5 Giu 2018

Voci dal silenzio: il documentario sugli eremiti d’Italia in concorso a CinemAmbiente

Un documentario sugli eremiti d’Italia e sulla nostra comune esigenza di (ri)trovare un senso. Italia che Cambia è mediapartner di Voci dal silenzio che concorre come Miglior Documentario Italiano del 21esimo Festival Cinemambiente di Torino. Si tiene oggi la cerimonia di premiazione.

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Voci dal silenzio”, racconto dell’esperienza mistica in Italia, concorre al premio Miglior Documentario Italiano del 21esimo Festival Cinemambiente di Torino. Le ultime proiezioni delle opere in gara e la cerimonia di premiazione sono previste per oggi 5 giugno.

“Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato ieri alla prima proiezione pubblica di Voci dal silenzio al Cinemambiente Torino, condividendo con noi questa speciale serata. Non immaginavamo una tale affluenza e ve ne siamo grati”, hanno dichiarato al termine della proiezione di venerdì scorso Joshua Walhen e Alessandro Seidita, i due giovani registi del documentario sugli eremiti d’Italia e sulla nostra comune esigenza di (ri)trovare un senso.

Italia che Cambia li ha seguiti durante il loro viaggio dal nord al sud del nostro Paese per raccontare storie di uomini e di donne che, attraverso una ricerca intima e solitaria, cercano di recuperare il senso profondo di sé e della vita.

“Se all’inizio del viaggio vi era il timore che gli eremiti potessero rifiutare l’idea di esporsi, per lo più di fronte ad una telecamera, una volta comprese le reali intenzioni che animavano il progetto, abbiamo trovato una grande disponibilità ad accoglierci e collaborare”, ci hanno raccontato Joshua e Alessandro al termine del loro viaggio tra le vie più insolite e solitarie d’Italia.

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Sin dalle prime tappe, il viaggio è stato molto seguito e in tantissimi hanno partecipato alla campagna di crowdfunding aperta per finanziare dal basso questo progetto. “All’inizio del viaggio intuivamo che il tema potesse attirare l’attenzione del pubblico – ammettono Joshua e Alessandro – Ma quando questo interesse si è manifestato apertamente, ha suscitato in noi tanta gratitudine e stupore. La partecipazione del pubblico non è mai scontata”.

Come si spiega questo interesse? “Forse perché l’eremita, attraverso le sue scelte, riesce a dar voce a qualcosa che anima molti di noi. E non ci riferiamo unicamente al desiderio di evasione o di rottura da un contesto sociale distorto. Il suo modo di abitare la vita scaturisce da una percezione più profonda e sottile. Non è facile spiegarla. Il suo è uno sguardo rivolto verso un regno utopico di cui l’uomo presagisce l’esistenza, un mondo estraneo al gioco delle passioni, che prende forma a partire da uno stato contemplativo. Con questo non vogliamo dire che ogni eremita ha conquistato questa vetta, ma sicuramente la sua immagine si presta bene a questo tipo di proiezione”.

Quando li abbiamo intervistati al termine del loro viaggio abbiamo chiesto ai due registi un’anticipazione dei loro progetti futuri: “Ci interessa molto continuare ad approfondire i momenti di cesura, gli strappi, intesi come momenti di svolta nell’esistenza di un uomo. Durante questo viaggio ci siamo spesso resi conto che uno dei fattori che accompagna l’eremita nella sua scelta di silenzio e solitudine è l’incontro con la malattia, con l’esperienza di morte. Potrebbe forse essere questo il tema del nostro prossimo documentario: la malattia come momento di riscoperta del sé, come ritorno alla vita. Per certi versi è un lavoro che potrebbe anche essere visto come una continuazione di Voci dal silenzio. Vedremo…”.

Il viaggio tra gli eremiti di Italia raccontato su Italia che Cambia

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