14 Set 2023

Rigassificatore a Vado Ligure: oltre i conflitti, cosa succede veramente?

Scritto da: Emanuela Sabidussi

La notizia del rigassificatore che verrà spostato da Piombino a Vado Ligure nei prossimi anni sta scatenando un dibattito molto acceso: da una parte alcuni politici, dall'altra cittadini, comitati e personaggi pubblici. Diamo il via alle inchieste di approfondimento mensili di Liguria che Cambia partendo proprio da questo tema e cercando di comprenderne diversi aspetti per fornire informazioni più approfondite possibile, andando oltre all'essere favorevoli o contrari, per acquisire consapevolezze nuove.

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Savona - Sviluppo economico o tutela ambientale, economia o ambiente, salute o lavoro. Ci risiamo! Siamo ricaduti nello stesso dilemma, nel dualismo che ha suddiviso la popolazione e la politica in questi ultimi decenni. Questa volta l’elemento che ha scatenato il dibattito è l’annuncio dell’installazione di un rigassificatore – che attualmente si trova a Piombino – vicino alle coste di Vado Ligure. I sindaci dell’area limitrofa, insieme a gruppi di cittadini, associazioni e personaggi televisivi, si sono schierati in maniera forte, esprimendo il loro “no” a gran voce.

Ma il progetto va avanti e si prevede che venga realizzato entro il 2026. E mentre il dibattito si fa sempre più acceso, riempiendo pagine e pagine della cronaca giornaliera dei quotidiani, abbiamo deciso di fare un passo indietro e provare a comprendere cosa sta avvenendo, quali sono le logiche che portano a schierarsi a favore di questa decisione e quali invece quelle che spingono a schierarsi contro.

Rigassificatore impianto

Non solo: abbiamo deciso di approfondire e comprendere da vicino quali altri impianti simili esistono e quali sono le conseguenze che hanno creato nel loro territorio, nel sistema ambientale. Vogliamo capire, per fornire un’informazione utile, che possa andare oltre al solo “sì” o “no”, poggiando su nuove consapevolezze e una visione più ampia e reale possibile. Ma partiamo dal comprendere con esattezza di cosa si sta parlando.

IL TERRITORIO E L’EX CENTRALE

Fino agli anni ’70 il territorio di Vado basava la sua economia su industrie medio-piccole e su un porto di limitate dimensioni, oltre che un’agricoltura già sviluppata e conosciuta e riconoscibile dal di fuori per i suoi prodotti tipici. In pochi anni la situazione ha iniziato a cambiare, con l’arrivo del cosiddetto sviluppo: venne installata una centrale a carbone, convertita poi in centrale a turbogas, alle quali si accostarono anche due discariche, due stabilimenti Rir (Rischio di Incidente Rilevante) e altre industrie.

L’impiato prevede un processo che per quanto sicuro non manca di margini di pericolosità, così come invece ne è certo l’inquinamento

La centrale, chiusa nel 2014, ad oggi è ancora elemento di dibattito, in quanto dopo anni di lotta da parte di cittadini e associazioni – fondamentale è stato il lavoro del comitato cittadino Uniti per la salute –, vi è un processo in corso che sta approfondendo le responsabilità degli ex dirigenti indagati per disastro ambientale e sanitario; il pubblico ministero ha chiesto la condanna a tre anni e mezzo per 24 imputati su 25, per un totale di oltre 86 anni di carcere.

L’accusa che li coinvolge – e coinvolge, insieme a loro, la Tirreno Power – è quella di essere stati a conoscenza dell’inquinamento provocato e di non essere intervenuti; i fumi emessi dai gruppi a carbone avrebbero causato infatti un aumento dell’inquinamento nonché della mortalità dei residenti nei lunghi anni di funzionamento della centrale.

IL RIGASSIFICATORE

In questo contesto complesso a pochi anni dalla chiusura dell’ex centrale, con un territorio che si trova ancora a fare i conti con le conseguenze sulla salute dei suoi abitanti e sull’equilibrio ambientale alterato, arriva poche settimane fa l’annuncio di un nuovo impianto previsto sempre nella stessa area: una nave rigassificatrice, che verrà spostata dal mare toscano a quello ligure nei prossimi tre anni e che ha una capacità di stoccaggio di 5 miliardi di metri cubi l’anno e una dimensione di 292,5 metri di lunghezza per 43,4 di larghezza e circa 55 metri di altezza.

rigassificatore no

Il compito di un impianto di rigassificazione è quello di convertire il gas naturale liquefatto, o GNL, in forma gassosa permettendone così l’immissione nella rete di distribuzione nazionale. Il gas estratto non viene infatti trasportato nella sua nella sua forma naturale, perchè i volumi occupati sono estramente superiori; viene quindi trasformato in forma liquefatta e una volta giunto nel rigassificatore viene sottoposto al processo opposto.

“La nave scarica ben 100 milioni di metri cubi di gas liquefatto (Gnl) a -160°C in una nave rigassificatrice che la affianca e che trasforma nuovamente il gas in forma gassosa, per poter poi essere immesso nella rete di distribuzione. La capacità annua di rigassificazione nel caso della Golar Tundra (questo il nome della nave gasiera) è di cinque miliardi di metri cubi. Un processo che per quanto sicuro non manca di margini di pericolosità, così come invece ne è certo l’inquinamento“.

“Una nave di questa tipologia infatti brucia circa 100 tonnellate di carburante al giorno (senza contare il viaggio dal prelievo alla destinazione) e il ciclo prevede il prelievo di 18mila metri cubi di acqua di mare ogni ora, acqua che dovrà essere sterilizzata con pura candeggina e scaricata fredda, a -7°C rispetto a quando prelevata, con tutto ciò che questo può provocare a livello di biocenosi marina”1. All’installazione della nave si aggiungeranno inoltre altre opere a terra, come la stazione di pompaggio, anch’esse previste per il 2026.

Rigassificatore mare
I FAVOREVOLI E I CONTRARI

Tale grande opera è stata appoggiata fin dall’inizio da Giovanni Toti, attuale presidente della Regione Liguria, ma non solo: tra chi ne sta sostenendo la validità e l’importanza vi è anche l’attuale amministrazione comunale, in primis Monica Giuliano, attuale sindaca di Vado Ligure, che ha da poco anche ricevuto la nomina di commissario dell’agenzia regionale per i rifiuti (Arlir).

Ad esprimersi invece contrari sono stati molti cittadini non solo di Vado, bensì di molti comuni limitrofi, oltre ad attivisti per l’ambiente, operatori turistici e albergatori. In questi giorni sono in corso alcune manifestazioni di dissenso pacifico, tra cui una catena umana che ha coinvolto migliaia di persone – circa 16mila –, le quali si sono radunate in spiaggia, da Savona a Spotorno, domenica 10 settembre.

Le prossime settimane seguiranno una serie di articoli di approfondimento che avranno, come già accennato, lo scopo proprio di sviscerare dinamiche, opinioni e motivazioni celate dietro a questo rigassificatore. Vogliamo mettere a disposizione non un punto di vista già confezionato e pronto per l’uso, quanto piuttosto elementi aggiuntivi che possano essere strumento di una comprensione profonda e quanto più reale – o vicina al reale – possibile. Sappiamo che la realtà è complessa e avere un’opinione decisa su qualcosa ancor di più: facciamolo dunque insieme, passo dopo passo.

Fonti:
1 – https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/09/02/rigassificatore-a-vado-ligure-non-una-cosetta-da-poco-la-popolazione-non-ci-sta/7277168/

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