1 Set 2023

Il Parco di Pantelleria: tutelare tradizioni e biodiversità in sinergia con la comunità

Dal 2021 Sonia Anelli dirige il Parco di Pantelleria istituito nel 2016. Tra conservazione e valorizzazione della biodiversità e della cultura locale Sonia, grazie anche al supporto della comunità, ha messo in piedi un modello funzionante capace di fare rete anche al di fuori dell’isola.

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Trapani - Pantelleria è un’isola nel cuore del Mediterraneo, magica per cultura, tradizioni, bellezza e natura. Per tutelare questo ricco patrimonio di biodiversità umana e ambientale, nel 2016 è nato il Parco Nazionale dell’Isola di Pantelleria, in ordine cronologico l’ultimo parco italiano a essere stato istituito e il primo in Sicilia. L’occasione è scaturita da un incendio di una parte di Montagna Grande, il bosco più importante dell’isola.

Dal 2021 a dirigere le attività del Parco è Sonia Anelli. All’epoca, appena due anni fa, era l’unica donna a ricoprire questo ruolo. Laureata in Scienze Biologiche, esperta di Pubblica amministrazione, di educazione ambientale e di conservazione della natura, ha lasciato la sua Parma per dare forma a uno degli enti italiani più nuovi, in un contesto molto distante dal suo mondo e non solo geograficamente. 

sonia anelli
Sonia Anelli, direttrice del Parco Nazionale dell’isola di Pantelleria

«Quando sono arrivata c’erano molte curiosità e aspettativa nei miei riguardi. C’era chi mi identificava come la salvatrice e chi invece mi vedeva con più diffidenza. Sono stata in ascolto e ho messo la mia esperienza al servizio della comunità locale. È così che abbiamo messo in piedi le tante azioni tipiche di un parco adeguate alle esigenze locali», mi racconta Sonia.

In due anni sono davvero tante le iniziative promosse, dalla struttura propriamente amministrativa a quella più tecnica. Alcune figure sono state già assunte tramite concorso, altre aspettano di essere ricoperte. Ingegneri, biologi, geologi sono alcune delle figure ricoperte e che hanno visto tra i candidati persone del luogo, persone che vivono sull’isola o che hanno deciso di venire a vivere a Pantelleria. Una prospettiva nuova per una terra così piccola che, generalmente, vede partire molti dei suoi abitanti per trovare altrove possibilità lavorative.

Non è facile, è una sfida complessa, ma serve fare sistema, fare in modo che la comunità locale si senta addosso il parco

Il PARCO DI PANTELLERIA TRA CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ E DELLA CULTURA LOCALE

La mission del Parco di Pantelleria è molteplice e riguarda sia la conservazione e valorizzazione della biodiversità e della natura in generale, che la valorizzazione del mondo agricolo, culturale e della tradizione locale coniugando il tutto con il turismo. Pantelleria rientra tra l’altro nella lista dei siti Unesco per l’arte dei muretti a secco e la pratica della coltura della vite ad alberello, oltre a far parte dei Paesaggi rurali storici sempre per viti, ulivi, muretti a secco. 

In accordo con il CAI, dal 2021 a oggi sono stati recuperati e numerati circa 120 chilometri di sentieri che, nel corso dell’anno, vengono anche mantenuti e puliti, e sono state formate circa 50 guide. Al momento ne operano 20 supportando le attività di accompagnamento e di escursionismo nell’isola, molto apprezzate dai turisti.

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Uno dei sentieri recuperati all’interno del Parco Nazionale dell’Isola di Pantelleria

Il Parco di Pantelleria ha ricevuto anche un riconoscimento da parte di EUROPARC – la federazione europea dei parchi –: la Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle Aree Protette, uno strumento metodologico e una certificazione internazionale che permette una migliore gestione del turismo nelle aree protette. Una Carta che si fonda sulla collaborazione tra tutte le parti interessate a sviluppare una strategia comune e un piano d’azione per lo sviluppo turistico. 

