Concludiamo la rassegna dei paesi scossi da proteste, in questo autunno caldo non solo dal punto di vista climatico, con la situazione in Iran e Iraq, il primo che ha a che fare con il malcontento dovuto all’aumento dei carburanti e il secondo dilaniato da scontri molto più violenti, che hanno causato centinaia di morti. Nel frattempo Sidney e Bristol hanno un grosso problema di inquinamento, ma a New Delhi hanno trovato una soluzione. Forse.
Frullato di notizie nella puntata di oggi: parliamo degli scontri a Hong Kong e delle dichiarazioni del governo Cinese, dei documenti riservati che sempre in Cina sono trapelati dal governo e pubblicati dal New York Times sulla persecuzione degli Uiguri, degli omicidi dei giornalisti in Messico, delle miniere di mica in Madagascar, e dei rischi per la salute legati ai cambiamenti climatici.
Gli scontri a Hong Kong stanno degenerando, con la polizia che ha fatto irruzione nelle scuole e l’esercito cinese che sembra sul punto di intervenire. Ma da dove hanno origine le proteste? E cosa sta succedendo in queste ore? Parliamo anche di plastica, e di come i nostri consumi stanno contaminando la catena alimentare in Indonesia, e del Sardex, una moneta che sta cambiando l’economia della Sardegna.
Oggi parliamo di elefanti nella stanza (a proposito di Taranto e Venezia), ma anche degli incendi in Australia e degli allagamenti nel Regno Unito. Anche se la notizia più interessante del giorno, di cui nessuno parla, è forse uno storico cambio di rotta dell’Ue nelle sue politiche d’investimento. Novità interessanti anche in Thailandia, con il governo che decide di vietare il glifosato e altri pesticidi, ma incontra l’opposizione degli Usa.
I giornali titolano con l’acqua alta a Venezia, ma oggi ci concentriamo più sull’approfondire fatti meno conosciuti: quali sono i veri motivi del declino di Roma? E cosa sta succedendo in Kashmir, la regione più a nord dell’India teatro di violentissimi scontri? E ancora, riuscirà Fukushima a riconvertirsi in un hub mondiale delle energie rinnovabili?
Venezia e Matera finiscono sott’acqua per via dei cambiamenti climatici (e della cattiva gestione), così il governo decide di raddoppiare il budget per l’ambiente e la prevenzione del dissesto idrogeologico nella manovra 2020. Nuovi studi mostrano che negli Usa negli ultimi 100 anni gli uragano sono diventati tre volte più frequenti e molto più devastanti e che il crollo della biodiversità ci costa ogni anno 1,5 volte il pil mondiale. In Bolivia invece, dietro al presunto colpo di stato potrebbe esserci la questione del litio.
La situazione in Bolivia si fa sempre più calda. Il presidente Evo Morales, appena rieletto, si è dimesso ed è fuggito in Messico, gridando al golpe, mentre per le strade infuriano le proteste. Ma qual è la situazione reale? E di chi sono le responsabilità di questa escalation? Intanto continua il tira e molla fra governo e ArcelorMittal sull’Ilva, mentre escono report poco allegri sul clima.
L’attentato ai militari italiani in Iraq domina le prime pagine dei giornali. Ma di cose ne sono successe ieri nel mondo! Le elezioni in Spagna hanno prodotto risultati incerti, con i socialisti che si confermano primo partito ma senza possibilità di creare un governo e l’estrema destra che avanza. In Bolivia si è dimesso il presidente Evo Morales, al quarto mandato, mentre Cina e Usa si preparano alla transizione ecologica.
Mentre si continua a parlare della questione Ilva il mondo ci mette di fronte ai danni che abbiamo causato al sistema-clima: un ottobre con caldo da record, inondazioni in Somalia con oltre 300.000 sfollati, ghiacciai che si sciolgono più rapidamente del previsto. Cosa facciamo come umanità di fronte a questa crisi? E se lo chiedessimo a un computer?
