27 Giu 2022

Simone: “Ho scelto di diventare Kids Coach per aiutare ogni bambino a scoprire il proprio potenziale”

Scritto da: Valentina D'Amora

Imparare a conoscere meglio sé stessi per crescere più sereni. Abbiamo parlato di nuovo con Simone Durante, life coach genovese che ha deciso di divulgare consapevolezza e conoscenza di sé ai bambini. Ora si sta dedicando proprio ai più piccoli, con i suoi percorsi da Kids Coach mirati a scuole, famiglie e gruppi.

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Genova - Ho conosciuto Simone Durante davanti a un caffè, che poi sono diventati due, con la promessa di rivederci. E così è stato. Non capita spesso di trovare immediata sintonia di idee, valori, intenti. Lui è un educatore, è stato un animatore e oggi è anche un coach – ve ne abbiamo parlato qui – che da qualche mese ha deciso di concentrare il proprio raggio d’azione sui bambini, diventando un Kids Coach, che punta a un ritorno ai giochi di un tempo per permettere ai piccoli di crescere con altre prospettive. Ho deciso di farmi raccontare i suoi nuovi progetti.

Perché hai scelto di orientare le tue attività di coach e motivatore sui più piccoli?

Mi sono sempre definito un eterno Peter Pan, riconoscendo in me la bellezza dello stupore attraverso gli occhi di un bambino, trovando entusiasmo e gioia in ciò che faccio con loro, permettendomi così di poter parlare il loro linguaggio, senza filtri né giudizio. Antoine de Saint-Exupery diceva: “Non ereditiamo la terra dai nostri avi, ma ce la facciamo prestare dai nostri figli”. Avere la possibilità, proprio attraverso il gioco, di poter educare i più piccoli a valori come il rispetto per sé stessi, degli altri e della natura, non ha paragoni.

Simone durante incontri
Tu ti soffermi molto sull’ascolto, insegnamento essenziale per il quotidiano di tutti, in particolare degli adulti di domani. Cosa insegnano a te invece i bambini?

Ho creato un per-corso che ho scelto di chiamare V.I.T.A. che sta per Vivere In Totale Ascolto, dove ogni gioco diventa un modo per ascoltare e ascoltarsi. I bambini mi insegnano quotidianamente e in ogni momento delle attività qualcosa di nuovo, attraverso le qualità che ciascuno di loro possiede e proprio attraverso il mio sintonizzarmi su di loro. Così abbiamo modo di creare insieme sempre qualcosa di stupendo. Come un oggetto qualsiasi può trasformarsi in una meravigliosa avventura da vivere.

Quali sono gli strumenti che utilizzi di più nei tuoi percorsi da Kids Coach?

Utilizzo solo giochi “green”, evitando materiali come la plastica, ad esempio. Con me porto sempre una “borsa magica” come quella di Mary Poppins, da cui può uscire di tutto, senza giudicare, perché ogni oggetto che viene pescato è trasformabile in mille cose diverse. Una matita gigante, per esempio, crea il potere di esprimere un proprio pensiero, una carta da gioco diventa un buono gentilezza che, laddove mancasse, viene restituita permettendo al bambino di riconoscere che tipo di emozione sta esprimendo in quel momento.

bimbi foglie carte

Ammetto di avere un debole per le carte, tra le mie preferite sono quelle dell’alfabeto dei sentimenti. Ma soprattutto amo utilizzare nella stessa maniera elementi della natura, insegnando il rispetto di ciò che può essere colto e mai strappato e che tutto ciò che viene dalla Terra non ci appartiene veramente.

C’è stato un episodio che ti ha particolarmente colpito durante i tuoi incontri coi bambini?

Ce ne sono diversi, ma il più significativo che ricordo è senza dubbio questo: all’inizio dell’anno scolastico, dopo due ore di attività con una quarta elementare, con la mascherina addosso per tutto il tempo, un bambino mi ha chiamato da parte e mi ha sussurrato all’orecchio, quasi come un piccolo segreto, se potessi mostrare il mio viso.

Amo utilizzare gli elementi della natura, insegnando che tutto ciò che viene dalla Terra non ci appartiene veramente

Lì mi si è stretto il cuore, perché non mi sono reso conto, dopo una mattinata di connessioni ed empatie create insieme, di avergli negato per tutto il tempo un ascolto visivo. Purtroppo l’abitudine ai dispositivi anti-Covid ha tolto tutta l’espressività della mimica facciale, che sta alla base di ogni incontro, prima ancora della parola. Da quel giorno mi presento abbassando la mascherina e sorridendo.

Quali elementi di coaching ritieni più utili per questo tuo progetto?

L’ascolto, filo conduttore di tutte le attività ed elemento comune anche al mio progetto di Green Coach con gli adulti, dove riconoscimento delle emozioni, annullamento del giudizio, rispetto della natura e del pensiero degli altri (e del proprio) sono sicuramente i denominatori comuni di ogni attività.

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