Il Parco di Pantelleria – coerentemente con i suoi obiettivi di tutela del patrimonio naturale e culturale e un impegno continuo per migliorare la gestione del turismo nell’area protetta a favore dell’ambiente, della popolazione locale, delle imprese e dei visitatori – si è dotato anche di un museo naturalistico, vulcanologo e archeologico ed è diventato il centro di convergenza delle attività turistiche sostenibili e di iniziative di promozione territoriale. 

parco di pantelleria

In questi due anni ha ricevuto anche finanziamenti per l’efficientamento degli edifici, l’acquisto di mountain bike e auto elettriche, stazioni di ricarica e attività di riqualificazione del territorio e lotta alle specie aliene. «Tra i tanti progetti avviati abbiamo iniziato un lavoro di radicazione del penniseto, una specie esotica che sta invadendo Pantelleria e in Sicilia sta sostituendo la macchia mediterranea. Stiamo cercando di correre ai ripari prima che succeda anche qui. Lo faremo con altre specie aliene. Con un lavoro di squadra che riunisce tutti i soggetti coinvolti nella gestione e nell’amministrazione del territorio è più semplice avviare procedure di questo tipo. Cerchiamo di proporre questo approccio su più fronti», continua a raccontare Sonia.

Anche in ambito agricolo e vinicolo si cercano di promuovere i prodotti locali – dal vino ai prodotti più tipici – con patti e protocolli di intesa e una comunicazione ad hoc, anche scientifica, che coinvolge le guide dell’Ente Parco. Lo stesso vale per le 50 guide, alcune pantesche, altre siciliane, altre ancora provenienti dal resto d’Italia, che hanno sottoscritto un disciplinare con il Parco e seguono una formazione permanente e un calendario di escursioni, “Parchi in cammino, per fare sistema con la comunità locale e promuovere alberghi, ristoranti e realtà locali che creano un nuovo tessuto socio-economico. 

Il PARCO DI PANTELLERIA, UN MODELLO PER FARE RETE E COSTRUIRE UN SISTEMA FUNZIONANTE

Danny Almanza, ad esempio, l’unico apicoltore dell’isola, all’interno del parco supporta il monitoraggio e la conservazione degli impollinatori. Proprio lo scorso anno, a Pantelleria, si è svolto un convegno internazionale sulle api con circa 50 professori da tutto il mondo. Non mancano le collaborazioni con alcune università italiane, da Palermo a Torino, con progetti che puntano ad una maggiore sostenibilità dell’isola e a un efficientamento energetico: dalla creazione di linee guida per la ristrutturazione dei dammusi, già di loro molto efficienti, all’uso di energie rinnovabili sul territorio, in particolare l’eolico. 

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Uno scorcio dell’isola di Pantelleria

«Abbiamo ancora molto da fare nel Parco di Pantelleria, ma non mancano le idee né l’entusiasmo. Da qui ai prossimi anni spero di consolidare quanto fatto fino ad ora, strutturare il rapporto con la comunità locale, rafforzare il gruppo delle guide sempre in un’ottica di sostenibilità. Sono i turisti a chiederlo. Stiamo lavorando molto anche sul fronte antincendio. Carabinieri forestali e corpo forestale regionale collaborano insieme nella vigilanza del territorio sia in tema rifiuti che incendi», continua Sonia.

«Il rischio zero non esiste, ma è possibile limitare i danni e gestire gli incendi come sta avvenendo. Un atteggiamento che ha una ricaduta anche sulle abitudini e modi di fare dei locali: mantenere puliti i sentieri, i viali parafuoco. A partire dalle istituzioni, ognuno deve fare la propria parte. Se continuiamo così non si potrà tornare indietro. Non è facile, è una sfida complessa, soprattutto in alcuni settori. Ma serve fare sistema, fare in modo che la comunità locale si senta addosso il parco, perché è la comunità locale che fa il parco», conclude Sonia Anelli. 

Sembra impossibile, ma al Sud, in un’isola nel cuore del Mediterraneo, sfidando qualsiasi tipo di pregiudizio una professionista donna, partendo da zero, è riuscita a mettere le basi di un lungimirante percorso virtuoso. Siete ancora convinti che non sia possibile cambiare i territori?

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