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16 Luglio 2025
Podcast / Io non mi rassegno

Ad Augusta un disastro ambientale dopo l’altro, bruciano i rifiuti dell’azienda Ecomac – INMR Sicilia #16

L’incendio allo stabilimento Ecomac di Augusta, i rifiuti che danneggiano il cicloturismo e l’economia, la nave della Freedom Flotilla Coalition diretta a Gaza partita da Siracusa, il primo raingraden a Catania.

Autore: Redazione Sicilia che Cambia
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Trascrizione della puntata

Un grosso incendio è divampato nello stabilimento per il trattamento di rifiuti Ecomac ad Augusta sabato 5 luglio intorno alle 10:30. Ha preso fuoco del materiale plastico che ha prodotto una vasta nube di fumo nero visibile anche da Siracusa e Catania. Si tratta del secondo grande incendio scoppiato nello stabilimento in tre anni: il primo è avvenuto ad agosto agosto 2022.

Per spegnere l’incendio di qualche giorno fa sono stati necessari parecchi giorni eppure in un primo momento la politica non ha dato la giusta rilevanza a quanto accaduto. Il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare, ha firmato solo nel pomeriggio un’ordinanza in cui si suggeriva di rimanere in casa al chiuso per la tutela della salute pubblica. Nessun allarmismo è stata la parola d’ordine per giorni. “Non si registrano situazioni di allarme per i principali inquinanti monitorati (anidride solforosa, ozono, biossido di azoto e benzene). I valori rilevati risultano ampiamente al di sotto dei limiti di legge previsti per la tutela della salute pubblica. Si evidenziano, in alcune ore della giornata e in determinate zone, valori più alti di sostanze volatili, riconducibili con ogni probabilità agli effetti dell’incendio. Al momento si tratta di picchi temporanei che non comportano superamenti dei limiti di sicurezza. Per le diossine, che rappresentano una delle sostanze più delicate da monitorare dopo incendi di questo tipo, sarebbe stato necessario attendere gli esiti delle analisi specifiche, che richiedono tempi tecnici più lunghi e che attendiamo da parte di ARPA” è stata la dichiarazione del Libero Consorzio Comunale di Siracusa all’indomani dell’incidente.

Nell’ arco di pochi giorni si è passati da da nessun allarmismo all’ordinanza di 7 comuni (Siracusa, Priolo, Floridia, Solarino, Melilli, Sortino, Augusta), in via precauzionale e in attesa dei risultati da parte di ARPA Sicilia, di utilizzare esclusivamente acqua minerale in bottiglia per uso alimentare e igiene orale; e l’uso di alimenti confezionati e prodotti ortofrutticoli provenienti da territori non interessati dalla nube.

La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta per determinare le cause dell’incendio. Solo il 10 luglio il sindaco di Mare a seguito di comunicazione da Arpa Sicilia, che riferisce valori di diossine e furani “esagerati”, ha presentato una denuncia contro Ecomac per disastro ambientale, anticipando anche la costituzione di parte civile in eventuale procedimento. 

In generale, l’emergenza sembra essere stata gestita in ritardo, Il prefetto di Siracusa ha diramato una nota soltanto nel pomeriggio dello stesso giorno, quando la nube aveva già raggiunto Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa. Solo in quel momento si è raccomandata l’adozione di misure precauzionali.

Ancora più tardivo è stato l’intervento del sindaco di Priolo che ha firmato un’ordinanza “urgente” il giorno successivo all’incendio, invitando i cittadini a restare in casa  mentre piazze, strade, bar e lidi erano ancora affollati, nonostante i forti odori irritanti, riconducibili verosimilmente a diossine e composti volatili.

L’incidente, inoltre, ha messo in evidenza una grave lacuna: l’assenza di un Piano comunale di Protezione civile aggiornato e adeguato alle nuove esigenze del territorio. Il sindaco Giuseppe Di Mare ha annunciato che il nuovo piano sarà pronto entro il mese di ottobre. 