Sulle prime pagine dei giornali continua a tenere banco la questione Ex Ilva, con il governo e ArcelorMittal che hanno aperto un tavolo di trattativa. Negli Usa il presidente Trump vive un periodo difficile, fra crisi di consensi, impeachment e diti medi. Mentre un nuovo rapporto fa luce sul mondo dei rifiuti speciali.
Continuano le indiscrezioni sul futuro dell’Ilva. Intanto 11mila scienziati firmano un nuovo appello per spingere i politici ad agire sul tema dei cambiamenti climatici, mentre la Nasa pubblica nuove sconcertanti stime sull’innalzamento delle acque del mare. 150 milioni di persone potrebbero finire sott’acqua entro il 2050. In India, a New Dehli l’emergenza inquinamento sta mettendo in ginocchio la città e ha bloccato persino il traffico aereo, a causa della visibilità ridotta dovuta allo smog.
Che sta succedendo all’Ilva di taranto e perché la multinazionale indiana ArcelorMitta ha dichiarato di voler lasciare? E cosa ha a che fare l’uccisione di due indios dell’Amazzonia con il lavoro di Flaviano Bianchini e con l’ultimo sinodo dei vescovi della chiesa cattolica? Intanto gli Stati uniti avviano ufficialmente la procedura per uscire dagli accordi di Parigi mentre uno studio tedesco mostra una situazione drammatica per quanto riguarda la scomparsa degli insetti.
Mentre nel nostro paese continua il dibattito sulla plastic tax e le bioplastiche nel mondo succedono fatti anomali: la Germania ha un problema con una nuova ondata di nazismo, in Cile e Iraq continuano le proteste e Trump deve affrontare una procedura di impeachment. In tempi di crisi sistemica non ci si annoia.
Da mesi l’argomento Brexit domina le prime pagine dei giornali, eppure non è facile capire esattamente cosa sta succedendo. Per questo abbiamo deciso di dedicare alla faccenda un approfondimento verticale, che parte dal rapporto tradizionalmente ambivalente dell’Uk con l’Unione europea e arriva ai goffi tentativi di Boris Johnson di uscire senza un accordo (no-deal) e alla speranza dell’opposizione di tornare al voto con un nuovo referendum (people’s vote). La questione Brexit ci da anche modo di riflettere sulla democrazia.
La manovra economica del governo e la fusione fra Fiat Chrysler e Peugeut dominano i giornali di oggi. Ma cosa c’è dietro alla tassa sulla plastica contenuta nella manovra? E come mai due colossi dell’auto decidono di fondersi?
Un milione di persone in piazza in Cile, nonostante le dimissioni del governo, centinaia di migliaia in Libano e Iraq. Cosa sta succedendo ai due estremi opposti del mondo? E le manifestazioni sono una risposta sensata alla crisi del sistema? Parliamo anche dei finanziamenti controversi di Google, di Cambiamenti climatici (e del perché gli scienziati tendono a minimizzare) e di tanto altro.
Cinquant’anni fa nasceva Internet, e in pochi se ne accorgevano. Oggi la mole di dati e la possibilità per aziende e governi di fare campagne sempre più mirate e indirizzare i gusti delle persone pone nuovi problemi e interrogativi. Mark Zuckerberg è dovuto comparire di fronte al congresso americano per spiegare le scelte di Facebook, mentre in una intervista da Joe Rogan Edward Snowden svela le ultime evoluzioni nelle tecnologie di sorveglianza e controllo.
Questa prima puntata è dedicata soprattutto alla politica, dato che ieri si sono svolte le elezioni regionali in Umbria, con la vittoria del centrodestra, e quelle politiche in Argentina, che hanno visto il trionfo del peronista Fernandez, mentre si avvicinano le primarie negli Stati Uniti e proseguono le rivolte in Cile.
In questa puntata speciale di approfondimento analizziamo la situazione delicata al confine fra Turchia e Siria dopo il ritiro delle truppe statunitensi e l’attacco militare di Erdogan ai Curdi. Una situazione determinata da interessi economici e convenienze politiche, che rischia di spazzare via nel sangue migliaia di vite umane e uno degli esperimenti di democrazia più interessanti degli ultimi anni.