approvando mozioni per chiedere al governo dell’articolo 6? E cosa ha a che fare questo con la privatizzazione dell’acqua?
I negoziati in Ucraina sono fermi, e allora il movimento pacifista nonviolento europeo fa una proposta a metà fra il folle e il geniale: organizzare un enorme convoglio pacifista con cui occupare i terreni dello scontro. Intanto, anche gli altri conflitti nel mondo proseguono. Da quello in Yemen, alla guerra dei Narcos in Messico, al conflitto armato nell’Est del Congo.
Bovini geneticamente modificati made in Usa, boom dell’autoproduzione alimentare in Italia, rischi e opportunità della crisi petrolifera secondo il segretario Onu e l’International Energy Agency. E ancora, temperature folli in Antartide, sbiancamento dei coralli in Australia e megattere non più a rischio estinzione. Tante notizie, oggi, per tutti i gusti.
La guerra in Ucraina prosegue, nonostante i negoziati. E diventa sempre più difficile ricostruire i fatti. I fatti evaporano, sommersi dalle opinioni. E le opinioni spesso confondono, invece di chiarirci le idee.
Arriva la tanto attesa roadmap del governo che detta i tempi dell’abolizione delle restrizioni per il Covid. Più o meno. Intanto in Corsica si scatenano le proteste degli indipendentisti, a poche settimane dalle elezioni presidenziali. E in Italia non piove da tre mesi. E il petrolio scarseggia. E c’è un nuovo fenomeno di sbiancamento dei coralli nella grande barriera corallina.
La guerra in Ucraina ci porta sul baratro della carestia e mostra ancora una volta la scarsa resilienza alimentare dei nostri sistemi. In molti sostengono che dovremmo tornare a disboscare per creare nuovi campi coltivati. Ma è davvero una soluzione? Intanto l’Amazzonia, secondo un nuovo studio, potrebbe essere sul punto di trasformarsi in una prateria. E in Europa si inizia a discutere seriamente di diritto alla riparabilità.
Paradossi. Come l’ultima decisione dei vertici di Meta, la società proprietaria di Facebook e Instagram, di tollerare discorsi di odio online sulle proprie piattaforme, a patto che sia anti-russo. O come quello, sorprendente e positivo, di essere di colpo tutti d’accordo sulla necessità di accogliere chi scappa da una guerra. O di condannare Putin che incarcera i giornalisti non allineati, ma poi accettare che Julian Assange venga estradato negli Stati uniti dove rischia persino la pena di morte. O di mandare a incenerimento 220 milioni di mascherine nuove, ancora incartate, mai usate.
Sosteneva Cechov che se in scena compare una pistola, prima o poi sparerà. Ecco, lo stesso si può dire per le armi nel mondo. Se riempiamo il mondo di armi, non possiamo meravigliarci se poi ci sono le guerre.
Si fa sempre più pesante la situazione in #Ucraina. Sia per gli ucraini, giunti ormai alla terza settimana di conflitto sul loro territorio nazionale, sia per il resto d’Europa che da un lato vede lo scontro avvicinarsi al confine con la Polonia, dall’altro ne patisce già le conseguenze dal punto di vista #energetico e alimentare (con il rischio di importare #ogm).
Questa sensazione, che ci attanaglia, che il mondo intero stia precipitando nel baratro della guerra, è molto relativa. Una buona parte del mondo, dal baratro della guerra non ci è mai uscito. Facciamo un giro per il mondo a scoprire quali sono gli altri conflitti, meno mediatici di quello in Ucraina, ma altrettanto cruenti.
Le ultime novità sulla guerra in Ucraina e sui corridoi umanitari più alcune riflessioni sull’utilità di inviare armi, sulla difficoltà di comprendere cosa accade e su come affrontare la guerra informativa. Parliamo anche di una importante novità che riguarda il fotovoltaico domestico.
In attesa di chiarire le ultime vicende sull’attacco alla centrale nucleare, facciamo il punto sul resto. Ripartono i negoziati, fra richieste di cessate il fuoco e mire espansionistiche, vediamo come sono andati. Intanto si moltiplicano le iniziative di boicottaggio “a casaccio” verso i russi e la Russia. Parliamo anche dell’incontro fra Extinction Rebellion – Ultima generazione e il Ministro Cingolani e delle ultime sulla gestione della pandemia nel mondo.