Lo stabilimento Ecomac non è nuovo a questi eventi, trattando principalmente rifiuti plastici e vetrosi non è sottoposto alla direttiva Seveso per la prevenzione dei rischi di incidenti industriali negli impianti in cui sono presenti sostanze chimiche pericolose. Tuttavia tra i rifiuti che la Ecomac stoccava figurano anche rifiuti pericolosi come toner, elettroliti di batterie e accumulatori apparecchiature fuori uso contenenti clorofluorocarburi, tubi fluorescenti e altri componenti contenenti mercurio. Tutti materiali altamente infiammabili, che imponevano l’attuazione di una serie di accorgimenti volti a scongiurare il pericolo incendio.

A una settimana e oltre dall’incendio arrivano i primi dati, per quanto poco chiari, confermano i dubbi dei tanti cittadini: la diossina è molto oltre la soglia stabilita dall’Oms. I cittadini, stanchi di sentirsi dire che tutto va bene, stanno raccogliendo adesioni per un esposto popolare: un’azione legale collettiva, pubblica, trasparente.

Vogliono denunciare la recidività dell’incendio Ecomac (2022 e 2025), l’inadeguatezza dei piani di emergenza, le responsabilità aziendali e la gestione istituzionale lenta, inefficace, frammentata. Non accettano che, ancora una volta, tutto venga dimenticato nel giro di una settimana.

Restiamo in questo territorio per raccontarvi altre notizie e sottolineare come inquinare non solo sia antiecologico, ma anche antieconomico. 

Questa provincia meravigliosa è uno dei territori siciliani con alto potenziale cicloturistico, l’emergenza rifiuti rischia di mettere in ginocchio un comparto che ha finora rappresentato una vera e propria boccata d’ossigeno per molte piccole imprese e startup locali. Secondo una denuncia fatta dal Cna Siracusa (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) e pubblicata dal Siracusa Post, alcune agenzie e operatori turistici della zona hanno registrato un preoccupante aumento delle cancellazioni per la stagione 2025. Le percentuali si aggirerebbero, secondo le segnalazioni, tra il 20 e il 25% delle prenotazioni annullate.

La causa sarebbe il degrado ambientale lungo le principali arterie stradali percorse dai cicloturisti. Chi sceglie di scoprire un territorio in sella a una bici incontra strade invase dai rifiuti, gli operatrice cicloturistici attivi nel territorio sono costretti a modificare il percorso dei vari tour, cercando di spiegare e giustificare. 

La bellezza di un luogo non si misura solo nei panorami, nei monumenti o nella cultura: si riflette nella cura che una comunità riserva al proprio territorio. E quando questa cura viene meno, le conseguenze sono tangibili e profonde.

Il 13 luglio Handala è partita dal porto di Augusta. Una nave civile carica di aiuti umanitari e un messaggio di solidarietà da parte delle persone di tutto il mondo per Gaza.

Questa missione si svolge a poche settimane dall’attacco illegale alla Madleen, un’altra nave della Freedom Flotilla che era partita da Catania, sequestrata illegalmente da Israele in acque internazionali.

La nave prende il nome da Handala, il personaggio dei fumetti palestinese: un bambino rifugiato a piedi nudi che volta le spalle all’ingiustizia e che ha giurato di non voltarsi finché la Palestina non sarà libera. Questa imbarcazione porta con sé il suo spirito e quello di ogni bambino di Gaza a cui sono stati negati sicurezza, dignità e gioia. 

I bambini di Gaza – che rappresentano oltre la metà della popolazione – vivono sotto un assedio brutale da tutta la vita. Dal mese di ottobre 2023, più di 50.000 sono stati uccisi o feriti, decine di migliaia sono orfani, e quasi un milione è stato sfollato con la forza, senza più una casa. Ora affrontano fame, malattie e traumi che pochi di noi possono immaginare. Questa missione è per loro.

