5 Lug 2022

L’agricoltura Permarigenerativa: quando la permacultura incontra le agricolture rigenerative – Meme #40

Scritto da: Daniel Tarozzi
Riprese di: DANIEL TAROZZI
Montaggio di: PAOLO CIGNINI

Da tempo stiamo vivendo sulla nostra pelle gli effetti di una preoccupante siccità, direttamente collegabile alla crisi climatica e ambientale. Interessanti soluzioni pratiche arrivano da Comunità di Etica Vivente, dove partendo dai principi della permacultura e dell'agricoltura rigenerativa si sta sperimentando un metodo chiamato permarigenerativo, ispirato all'efficienza circolare della natura.

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Perugia, Umbria - Torniamo sull’incontro avuto con Fabio Pinzi ed Eve Eisenreich presso Comunità di Etica Vivente per approfondire – come promesso – alcuni aspetti “permaculturali” del loro progetto. Non sapete di cosa io stia parlando? Allora prima leggete questo e questo. L’iniziativa che vi abbiamo presentato nello scorso articolo diventa quanto mai di attualità in un momento in cui la siccità è diventata “protagonista” persino dei nostri riottosi mass media.

Quello che Fabio ed Eve stanno praticando infatti, è tra le altre cose un sistema di eccellente gestione delle acque. Ma alla base di tutto stiamo parlando di rigenerazione: dei terreni, delle colture, delle culture, delle acque, dello spirito. E in effetti Fabio ed Eve mi raccontano come per loro la rigenerazione della sostanza organica sia solo una delle tante pratiche da applicare per far tornare la vita e l’equilibrio nei suoli.

I PRIMI PASSI VERSO LA RIGENERAZIONE

Quando Eve e Fabio hanno iniziato a studiare i terreni della Comunità si sono resi conto che nonostante questi avessero riposato per quarant’anni, erano ancora deboli e fragili. Hanno quindi cercato di “dare energia” al suolo conservando la sostanza organica già presente, hanno abolito le lavorazioni “profonde” e hanno ridotto le forme meccaniche di compattamento inserendo la microbiologia locale

Eve racconta: «Tra i nostri obiettivi c’è quello di trasmettere l’idea che si può lavorare con mezzi piccoli e leggeri e non c’è bisogno del grande trattore. La rigenerazione passa per una meccanizzazione più adatta. Qui ad esempio lavoriamo molto con una barra falciante messa su una moto zappa: l’erba che tagliamo rimane come una coperta sul suolo, che in estate non si secca troppo. Questo strumento inoltre emette meno CO2 della trincia».

Anche nei processi agricoli viene utilizzata solo una fresa per piccoli interventi intorno agli ulivi e per concimare con compost o lombricompost autoprodotto dall’orto e da quello che cresce in questo sito: «Pratichiamo una vera economia circolare, il modello natura deve essere imitato perché più efficiente. Con questo progetto vogliamo dimostrare sia agli studenti che ai ricercatori come funziona questo tipo di processi».

comunita etica vivente

Una volta immessa nel sistema, l’energia si muove in dinamica, aumentando senza dover essere reimmessa da fuori: questo è il processo di rigenerazione! «Lavoriamo sulle “coperture”, sulla distribuzione dell’acqua, sulla microbiologia» precisa ancora Eve. «A quel punto, la natura sa bene cosa fare senza che l’uomo debba immettere costantemente energia da fuori».

L’AGRICOLTURA PERMARIGENERATIVA

Questo approccio da sempre contraddistingue la ricerca di Fabio, che ora – insieme a Eve – ha dato vita a un nuovo progetto: l’agricoltura Permarigenerativa. «L’agricoltura Permarigenerativa – spiega Fabio – nasce come sintesi teorico-pratica fra il mondo della permacultura e quello delle agricolture rigenerative. I principi etici della prima sono i binari su cui costruire i progetti agricoli e sociali sostenibili e le tecniche rigenerative dei suoli e delle comunità gli strumenti efficaci per raggiungere  rapidamente i risultati desiderati».

Pratichiamo una vera economia circolare, il modello natura deve essere imitato perché più efficiente

«Ci rivolgiamo a tutto quel mondo agricolo – dall’imprenditoria all’hobbistica – che ha a cuore la creazione di economie circolari, la fertilità e la conservazione della vita del suolo, la qualità e salubrità del cibo ricavato e la equa remunerazione dei beni prodotti, vera discriminante in grado di garantire valore e rispetto a tutto il sistema».

«Il nostro è un modello consolidato e sperimentato da anni dove pratica, formazione e progettazione si integrano vicendevolmente producendo sistemi efficaci, produttivi e a basso consumo energetico», conclude Fabio. «Tali sistemi sono capaci di adattarsi alle sfide del futuro mitigando il cambiamento climatico e la conseguente crisi energetica e idrica ed esaltando nel contempo la bellezza e l’armonia con consapevolezza e responsabilità».

Ad agosto parte un corso di 72 ore incentrato su questo approccio che si terrà presso Comunità di Etica Vivente. Per saperne di più si può scrivere a segreteria@comunitadieticavivente.org, fabiopinzi@libero.it e/o eisenreicheva@gmail.com.

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