10 Mag 2024

Mare aperto 2024: la guerra in casa nostra – INMR Sardegna #29

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Oggi parleremo della mega esercitazione della NATO in Sardegna, “Mare aperto 2024”, che coinvolge inoltre 13 università italiane e 9.500 soldati da 22 nazioni. Vedremo un po’ di cosa si tratta ma prima ritorneremo sull’emergenza siccità, tra agricoltori allo stremo e l’ipotesi sempre più concreta di un’estate che in alcune zone dell’Isola sarà senza acqua. Parleremo poi di Diritti e servizi alle mamme perché Save the children ha pubblicato un focus sul benessere delle madri e la Sardegna non è per niente messa bene, infine una notizia che un po’ ci rallegra un po’ ci fa paura: la nomina ovvero di Cala Mariolu come spiaggia più bella d’Europa, e la seconda più bella del mondo. Vi racconteremo poi gli articoli della settimana su Sardegna che cambia e avremo qua un contributo audio di Stefano Deliperi del Gruppo di Intervento Giuridico sulla nuova sospensiva approvata dalla Giunta Todde in merito all’assalto alle rinnovabili nell’Isola. In chiusura come sempre, festival e eventi in arrivo per il weekend.

Tra le notizie che ha girato maggiormente in settimana, quella che elegge Cala Mariolu a Baunei come la spiaggia più bella d’Europa, seconda più bella del mondo. Lo ha sancito il sito statunitense «The World’s 50 Best Beaches», con grande gioia del sindaco Stefano Monni, che ha dichiarato per l’occasione che: «Per Baunei si tratta di un importante riconoscimento che porta il paese e le nostre spiagge alla ribalta mondiale». In apertura vi dicevamo che non sappiamo se essere felici o preoccupati di questo riconoscimento: proprio l’Ogliastra qualche anno fa è stata teatro – dopo il video di un influencer che mostrava il luogo definito come un paradiso naturale e indicava come raggiungerlo – di una letterale invasione in una delle piscine naturali presenti nell’entroterra, tale da determinare l’intervento dell’amministrazione nel controllo, blocco e contenimento dei flussi turistici. Questi ultimi avevano infatti determinato un forte e negativo impatto sull’area, tra rifiuti, calpestio indiscriminato, modifiche improvvisate ai sentieri e azioni di incuria e come il taglio di rami. Ecco, ciò che ci rincuora è che in merito il sindaco ha chiarito fin da subito la volontà di tutela della cala: «a Cala Mariolu sono ammesse al massimo 700 persone alla volta, e gli accessi sono strettamente controllati dal personale sul posto». Questo, chiaramente, allo scopo di «preservare un ecosistema da sogno ma al contempo fragile». Speriamo nelle politiche di tutela dei luoghi ma anche nel buonsenso delle persone, che per imparare a stare al mondo avendone cura non si è mai troppo grandi.

Restiamo sul tema ambiente e parliamo ancora di un’emergenza siccità che non si placa. Come scrive Claudio Zoccheddu su La Nuova Sardegna, le possibilità sono due: la prima che piova molto (ma è un’ipotesi remota) e l’emergenza idrica rientri salvando la stagione estiva oppure la seconda, più probabile, che agricoltori e allevatori dovranno arrangiarsi in qualche modo per sopravvivere, comprese anche le località turistiche. L’allarme infatti per quanto riguarda la siccità nell’Isola risuona da tempo. L’esempio plastico arriva dal distretto idrico che serve Budoni, San Teodoro, Siniscola, Posada e Torpè. Dice Ambrogio Guiso, presidente del Consorzio di Bonifica della Sardegna centrale che «Con queste risorse, se tutto va bene e mettendo in conto le limitazioni già imposte, arriveremo al massimo al 20 agosto, poi l’acqua finirà anche nelle case e dovremo portarla in qualche modo». La situazione più critica è quella della Baronia ma ci sono altri sistemi idrici che vivono la crisi dettata dalla siccità. Il Sulcis è uno di questi ma nell’elenco c’è anche la Nurra. Per il consorzio di bonifica della sardegna centrale “Parliamo di una catastrofe – aggiunge Guiso – e non vedo altre possibilità se non quella offerta dalla legge 24». Ovvero, quella che istituisce “il Servizio nazionale della Protezione civile al fine di tutelare la integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi”. Continueremo ad aggiornarvi sulla questione siccità, e continueremo a guardare il cielo nella speranza che la pioggia arrivi e resti per un po’.