Per mitigare il rischio idraulico in ambito urbano, nei prossimi mesi al Tondo Gioeni di Catania sarà allestito un rain garden, un “giardino della pioggia”, progettato da IRIDRA e dal dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania in collaborazione con la Direzione Ecologia e Ambiente del Comune di Catania. La struttura rientra nel progetto europeo CARDIMED – Climate Adaptation and Resilience Demonstrated in the Mediterranean Region (Horizon Europe 2020).

È un approccio innovativo che riconosce le acque piovane come una risorsa preziosa. La crescente urbanizzazione ha contribuito all’aumento delle superfici impermeabili compromettendo il naturale ciclo idrologico, riducendo i processi di infiltrazione e aumentando il deflusso superficiale. Le reti esistenti, spesso obsolete e sottodimensionate rispetto alle attuali condizioni pluviometriche, non sembrano essere adeguate a garantire la sicurezza idraulica dei territori.

Le soluzioni basate su processi naturali, come il “raingarden”, mirano a una gestione diffusa e localizzata dei deflussi mediante diverse tecniche che contribuiscono al miglioramento della qualità dell’acqua, al ripristino del bilancio idrico e prevenzione del rischio idraulico, al rafforzamento della biodiversità ed il miglioramento del paesaggio urbano, offrendo al contempo benefici ambientali, sociali ed economici.

Affinché tali soluzioni basate sulla natura siano efficaci e sostenibili nel tempo, è fondamentale il coinvolgimento attivo delle comunità locali. È uno degli obiettivi del progetto. La promozione di processi partecipativi, orientati alla sensibilizzazione, alla co-progettazione e alla responsabilizzazione collettiva, rappresenta un elemento chiave per favorire l’accettazione sociale, stimolare una trasformazione culturale verso modelli di gestione condivisa e resiliente delle risorse naturali.

In Sicilia, culla di biodiversità e cultura contadina, un piccolo frutto antico torna protagonista grazie alla scienza: la mandorla “attivata”. Con il Progetto BIOMA – acronimo di BIOlogico e MAndorla – agricoltura rigenerativa, ricerca nutrizionale e innovazione si intrecciano per valorizzare la mandorla siciliana, con l’obiettivo ambizioso di trasformarla in un alimento ancora più ricco di proprietà benefiche. Un’iniziativa che guarda al futuro della salute, dell’ambiente e dell’economia rurale. La mandorla siciliana è infatti un tesoro agricolo e culturale, un simbolo di resilienza, biodiversità, cultura e identità, che affonda le sue radici nella storia della Sicilia. 

Kore Siciliae è un progetto che racconta i sapori enogastronomici e la cultura dei territori della provincia di Enna grazie alla collaborazione di piccole imprese locali, protagoniste di un cambiamento strutturale e positivo. Riunite in consorzi, cooperano per la valorizzazione delle eccellenze tipiche attraverso un format di turismo esperienziale che si affianca a quello delle bellezze archeologiche e ambientali, alle tradizioni, alle abitudini alimentari e agli stili di vita artigianali di un tempo. Kore Siciliae è anche un marchio che riunisce i prodotti enogastronomici che rappresentano in modo identitario il territorio del Geopark Rocca di Cerere all’interno del quale sono distribuite tutte queste piccole aziende locali. Un modello innovativo che può essere senz’altro di ispirazione per altri territori italiani e non.

È in corso da qualche giorno il SiciliAmbiente Film Festival, giunto alla diciassettesima edizione, un evento internazionale dedicato al cinema indipendente che attraverso proiezioni, concerti, dibattiti, panel, incontri con i registi, mostre, laboratori per bambini e ragazzi, escursioni alla scoperta del territorio e masterclass per gli “addetti ai lavori”, tratta il tema dell’ambiente e dei diritti. Come ha dichiarato Antonino Bellia, direttore artistico del festival, per fortuna “negli ultimi anni è stato sdoganato il concetto per cui il rispetto dell’ambiente passa per il rispetto dei diritti, qualche anno fa si faceva ancora fatica a fare comprendere che parlare di ambiente significa parlare di diritti e non solo”. Un racconto sfaccettato che Italia che Cambia propone da oltre 12 anni.

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