14 Lug 2022

Felicità Civica: come si misura la felicità di una città?

Scritto da: Lorena Di Maria

Migliorare la vita urbana e il benessere di cittadini e cittadine: è per questo che nasce il progetto Felicità Civica, avviato dell'associazione Nessuno in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino. Per farlo i due enti hanno realizzato un questionario rivolto ai residenti, che ne misurerà il grado di "felicità" a partire dal quartiere in cui vivono.

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Torino - «Tutti gli esseri umani vogliono essere felici; peraltro, per poter raggiungere una tale condizione bisognerebbe cominciare col capire cosa si intenda per felicità». Con queste parole il filosofo e scrittore Jean-Jacques Rosseau si interrogò sul concetto di felicità. E come lui, nella storia dell’umanità, innumerevoli studiosi hanno abbozzato definizioni di ogni sorta su cosa vuol dire davvero essere felici.

VIVERE NELLE CITTÀ

Il contesto in cui viviamo è fondamentale nel determinare il nostro livello di salute e di benessere. Prendiamo ad esempio le città: le riflessioni sullo spazio urbano sono state condotte da studiosi, letterati e filosofi sin dal passato. Andando a ritroso nel tempo, Aristotele nell’’Etica Nicomachea faceva esplicito riferimento al buon governo come fattore necessario per il raggiungimento della felicità: in pratica secondo il suo pensiero una città rendeva felici promuovendo la pace, la cultura, l’istruzione e, soprattutto, consentendo ai suoi cittadini di partecipare liberamente alla vita politica e sociale.

Non possiamo non citare gli studi di Henri Lefebvre e quelli successivi di David Harvey, che si sono interrogati sul concetto di “diritto alla città”.  Al centro del discorso emergeva la dimensione collettiva e la valorizzazione dell’individuo che in molti casi rivendicano la necessità di ricostituire un modello di città dove gli spazi tornassero a essere luoghi della quotidianità, stimolando il rafforzamento delle comunità locali e l’identità di un luogo.

Felicita Civica
Foto di Antonio Sessa tratta da Unsplash
COME MISURARE LA FELICITÀ CIVICA?

Ma è possibile misurare il livello di felicità di una città? E soprattutto, cosa rende una comunità più felice rispetto a un’altra? A chiederselo è l’associazione Nessuno di Torino, fondata nel 2006 da un gruppo di giovani che hanno un forte legame con la città, dove conducono i loro studi su partecipazione, inclusione e sulle sfide della società di oggi. Insieme al Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino ha lanciato una sfida: intraprendere un percorso condiviso per conoscere qual è il grado di felicità collettiva.

Il progetto si chiama Felicità Civica: nasce come percorso di ricerca per creare una mappa dei bisogni nella fase di post-pandemia e per definire degli interventi diffusi in grado di migliorare il benessere di ogni cittadino. Realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo, attraverso il bando “CivICA”, e il Patrocinio della Città di Torino, possiamo considerarlo un vero e proprio percorso di innovazione, perché si basa sulla convinzione che solo unendo la dimensione politica, sociale, culturale ed economica è possibile avvicinarsi alla definizione di “felicità di un territorio”.

Nasce come percorso di ricerca per creare una mappa dei bisogni nella fase di post-pandemia e per definire degli interventi diffusi

UN QUESTIONARIO PER I CITTADINI

Per realizzare lo studio l’associazione Nessuno, con il Dipartimento di Psicologia, ha realizzato un questionario per misurare la felicità delle persone a partire dal quartiere in cui vivono, per un totale di 34 quartieri. L’obiettivo è rispondere a quesiti come “Cosa ci è stato tolto dalla pandemia?”, “come ristabilire un equilibrio nel quartiere di appartenenza?” o “come migliorare il benessere del cittadino?”. La fase di indagine ha consentito di definire dieci indicatori della felicità civica, che diventano delle “sfide civiche” per la società in generale e la città in particolare, per progettare un futuro dove i cittadini vivano in una dimensione di maggior benessere.  

I dieci indicatori sono: terza età e invecchiamento; famiglia e casa; cultura e accesso alla cultura; scuola, giovani e formazione; ambiente, territorio e spazi pubblici; lavoro e tempi di vita; benessere e relazioni sociali; Innovazione, tecnologia e impatto sociale; salute e sicurezza; identità, differenze e partecipazione.

Felicita Civica1
Foto di Wendy Dekker tratta da Unsplash
DIVENTARE AMBASCIATORI DELLA FELICITÀ CIVICA

Fondamentali per lo sviluppo del progetto saranno poi gli Ambasciatori della Felicità, ovvero volontari che sceglieranno di partecipare al progetto e che coinvolgeranno nei 34 quartieri di Torino, residenti, associazioni, negozianti e altre realtà, altre istituzioni, private e pubbliche, per promuovere la compilazione del questionario e divulgare i risultati emersi dalla mappatura.

Chiunque può essere ambasciatore, divenendo un ponte tra il progetto e il quartiere di riferimento e si occuperà di informare, ispirare e sostenere azioni per la felicità civica all’interno delle proprie comunità e reti. Sarà possibile compilare il questionario entro ottobre e i risultati ottenuti permetteranno di ripensare delle politiche e nei quartieri di Torino.

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