21 Giu 2021

Monica, portiere di quartiere: “Voglio combattere l’indifferenza della città”

Scritto da: Valentina D'Amora

Il Portiere di Quartiere è la rivisitazione in chiave contemporanea dell’antico portiere di condominio. Una figura professionale che nasce dalla gestione moderna della quotidianità, macchinosa per le famiglie, per le coppie, per i single e soprattutto per le persone anziane. Ogni imprevisto richiede tempo, che spesso manca. Una persona capace di far fronte a ogni esigenza diventa quindi una presenza importante e irrinunciabile.

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Genova - Piccoli lavori di manutenzione, baby e dog-sitting, ripetizioni scolastiche, assistenza alle persone anziane, sedute dall’estetista, consulenze psicologiche o legali. A chi ci si rivolge quando si ha bisogno di risolvere imprevisti o problemi pratici di tutti i giorni? Nei paesi, tutto era più semplice: bastavano il passaparola, la collettività, il venirsi incontro. Oggi, invece, la soluzione si chiama Portiere di Quartiere.

Quattro mesi fa Monica Chiusolo ha cambiato vita per diventare un riferimento per i cittadini e ha aperto proprio a Genova – in Via Gianelli, a Quinto – questo nuovo servizio: «Si tratta di un’associazione che copre tutta la città e fornisce diverse prestazioni a prezzi calmierati per essere d’aiuto sia a chi è momentaneamente inoccupato sia a chi ha bisogno di un falegname o un idraulico a un costo accessibile».

Quello del portiere di quartiere è un servizio al cittadino che incrocia domanda/offerta, riqualifica alcuni professionisti che hanno perso il lavoro e che viene incontro a tutte le tasche.

idraulico

L’ASSOCIAZIONE

L’associazione Il Portiere di Quartiere, nata a Roma due anni fa, ora si sta espandendo in altre città italiane, come Torino, Firenze e Cagliari, per rispondere al bisogno concreto di condivisione, prossimità e fiducia. «Per lavorare con noi e per richiedere servizi bisogna essere tesserati. Associarsi ha un costo di 20 euro annui, detraibili. In questo modo si crea una vivace collaborazione tra soci», spiegano.

L’IDEA DI MONICA

«Ho lavorato per trent’anni in borsa, con tre diversi agenti di cambio. Per i primi vent’anni è stato il sogno della mia vita, ma nel tempo quel mondo ha iniziato letteralmente a disgustarmi». Dopo aver vissuto periodi di malessere generale, ha pian piano ridotto sempre di più le ore di lavoro, finché non ha avuto un incidente in moto.

«In quel momento mi sono resa conto che avevo bisogno di cambiare vita. Mi sono presa un po’ di tempo per riflettere e, dopo averci pensato tanto, ho deciso. Ho lasciato il lavoro e ho optato per una trasformazione radicale. Mi era già venuta in mente l’idea di mettermi al servizio degli altri, trovare un modo concreto di venirsi incontro e fare rete. Poi ho visto che esisteva già questa associazione romana e ho subito contattato la presidente, Paola Anaclerio».

Ora Monica è la gestrice del Portiere di Quartiere di Genova e può appoggiarsi a un ventaglio di collaboratori negli ambiti professionali più disparati. «Nonostante la diffidenza iniziale, ora la gamma di persone che si affacciano qui a richiedere servizi è assolutamente eterogenea. Si sta quindi ampliando il bacino d’utenza del portierato di quartiere e ne sono naturalmente contenta».

LA RETE

Monica sceglie personalmente i professionisti che poi propone a chi ne richiede le prestazioni. «Valuto con attenzione tutti i CV e verifico le referenze. Tutti i successivi colloqui avvengono sempre vis a vis. A fine servizio ricontatto entrambi per chiedere feedback in merito. Soprattutto nell’ambito dell’assistenza anziani e del babysitting ritengo fondamentale questo passaggio, perché si tratta di categorie delicate, con cui non si possono commettere leggerezze».

Portiera di quartiere
Monica al lavoro

IL CAMBIO VITA

«La mia vita ora è molto più soddisfacente e gratificante. Trovo che, soprattutto dopo i 50 anni, sia davvero importante capire quale direzione vogliamo darci. Senza dubbio, anche se sono più stanca, ci sto guadagnando molto dal punto di vista della qualità delle mie giornate».

Dopo questa radicale trasformazione, Monica ha avuto modo di rapportarsi con persone molto diverse da quelle con cui entrava in contatto in passato: umili, con situazioni critiche alle spalle, molte delle quali con la pandemia hanno perso tutto, ma dotate di una profonda umanità. E ognuno di loro porta con sé la propria storia.

Le continue telefonate non spaventano la “portiera”, che sa assegnare la persona giusta per ogni richiesta: «D’altronde, questa è la mia intenzione: diventare un punto di riferimento per i cittadini, proprio come in passato era il portinaio di palazzo per i condomini». In realtà, Monica vuole essere molto di più: trasformare la portineria in un luogo di umanità e di accoglienza.

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