2 Ott 2020

“Stiamo andando verso l’estinzione”: al via la Ribellione di ottobre per il futuro dell’umanità

Scritto da: Redazione

Dall'5 all'11 ottobre Extinction Rebellion Italia sarà a Roma per una settimana di mobilitazione con azioni di disobbedienza civile per chiedere al governo, alle grandi aziende inquinatrici e ai media di agire con immediatezza e incisività sulle cause della crisi climatica ed ecologica.

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Dal 5 all’11 ottobre Extinction Rebellion (XR) entrerà in azione a Roma, mettendo in atto azioni di disobbedienza civile nonviolenta.

“XR – si legge in una nota del movimento – si rivolge al governo che, con la sua inazione rispetto alla crisi ecologica e climatica, ha infranto il contratto sociale, non proteggendo la vita e il futuro dei propri cittadini e cittadine. XR fa appello alla stampa e ai media affinché, raccontando con più incisività la crisi climatica ed ecologica, i suoi effetti e le decisioni sistemiche che la potrebbero mitigare, assolvano al loro  il loro immenso potenziale informativo ed educativo nell’aumentare la consapevolezza dei cittadin* della minaccia esistenziale che incombe.

XR intende chiamare alle proprie responsabilità le grandi imprese che antepongono il profitto alla salute e al benessere delle persone. Gli attivisti di Extinction Rebellion sono consapevoli che il cambiamento richiesto per la transizione ecologica sia sistemico ed enorme, per questo invitano il governo a coinvolgere i/le cittadin* nel legittimare le proprie decisioni tramite l’istituzione di un’Assemblea de* Cittadin*.

Extinction Rebellion invita tutte le persone che hanno a cuore il futuro dell’umanità e di tutti i viventi a unirsi a questa Ribellione che durerà tutta la settimana e sarà inclusiva e nonviolenta. Per partecipare alle azioni sarà richiesto l’uso di dispositivi di protezione individuale e di mantenere il distanziamento fisico”.

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Una delle azioni di Extinction Rebellion nel 2019 a Roma

Nel lanciare la Ribellione di ottobre a Roma Extinction Rebellion Italia, dichiara: “Siamo giunti a una fase in cui le crisi globali si stanno intersecando. Crisi climatica, collasso ecologico, pandemia di covid-19, ingiustizia razziale, patriarcato, tutti questi sono sintomi di un sistema tossico che ci sta portando al collasso sociale.

L’umanità è a un bivio. O cambiamo radicalmente il nostro attuale modello di sviluppo, mentre ci riprendiamo dalla pandemia, portando rapidamente allo zero netto le emissioni climalteranti su scala mondiale, ponendo fine alla distruzione di interi ecosistemi e costruendo una società più giusta, inclusiva più e più umana, o perderemo per sempre la nostra migliore (e forse ultima) occasione di mitigare il peggioramento dell’emergenza ecologica e climatica. Non c’è più tempo! Crisi non deve necessariamente significare collasso globale. È giunto il momento di decidere insieme come avviare la transizione ecologica in queste molteplici emergenze”.

«Extinction Rebellion – dichiara l’attivista Annalisa Gratteri – è fatta da comuni cittadine e cittadini preoccupati per l’inazione dei governi di fronte a una crisi che potrebbe mettere a rischio la tenuta del sistema e quindi dello Stato di diritto della nostra democrazia. Ci ribelliamo attraverso la nonviolenza, per chiedere al Governo e al Parlamento Italiani che vengano intraprese le misure necessarie per uscire da questa crisi democraticamente e nel rispetto di tutti i popoli. Il tempo è poco e siamo disposti a sacrificare la nostra stessa libertà personale per evitare le sofferenze già in atto e che inevitabilmente si intensificheranno. Siamo in un’emergenza e quindi dobbiamo agire di conseguenza. E quindi chiediamo ai nostri rappresentanti, di fare tutto ciò che è necessario per proteggere la vita, il benessere e la sicurezza del popolo».

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Roma

«Chiediamo anche – continua – alle grandi aziende inquinatrici italiane e alle principali banche di cominciare ad intraprendere azioni serie rispetto all’emergenza ecologica e climatica e di smettere di nascondersi dietro l’immagine di una transizione verde mentre continuano a fare affari, anteponendo il proprio profitto alla salute delle persone e del pianeta. I governi tacciono e le grandi aziende inquinatrici, che ci stanno portando al collasso, sono libere di continuare a inquinare e rubare il futuro delle nostre figlie e dei nostri figli. L’ecocidio non può essere ignorato: siamo l’ultima generazione in grado di fare qualcosa. Vogliamo che venga detta la verità e crediamo che i governi non dovrebbero consentire alle grandi aziende inquinanti di proseguire con i soliti affari che portano avanti l’ecocidio. Siamo sull’orlo di un precipizio e siamo spaventati».

La chiamata ai giornalisti
Italia che Cambia ha sottoscritto la richiesta rivolta da Extinction Rebellion ai giornalisti per chiedere a tutti i lavoratori di informare, approfondire e dibattere sull’urgenza dell’azione di contrasto alla crisi climatica ed ecologica e alla sesta estinzione di massa in atto.

«Nel settembre del 2018, il Segretario Generale dell’ONU ha rilasciato un avvertimento globale affermando che, se l’umanità non avesse cominciato a ridurre radicalmente le emissioni di CO 2 a partire dal 2020, avrebbe dovuto affrontare una minaccia esistenziale – ricorda Annalisa Gratteri – In questa situazione i giornali, le televisioni e i media in generale, sono fondamentali nel creare il contesto sociale e politico affinché il Governo sia motivato a prendere le decisioni radicali ed urgenti che sono necessarie.

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Extinction Rebellion a Berlino

Essi hanno un immenso potenziale nell’aiutare l’Italia ad agire sull’emergenza climatica ed ecologica, in particolare i quotidiani più letti e più influenti del Paese. I giornali e le televisioni hanno un potere di informare i cittadini italiani sulla gravità della crisi che stiamo affrontando e quello di aiutare nel creare il consenso sociale e politico necessario per influenzare il Governo e gli attori economici a intraprendere le riforme necessarie ad evitare il collasso climatico ed ecologico.

Sempre più testate giornalistiche stanno facendo scelte editoriali forti su questo tema, come il The Guardian, il NY Times o il Whashington Post. Purtroppo le testate main stream italiane (Corriere, Repubblica e Stampa) trattano l’argomento in maniera episodica e superficiale, non fornendo ai cittadini gli strumenti per comprendere davvero la gravità della situazione e venendo, quindi, di fatto meno alla loro funzione, in un paese democratico.

Spesso ci viene risposto che il clima è un argomento che non vende, ma noi crediamo che giornalisti davvero informati sulla situazione avrebbero le competenze e la creatività per scrivere di crisi climatica ed ecologica in maniera coinvolgente e interessante. Abbiamo bisogno dell’aiuto del mondo dell’informazione, per affrontare questa crisi. Chiediamo a tutti coloro che se ne occupano per mestiere di informarsi, di studiare, di non lasciarsi influenzare da interessi economici e di spiegare all’Italia la crisi più grande che l’umanità si sia mai trovata ad affrontare».

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