13 Set 2017

Clima e alluvioni: “Ripensare l'urbanistica per evitare i disastri”

Scritto da: Lipu

È necessario ripensare la progettazione urbanistica, limitando le nuove costruzioni, lasciando grandi spazi verdi e permeabili ed evitando di costruire in zone a rischio. È quanto sottolinea la Lipu riguardo gli ultimi tragici eventi che hanno colpito il nostro territorio, e in particolare il disastro di Livorno.

Salva nei preferiti

Oltre alle piogge eccezionali ad uccidere sono state le pessime scelte urbanistiche, come cementificare i terreni, tagliare la vegetazione lungo i fiumi e interrare i torrenti. È quanto pensa la Lipu riguardo gli ultimi tragici eventi che hanno colpito il nostro territorio, e in particolare il disastro di Livorno. Dove è chiaro che la scelta di interrare il Rio Maggiore e costruirvi sopra un quartiere, la cementificazione del territorio e, più di recente, l’errato calcolo nella costruzione delle quattro casse di espansione del torrente, insufficienti a contenere una massa d’acqua importante come quella caduta due giorni fa a Livorno, sono alle origini del disastro.

 

Se pensiamo poi – aggiunge la Lipu – alla recente costruzione del Parco di Levante, che se fosse stato adibito a parco con verde urbano (come peraltro la Lipu aveva chiesto) invece di essere ricoperto di cemento per costruirvi un centro commerciale avrebbe contribuito in maniera importante a evitare il disastro e le vittime. Si continua poi – prosegue la Lipu – a pensare che la vegetazione lungo i fiumi vada eliminata perché ciò garantisce maggiore sicurezza idraulica; nulla di più errato, come dimostrano, per fare un esempio, i recentissimi tagli selvaggi effettuati sul torrente Ugione, che regolarmente è esondato nonostante “la messa in sicurezza”.

Foto di Marco Dinetti

Foto di Marco Dinetti

In realtà le piante lungo i fiumi assicurano servizi ecosistemici fondamentali come la limitazione dell’erosione, il rallentamento della corrente, la mitigazione delle piene, la ricarica delle falde acquifere sotterranee, e dunque vanno lasciate, salvo i casi, singoli e circoscritti, in cui possano facilmente spezzarsi e rischiare di essere portate a valle dall’acqua e intasare i ponti.

 

L’unica strada per rimediare ai grossolani errori fatti nel passato è quella di ripensare totalmente la progettazione urbanistica, limitando le nuove costruzioni, (vedi la cementificazione in corso della rotonda di Ardenza), lasciando grandi spazi verdi e permeabili (quali l’area degli orti di Via Goito, altra “battaglia” a difesa del territorio in cui la Lipu è tuttora impegnata) che possano captare e assorbire le acque, evitando di costruire in zone a rischio. E ancora, risanare le situazioni più pericolose e permettere ai fiumi di svolgere il loro prezioso ruolo di corridoi ecologici, senza interventi di tagli indiscriminati della vegetazione (un preoccupante fenomeno in aumento a livello nazionale), e senza cementificarne le sponde, ridurre le aree golenali o deviarne il corso.

 

“La natura va rispettata – afferma Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu – perché essa può svolgere un ruolo fondamentale nella mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, che purtroppo sempre più di frequente colpiranno il nostro Paese e per i quali è indispensabile predisporre un piano nazionale di adattamento e una politica energetica che riduca drasticamente le emissioni di gas serra nell’atmosfera.

 

“La Lipu è fortemente contraria anche ai rimboschimenti post incendi che oltre ad essere illegali sarebbero la risposta peggiore, soprattutto nelle aree protette, a seguito del disegno criminoso che ha visto ridurre in cenere un patrimonio boschivo di straordinaria bellezza”.

 

 

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Con Alberea si pianta il futuro adottando o regalando un albero
Con Alberea si pianta il futuro adottando o regalando un albero

Siccità in Sicilia, la regione in zona rossa per carenza d’acqua
Siccità in Sicilia, la regione in zona rossa per carenza d’acqua

ForestaMe, a Messina il sistema digitale per una città più green e vivibile
ForestaMe, a Messina il sistema digitale per una città più green e vivibile

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Piscinas, l’arsenico in mare – INMR Sardegna #24

|

Il borgo di Castel del Monte rinasce grazie alla cooperativa di comunità

|

Silvia Mecca: “Superare il lutto e la paura della morte ci permette di tornare a vivere”

|

Anche Roma sostiene il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari

|

La gestione dei rifiuti in Sicilia, tra esperienze virtuose e assenza di governance

|

Santa Maria La Palma, quando nel vino batte un cuore sardo – Io Faccio Così #401

|

Zappa Social, la storia di una comunità che ha trasformato una discarica abusiva in un’oasi verde

|

Salute e autosufficienza, i corsi all’insegna della consapevolezza e dell’equilibrio

string(9) "nazionale"