1 Apr 2022

Cosa succede veramente in Ucraina? Parola ad un reporter appena rientrato dal fronte

Scritto da: Daniel Tarozzi

Abbiamo intervistato Benoît Christal, reporter francese appena rientrato dall'Ucraina. Benoît ci testimonia quanto ha vissuto in prima persona, lo stato delle città che ha attraversato, il sentimento delle popolazioni che fuggono o restano e ci proiettano in un Paese travolto da un conflitto militare. Parole concrete, basate sui fatti, di chi ha visto e toccato con mano ciò di cui parla...

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Benoît Christal è un reporter televisivo francese per TF1 e LCI, specialista in Medio Oriente, inviato da anni nelle zone calde del Pianeta: Gerusalemme, Iraq, Siria e… Ucraina.

Pochi giorni fa è tornato a Parigi dopo tre settimane trascorse nel cuore del conflitto ucraino e – avendo la fortuna di conoscerlo di persona – ho pensato di intervistarlo per avere una testimonianza di qualcuno che aveva toccato con “mano” quanto sta accadendo veramente nel Paese travolto dalla guerra.

Mai come oggi, infatti, ritengo insopportabile il chiacchiericcio di chi – definendosi giornalista o commentatore – parla, asserisce e afferma opinioni e fatti senza mai essere stato in un determinato luogo e senza aver visto con i propri occhi.

Eppure sono tutti esperti. Gente che non è mai stata in Russia giura che Putin sia un santo e gli ucraini dei nazisti (o viceversa). Gente che non ha mai visto una bomba, disserta su quali siano le vere condizioni di un popolo invaso. Gente che non ha mai subito un’invasione, seduta comodamente sul proprio divano, sente di poter dire cosa è giusto e cosa è sbagliato.

Io, invece, non so niente. So di non sapere e cerco di fare il mio mestiere ponendo domande e ascoltando chi mi può dare risposte basate sulla propria esperienza, i propri sensi, il proprio vissuto.

Diamo quindi la parola a Benoît. La sua è una testimonianza inevitabilmente soggettiva e personale, ma è una testimonianza reale e come tale ve la propongo.

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Benoît Christal

Ben, quanto tempo sei stato in Ucraina e che luoghi hai raggiunto?

Sono stato in Ucraina per tre settimane nell’ultimo periodo. In passato, fin dalla guerra del 2014 (sì, la guerra in Ucraina è iniziata nel 2014), ci sono stato quasi ogni mese e mi sono quindi fatto molti amici in loco.

Ho fatto il viaggio in macchina – con due colleghi – verso Vinnycja, poi ho attraversato Kiev e ho raggiunto con il treno Charkiv. Potevamo muoverci tranquillamente per lo Stato ma quando ci avvicinavamo alle zone “di combattimento” venivamo fermati e invitati ad andarcene.

Che cosa hai visto?

Più vai verso le zone bombardate più ti sembra di entrare in un paese fantasma. La gente non esce di casa, ti sembra di attraversare un luogo che ha subito una catastrofe. Vinnycja, sembrava più calma, a Kiev di notte non c’era nessuno per strada, c’è il coprifuoco. Ci sono check point ovunque sulla strada, davanti ogni paese, gente con le armi, hanno tutti un fucile da caccia…è un ambiente molto “stressato”, ma anche in contesti del genere la vita continua. A volte si ride, magari si festeggia il compleanno al check point, altre trovi militari molto aggressivi. Mentre noi eravamo lì, non ci sono stati bombardamenti, ma Kiev era una città fantasma, tranne per le file davanti ai supermercati. Lì tutto sembrava quasi normale poi ti rendevi conto che c’è una guerra nella periferia, sentivi gli allarmi suonare, le sirene senza sosta. Devi stare sempre all’erta.

Ci sono davvero molti bombardamenti? Si attaccano i civili?

La situazione è molto complicata. Considera che io non sono stato a Mariupol o nelle altre zone più colpite. Le zone “più bombardate” che ho visto erano a Kharkiv. Hanno distrutto circa 600 palazzi. Sono tanti, ma devi considerare che è una città di un milione di abitanti. Significa trovarsi in una città gravemente ferita, ma non distrutta. La gente, ovviamente, parte, scappa dalla guerra. I russi bombardano tutti i palazzi pubblici dove sospettano di trovare soldati…se i soldati aprono un centro per riposarsi, dormire, in un supermercato questo sarà distrutto, come in tutte le guerre purtroppo. Poi ci sono questi razzi che passano sopra la città, vengono colpiti dalla contraerea e cadono un po’ ovunque, sulle macchine, sulle case.
Non saprei dirti quanto ci sia una volontà di colpire civili o quanto dipenda da “incidenti” di guerra, ma l’effetto è lo stesso. Immaginati se a Parigi le Gallerie Lafayette esplodessero. Non ci resti certo vicino! Ed è quello che sta succedendo a Kharkiv.

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Hai parlato con la popolazione locale? Che persone hai incontrato?