Lo abbiamo detto nella scorsa rassegna: per il ministro alla difesa Guido Crosseto, la presenza delle basi militari in Sardegna risulta “ancora necessaria e preziosa“, chiarendo così inoltre come poligoni e basi militari nell’isola al momento non sono destinati a subire alcun ridimensionamento. E la cronaca di questi giorni ci ha dimostrato come la nostra Isola continua ad essere servitù militare. In questi giorni è in corso “Mare Aperto 2024”, la più imponente esercitazione condotta dalla Marina Militare italiana, che si svolgerà fino al 27 maggio tra Sardegna, la Sicilia e le coste ioniche, toccando anche le coste della Corsica. I numeri chiariscono l’entità dell’esercitazione: circa 9.500 militari provenienti da 22 nazioni, di cui 11 appartenenti alla Nato. In mare sommergibili e oltre 100 navi, compresa la portaerei Cavour. E in volo aerei e droni. Durante l’esercitazione saranno schierati navi, aeromobili, sommergibili e droni marini, oltre ad una consistente presenza di reparti anfibi, sia della Brigata Marina San Marco sia delle marine di Spagna e Francia nonché del corpo dei Marines statunitensi, così come anche gli incursori e i subacquei del COMSUBIN. La Mare Aperto 2024 vedrà poi la presenza di unità di Esercito, Aeronautica, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza, oltre a mezzi aeronavali della Guardia Costiera. Ma la particolarità di questa esercitazione, è la presenza del personale civile proveniente da diversi istituti universitari, centri di ricerca e organizzazioni del comparto marittimo, della Difesa e di altri dicasteri. La Sardegna sarà infatti epicentro di quattro settimane di addestramento che vedranno la partecipazione di 13 Università italiane, confermando quanto le istituzioni scolastiche si stiano sempre di più militarizzando, come denunciato dai movimenti studenteschi e come riporta il quotidiano L’Indipendente. La cosa che non esitiamo a definire assurda, è che ancora una volta il tema della sostenibilità e tutela ambientale rientra tra le motivazioni di questa esercitazione. Sappiamo bene come le servitù militari in Sardegna siano tutt’altro che garanti della sostenibilità ambientale: pensiamo alla Penisola Delta, quell’area del poligono militare di Capo Teulada etichettata come imbonificabile qualche anno fa, tanto era stata usata per le esercitazioni delle forze armate di tutto il mondo. Pensiamo anche alle esercitazioni svolte senza valutazioni di impatto ambientale di cui vi abbiamo parlato anche qualche mese fa, agli ampliamenti della fabbrica di bombe a discapito dei vincoli di conservazione del territorio o alle conseguenze dirette come i numerosissimi casi di patologie tumorali verificatesi su militari o popolazione civile residente attorno alle basi. Insomma, parlare di sostenibilità ci sembra assurdo eppure, nel sito dell’Università della Tuscia, fra gli atenei coinvolti, nella sezione “obiettivi” dedicata alla richiesta di partecipazione inviata agli studenti, possiamo leggere: «Queste esercitazioni avranno come teatro il Mediterraneo centrale e vedranno la partecipazione di unità navali che si cimenteranno in scenari realistici su diversi temi: Tutela dell’ambiente e del patrimonio, Protezione civile, Mediazione culturale e politica, Difesa cyber, Pubblica informazione ed a operare in ambienti sottoposti a contaminazione di agenti chimici, biologici, radiologici e nucleari». Come scrive Michele Manfrin sull’Indipendente, risulta difficile capire come un’imponente esercitazione militare, con lo schieramento di centinaia di mezzi, possa essere inquadrata nell’ambito della “Tutela dell’ambiente e del patrimonio, Protezione civile, Mediazione culturale e politica”. Ed è inverosimile che esercizi di guerra possano avere a che fare con i settori dell’educazione e dell’istruzione, anzi. Eppure accade e noi siamo qua oggi non solo per raccontarvelo, ma anche per porre e porci un’interrogativo: siamo sicuri che questa sia la Sardegna che vogliamo? Siamo certe e certi del fatto che la nostra isola debba essere teatro di giochi di guerra, complice quindi della distruzione di luoghi e comunità? Noi crediamo di no, e per questo continuiamo a dirlo: basta giochi di guerra nella nostra terra.

