24 Gen 2014

Maltempo: l’Italia frana, ma la cura del territorio resta un tema da ‘ambientalisti’

Scritto da: Daniel Tarozzi

Sono anni che da molte parti si denuncia il dissesto idrogeologico e si annunciano i disastri che questo avrebbe comportato […]

Salva nei preferiti

Sono anni che da molte parti si denuncia il dissesto idrogeologico e si annunciano i disastri che questo avrebbe comportato nel tempo. Io lo so bene, avendo seguito queste tematiche – come giornalista – fin dal 2002.

I mass media e la maggior parte dei politici, però, ritengono questi temi da “ambientalisti” e non li considerano mai in cima “all’agenda”. Anche i giornali che si pongono fuori dal coro preferiscono aprire quotidianamente le loro prime pagine con le dichiarazioni di questo o quel politico, i tentativi più o meno vani di riforma elettorale, le ruberie o la corruzione.

Nel frattempo, però, il nostro Paese frana. Letteralmente. La colpa dei disastri degli ultimi anni è solo parzialmente dovuta ai fenomeni climatici sempre più violenti. Le cause principali sono invece  da ricercare nella continua deforestazione e cementificazione del nostro territorio e specialmente delle nostre coste.

La Liguria, la Sardegna, la Toscana e molte altre regioni si trovano così costantemente sotto allerta, mentre i fiumi esondano e i cittadini devono formare comitati per fermare nuove cementificazioni lungo gli argini.

Il tutto mentre, da anni, un pezzo di Italia – l’Italia che cambia – propone soluzioni concrete, le mette in pratica, dimostra che si può fare e invoca attenzione su questi temi. Mi riferisco al movimento “Stop al consumo di territorio”, alla campagna “Salviamo il paesaggio”, all’approvazione dei piani a crescita zero voluti da alcuni comuni, capofila Cassinetta di Lugagnano allora governata da Domenico Finiguerra, che dimostrano come si possa fermare la devastazione e tutelare territori, economia e posti di lavoro ottenendo persino il consenso dei cittadini.

Continua sul Fatto Quotidiano

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Acqua: quanta ne sprechiamo in casa senza accorgercene?
Acqua: quanta ne sprechiamo in casa senza accorgercene?

Una “cura verde” per riscoprire Napoli attraverso gli spazi naturali
Una “cura verde” per riscoprire Napoli attraverso gli spazi naturali

Il consumo di suolo ci costa 400 milioni di euro all’anno. Ecco cosa possiamo fare per fermarlo
Il consumo di suolo ci costa 400 milioni di euro all’anno. Ecco cosa possiamo fare per fermarlo

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

L’Isola è la prima regione per consumo del suolo – INMR Sardegna #57

|

Danilo Dolci, il ricordo del figlio Amico tra libri, musica ed esempio

|

Scampia: via al progetto del Comune per la ristrutturazione e riqualificazione delle Vele

|

Acqua: quanta ne sprechiamo in casa senza accorgercene?

|

“Tu rifiuti? Io riduco!” La prima web serie (anzi seria) prodotta da Italia Che Cambia

|

Esiste davvero la “famiglia naturale”? L’etologia dice di no

|

Genocidio in Palestina: se il silenzio è complicità, il boicottaggio può fermarlo

|

Di quanta energia rinnovabile abbiamo davvero bisogno in Italia?

string(9) "nazionale"