Ho parlato con due tipologie di persone: quelli che restano e quelli che fuggono. Tra i primi, trovi gente molto povera o molto anziana. I vecchietti che non hanno nessuno all’estero non vogliono andare in un campo di rifugiati. Scelgono di vivere persino nei palazzi distrutti se c’è ancora acqua o elettricità. Ci sono poi famiglie molto coraggiose che dicono di credere nell’esercito, di voler bloccare i russi. A Kiev il Sindaco dice che la metà della popolazione è andata via, secondo me parliamo almeno dei due terzi. Chi rimane è davvero molto coraggioso.

Quelli che fuggono, invece, sono molto spaventati. Hanno tentato di resistere, “anche con i russi sotto casa resto qui”, ma quando hai bambini, non hai elettricità e l’acqua, devi fuggire per forza. Nonostante ciò, queste persone sono abbastanza calme, non sanno ancora cosa fare. Magari vanno dalla famiglia, dagli amici e poi decidono di andare all’estero.

Comunque, nessuno si aspettava una resistenza così tenace dagli ucraini. Va anche detto che avevano ricevuto molte più armi di quello che sapevamo, ma hanno anche creato rete diffusa di aiuti da parte della popolazione che si attiva singolarmente, si organizza per mandare il cibo, fare da mangiare ai soldati, ecc. L’esercito ucraino, quindi, si deve occupare di questi aspetti e può contare su una rete diffusa di civili che appena vede i russi chiama, avverte, segnala. È un intero paese in guerra. Questo mi ha sorpreso. Con ciò, non va dimenticato che l’Ucraina è un paese molto complicato, con tanta corruzione, tante ineguaglianze. Eppure, in questa fase si sono ripresi in una maniera incredibile. Mi chiedo spesso: “Cosa sarebbe avvenuto nel mio Paese? Avremmo avuto una resistenza così compatta?”…

Non saprei dirti quanto ci sia una volontà di colpire civili o quanto dipenda da “incidenti” di guerra, ma l’effetto è lo stesso.

Ti aspettavi che la situazione in Ucraina sarebbe precipitata in questo modo?

No, mi aspettavo qualcosa di più piccolo, magari un aggravamento della situazione in Donbass. Qui la guerra va avanti dal 2014 (mentre per la Crimea non ci sono stati scontri, quando la Russia l’ha annessa). Qui sapevano tutti che Putin odiava l’Ucraina. Pensa che la Duma aveva votato il principio di una guerra armata con l’Ucraina senza limiti di tempo e mezzi, già nel 2014. La guerra del Donbass ha fatto 15.000 morti… 15.000… Per questo gli ucraini ci dicono “Vi siete stupiti? Ma noi vi avevamo detto che eravamo già in guerra”. Ma “Mosca” diceva che non era una guerra, ma una rivoluzione. Quindi mi aspettavo un attacco ulteriore al Donbass, ma una guerra totale non me l’aspettavo di certo.

Cosa vuole ottenere Putin?

Putin ha dichiarato che gli obiettivi ufficiali erano cambiare il governo – ma ha lasciato perdere questa idea – “denazificare il Paese”, disarmandolo e assicurarsi che l’Ucraina non sarebbe mai entrata nella Nato.

Mi sembra di poter dire che ha ottenuto solo il terzo obiettivo.

Secondo me ha sempre cercato un modo per indebolire l’Ucraina. La guerra del Donbass mirava a quello: una guerra complicata, sporca, con gente che non sai chi è. Adesso però mi sembra di poter affermare che siamo di fronte ad una catastrofe militare per la Russia. Per me è una follia. Hanno perso tanta gente, tanti mezzi militari, usciranno molto indeboliti. Hanno sottovalutato la resistenza. Putin immaginava una fuga del governo, una guerra lampo. Si è sbagliato alla grande, o almeno a me così sembra.

Secondo te c’è qualche forma di ragione nella scelta di Putin di invadere l’Ucraina?

C’è una logica, lui ha una politica molto furba: prende come “scusa” tutte queste popolazioni che amano la Russia ma vivono in paesi limitrofi, li arma e cerca di indebolire il vicino. La sua politica sarebbe comprensibile se fosse stato “aggredito”. Il problema è che non è mai stato aggredito. L’Ucraina non ha mai raggiunto la Nato, gli ucraini non hanno mai aggredito la Russia. Purtroppo c’è anche un sentimento antico di “superiorità” da parte di alcuni russi, un sentimento nazionale molto antico. Per tanti russi gli ucraini sono della gente debole, sottoumani. Per questo, Putin fatica ad accettare un Ucraina “forte”. Fino al 2014 gli andava bene perché era una specie di colonia, come è oggi la Bielorussia. Il mio punto di vista del 2014 ad oggi è cambiato molto. In molti affermano di comprendere le ragioni di Putin, la strategia geopolitica, dicono che la scelta russa è normale, che dipende da una Nato aggressiva, ma per gli ucraini la sofferenza causata dai russi è storia antica e risale ai tempi di Stalin, che ha lasciato morire milioni di persone di fame. Gli ucraini giurano che non si faranno mai più trovare impreparati di fronte a minacce di questo tipo…

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