Nel festeggiare le figure materne della nostra vita domenica, ricordiamoci i prossimi dati. Secondo l’analisi del rapporto “Le Equilibriste – La maternità in Italia 2024”, incentrata sul benessere delle madri tra diritti, servizi a disposizione, condizioni economiche e sociali, la Sardegna nel panorama italiano è al 16 posto. Entrando nel dettaglio dei vari punti presenti nell’analisi, nella classifica della rappresentanza femminile in organi politici l’Isola è ad esempio al 19esimo posto. Per quanto riguarda l’accesso al Lavoro, l’Isola si trova invece al 12esimo posto. Gli indicatori per quanto riguarda il Lavoro tengono conto del tasso di occupazione delle madri con figli minorenni, del part-time involontario per le donne, del numero di donne occupate in lavori a termine da almeno 5 anni e della quantità di dimissioni per le madri con figli tra zero e tre anni. A quanto emerge le donne hanno non solo una presenza diversa rispetto agli uomini nel mercato del lavoro, ma con la maternità questa differenza (in negativo) si accentua. Non abbiamo un dato solo sardo ma sappiamo che in Italia una lavoratrice su 5 esce dal mercato del lavoro dopo essere diventata madre e il 72,8% delle convalide delle dimissioni dei neogenitori riguarda le donne. Anche il dominio “soddisfazione soggettiva” non è tra i migliori: la Sardegna nel panorama italiano è al 13 posto, con un indicatore che misura appunto la soddisfazione per il lavoro svolto delle madri e la soddisfazione per il tempo libero. Insomma, non è solo a festeggiare, è anche a ricordarsi delle difficoltà e dei sacrifici affrontati dalle madri nella nostra società. E non sempre, da figli e figlie, dobbiamo essere grati al sacrificio: a volte deve farci arrabbiare, e fare in modo che l’ingiustizia sociale e il mancato accesso ai diritti, due cosa che solitamente sono alla base dei cosiddetti “sacrifici” delle madri, vengano meno. Meno sacrifici, meno rinunce, più opportunità e diritti.

Lunedì abbiamo inaugurato la settimana con un’intervista della nostra Lisa Ferreli a Paolo Puddu, formatore ed esperto sul tema dell’accessibilità legata al turismo e alla mobilità, sul appunto tema dell’accessibilità per persone con disabilità. Quello che abbiamo rimarcato è che l’accessibilità va ben oltre la semplice rimozione delle barriere fisiche. Nell’intervista Paolo Puddu guarda all’accessibilità non solo come un diritto legato alla mobilità, ma anche al diritto alla socialità, all’autonomia e alla vita indipendente delle persone con disabilità. Come ha raccontato Puddu, “Le barriere non sono solo fisiche ma anche mentali. Faccio degli esempi concreti: poco tempo fa dovevo parlare a un convegno e non sono potuto salire nel banco dei relatori perché c’era un gradino. L’ho detto subito, mi sono incazzato, mi ha creato moltissimo disagio. Cosa significa un gradino prima del tavolo relatori a un convegno? Che non si pensa che una persona con disabilità possa lavorare o essere relatore a un convegno. Oppure se invece vado in un museo, questo può essere accessibile nel senso che posso muovermi con la carrozzina senza trovare ostacoli, ma se le vetrine sono alte, io che sono seduto non riesco a vedere; anche questo è non accessibilità”. Vi consigliamo di leggerla, come sempre la trovate nella nostra home

Martedì Sara Brughitta ha invece parlato di cambio vita insieme a Giulia Piazza, lavoratrice rientrata nell’isola dopo un periodo da emigrata con la quale abbiamo parlato della complessità del cambiare vita. Nel mondo odierno, è un concetto che spesso evoca immagini romantiche di avventure audaci e nuove possibilità dietro l’angolo. Tuttavia dietro narrazioni idealizzate spesso si nascondono sfide reali e complesse, scelte di pancia e di cuore, soprattutto quando si tratta di prendere decisioni che implicano un ritorno alle origini. La storia di Giulia Piazza da questo punto di vista è un coraggioso atto di amore verso se stessa, un cambio vita per ritrovare e ritrovarsi, anche nelle difficoltà.

Mercoledì siamo invece tornati sul tema dell’eolico. La giunta regionale sarda ha infatti approvato un disegno di legge per arginare il cosiddetto assalto eolico delle multinazionali. Il documento introduce il divieto di realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di energia da fonti rinnovabili che incidono direttamente sull’occupazione del suolo per 18 mesi. Un intervento sollecitato da comitati, amministratori, attivisti e comunità, da tempo impegnati in una lotta per la tutela ambientale che nell’Isola, nelle ultime settimane, si è diffusa sempre di più. Tuttavia non mancano critiche e dubbi sul disegno di legge. In merito prima di rimandarvi all’articolo che analizza aspetti critici della sospensiva e probabili soluzioni, sentiamo Stefano Deliperi del Gruppo di intervento giuridico.

