23 Luglio 2025 | Tempo lettura: 5 minuti

Daniel Tarozzi lascia la direzione di Italia Che Cambia: ecco il suo saluto

Daniel Tarozzi lascia il posto di direttore responsabile di Italia Che Cambia. Ecco il suo saluto e i suoi ringraziamenti.

Autore: Daniel Tarozzi
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Gratitudine. Ogni volta che qualcuno lascia un ruolo, ringrazia. Lo fanno persino i calciatori, quando – lasciando la squadra in cui sono cresciuti per andare in Arabia a prendere 25 milioni all’anno – ringraziano i tifosi del cuore e sperano un giorno di “tornare a casa”. Nessuno li legge i ringraziamenti. I credits alla fine dei film, i ringraziamenti a fine libro li saltiamo. Eppure quanto è importante dire GRAZIE, quando questa parola trabocca nel tuo cuore? Alla fine non si ringrazia per fare contenti gli altri o per essere letti. Si ringrazia per se stessi. Perché non farlo ci lascia incompleti, tarpati, mozzati.

E quindi il mio ultimo editoriale da direttore responsabile del giornale che ho fondato nel 2013 e del progetto che ho ideato nel 2012 con il gruppo che si è formato nel 2004, voglio iniziarlo proprio qui, dai grazie grazie grazie. Per favore, lettore o lettrice, fammi un dono, leggiti queste righe anche se ti sembrano stucchevoli. Sai perché ci tengo così tanto a ringraziare? Perché faccio il giornalista in un Paese in cui fare il mio mestiere è difficilissimo. Perché faccio il giornalista ecologico in un mondo incentrato su fossili e inquinamento. E perché faccio il giornalista ecologico e in un Paese e in un mondo in cui si preferisce lamentarsi anziché proporre.

Italia Che Cambia
Daniel Tarozzi, a sinistra, con Andrea Degl’Innocenti, rispettivamente vecchio e nuovo direttore di Italia Che Cambia

E faccio il giornalista ecologico e costruttivo, senza padroni, senza compromessi, senza mai essermi e esserci venduti a questo o quell’interesse. E quindi i grazie li voglio dire a quel gruppo di folli colleghe e colleghi che in questi 13 (20) anni hanno deciso di scommettere con me su queste idee, questi valori, questo mestiere. Ovviamente GRAZIE a Paolo Cignini, che salì con me in camper nel 2012 a scoprire l’Italia che forse stava cambiando (eccome!). Grazie a Luca Asperius che appoggiò il progetto e costituì con me il primo nucleo di questo progetto.

Grazie 10, 100,1000 volte ad Andrea Degl’Innocenti, Francesco Bevilacqua, Alessandra Profilio, Annalisa Jannone, Pierluigi Paoletti che credettero da subito in quella folle idea. Grazie a Daniela Bartolini, Selena Meli, Ezio Maisto, Filippo Bozotti, Emanuela Sabidussi, Valentina D’Amora, Elisa Cutuli,  Laura Zunica, Cecilia Camisassa, Benedetta Torsello, Susanna Piccin, Lorena Di Maria, Roberto Vietti, Sara Ancorato, Davide Scalisi, che in questi anni hanno contribuito e/o contribuiscono a rendere il nostro lavoro ciò che è. E grazie a tutte e tutti quelli che ora ho dimenticato.

Il mio viaggio in camper termina qui (o forse no)

In qualche modo con il passaggio a un nuovo direttore responsabile termina ufficialmente, dopo 13 anni, il mio “primo” viaggio in camper alla scoperta dell’Italia che Cambia. Ricordo che quando fondammo il progetto ci dicemmo: “Quando i media parleranno dei nostri temi, il nostro giornale non servirà più e potremo chiuderlo”. In parte ciò è avvenuto. Il nostro nuovo direttore – Andrea Degl’Innocenti – ci racconta ogni giorno nelle sue rassegne stampa come molti dei nostri temi siano entrati nei media mainstream, dal cambio vita al cohousing, dall’economia circolare alla gestione sistemica dei cicli produttivi, dalle rinnovabili alle comunità energetiche, dalle tematiche legate all’amore e la sessualità a quelle legate ai migranti e all’inclusività.

Italia Che Cambia
Da destra, Daniel Tarozzi, Paolo Cignini e Andrea Degl’Innocenti

Sempre più spesso, giornali, tv, influencer o youtuber raccontano storie a noi care e spesso lo fanno con qualità e perizia. Sono anche nate molte testate di settore che fanno un lavoro egregio e si è formata una magnifica rete di giornalisti costruttivi, di cui siamo ovviamente parte. Il bisogno di un giornale come il nostro però è quanto mai attuale. La crisi della democrazia, la diffusione di negazionismi e fake news, i dualismi imperanti, le ondate di disinformazione, le sfide e le possibilità dovute all’arrivo dell’intelligenza artificiale, la transizione ecologica (vera) tutta da costruire sono temi quanto mai attuali e quanto mai trattati poco e male in questo momento storico.

Sento quindi il bisogno di un passaggio forte, di rottura e continuità, con una nuova direzione del giornale che possa portare queste nuove sfide al centro della nostra indagine, senza perdere però la coerenza e la continuità con quanto di buono abbiamo fatto in tutti questi anni. Accanto ad Andrea resta saldamente alla guida come caporedattore Francesco Bevilacqua, che ogni giorno costruisce la nostra agenda e tutte le collaboratrici e i collaboratori che costruiscono dai diversi territori il nostro racconto quotidiano.

Sai perché ci tengo così tanto a ringraziare? Perché faccio il giornalista in un Paese in cui fare il mio mestiere è difficilissimo

Un animale umano

E io? Non so ancora quale sarà esattamente il mio ruolo fuori e dentro Italia che Cambia. Di sicuro continuerò a confrontarmi con Andrea e Francesco sulle linee del giornale. Di sicuro mi dedicherò sempre più ad approfondire i temi legati alla biofilia, al rapporto con i boschi, i fiumi, le altre creature non umane, animali e vegetali. Lo farò attraverso dei podcast, forse con libri o articoli, forse con conferenze o forse in tutt’altro modo. Dopo 20 anni in cammino sento il bisogno di fermarmi un attimo, ma sono anche terrorizzato da questa prospettiva. Paura è (!) desiderio. 

Una cosa voglio dirla a te lettrice o lettore che sei arrivato fin qui. Grazie per il tuo supporto, per esistere, per sognare con noi un Italia e/o un mondo che cambia. Grazie per credere e costruire una realtà basata sulle relazioni, l’ascolto, il buon senso, l’amore, la bellezza. Grazie per tutto e se non lo hai ancora fatto, abbonati a Italia che Cambia. Permetti a tutte le giornaliste e i giornalisti che ho citato prima di continuare a fare questo stra-ordinario lavoro liberi da censure, ostruzioni e istruzioni. Lo dico da sempre: insieme possiamo davvero cambiare le cose. Buon cambiamento.

Vuoi approfondire?

Leggi anche l’editoriale del nuovo direttore Andre Degl’Innocenti.