Ieri abbiamo chiuso la settimana ufficializzando una nuova collaborazione, quella col giornale tocco sardegna. Abbiamo inaugurato questa partnership con un articolo in cui Matteo Cardia racconta la Biblioteca popolare dello Sport di Sassari, un’importante iniziativa sociale e culturale che guarda al futuro della città e di chi la abita. Come potete capire non si tratta di una classica biblioteca: è un punto di incontro tra cultura e sport capace di promuovere l’inclusione, la socializzazione e la coesione attorno a un’idea di comunità fatta di opportunità possibili. A disposizione per prestito e consultazione ci sono oltre 1200 tra volumi e riviste che riguardano tutte le discipline sportive, mentre all’interno della biblioteca, oltre alle postazioni per la lettura, c’è uno spazio attrezzato per ospitare eventi culturali a tema sportivo, come presentazioni di libri, videoproiezioni, riunioni, dibattiti e corsi. Andrea Sini ci ha raccontato che «Abbiamo scelto di stare dentro il centro storico e di muoverci su tre fronti: quello sportivo, quello culturale e quello sociale. Tra le varie iniziative c’è il “Pallone sospeso” che consente ai ragazzini del quartiere di poter venire a prendere in prestito palloni, racchette e quant’altro e giocare liberamente in piazza il pomeriggio, quando non sono a scuola». Una bella storia che anche stavolta, vi consigliamo di leggere

– Spazio e Movimento chiude in bellezza la sua ottava stagione espositiva con “Superstiti”: la mostra bipersonale degli artisti Marilena Pittirru e Beppe Vargiu, che inaugura sabato 11 maggio, alle 18.30, nello spazio indipendente di via Napoli a Cagliari. Vi abbiamo raccontato qualche settimana fa questo spazio: si tratta di una galleria che si concentra sulla produzione e ricerca artistica femminile, non perdetevi l’occasione di conoscere questo punto di riferimento in città

-Sempre a cagliari debutta oggi (ma ci sarà anche domani) il nuovo spettacolo di Simeone Latini per Akròama. Piccoli equivoci senza importanza”, diretto e interpretato da Simeone Latini, sarà a teatro venerdì 10 e sabato 11 maggio alle 21. Lo spettacolo porta in scena i racconti che lo scrittore toscano Antonio Tabucchi pubblicò nel 1985 e sarà preceduto alle 20.30 da “Mare e Sardegna”, breve performance con Tiziana Martucci tratta dal libro di David Herbert Lawrence con la regia di Simeone Latini.

– Questa domenica poi c’è un evento meraviglioso, la cavalcata sarda a Sassari. A sfilare per le vie del centro la domenica mattina saranno oltre duemila figuranti, in rappresentanza di 60 associazioni provenienti da tutta la Sardegna, e oltre 200 cavalieri e amazzoni. Colori, suoni, danze e maschere attraverseranno le strade tra la folla per dare forma e movimento a un evento unico che culminerà con la sfilata di 120 donne in abito tradizionale.

-Domenica 12 Maggio invece a Escolca torna l’appuntamento con la grande festa dell’olio e del pane, ovvero Sa Dia de S’Ollu et su Liori. Il centro storico del paese ai piedi della Giara di Serri si animerà con degustazioni dei piatti della tradizione, laboratori e dimostrazioni della preparazione di pane e pasta, artigianato, mostre ed esposizioni. Durante la giornata è possibile visitare i musei etnografici, se siete nella zona fateci un salto!

-Se invece questo fine settimana siete in zona Assemini ricordatevi che torna la “Festa della Laguna” alle Saline Conti Vecchi. Grazie alla collaborazione con il CCB – Centro di Conservazione Botanica dell’Università di Cagliari e Forestas, si avrà la possibilità di conoscere la flora e fauna delle zone umide e il prezioso ecosistema ospitato nella salina. Come sempre poi, visite guidate in trenino alla scoperta delle saline ma anche esposizioni,attività per bambinidimostrazioni di artigianato.

-Infine, vi ricordiamo che siamo nel pieno di Monumenti Aperti! Questo fine settimana la manifestazione farà tappa ad Aritzo, Carbonia, Decimoputzu, Dorgali, Iglesias, Lunamatrona, Sanluri (questi due solo domenica), Oristano, San Sperate, Sestu, Villacidro e Villaputzu, e in più due novità assolute: Arzachena ed Escalaplano, al loro esordio nella rete di Monumenti Aperti.

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