Scuotere via la tensione: la mia esperienza con il Metodo TRE
Il racconto personale di un’esperienza con il Metodo TRE, che attraverso il tremore aiuta il corpo a guarirsi da tensioni anche radicate nel tempo.

Negli ultimi anni ho cercato molti modi per ritrovare un senso di centratura. Yoga, meditazione, camminate nel bosco, scrittura. Tutti strumenti preziosi, ma sentivo che qualcosa mancava. C’era nel mio corpo una tensione sotterranea, cronica, una specie di allerta costante che non riuscivo a sciogliere, nonostante tutto il mio impegno. È in quel momento che ho sentito parlare del Metodo TRE® – Tension & Trauma Releasing Exercises – e la promessa mi ha subito incuriosito: un approccio corporeo semplice e naturale per liberarsi da stress e traumi profondi.
Inizialmente ero scettica. L’idea che il mio corpo potesse “tremare” spontaneamente per liberarsi da tensioni antiche suonava strana. Ma più leggevo, più mi rendevo conto che si trattava di qualcosa di molto concreto e radicato nella nostra fisiologia. Il metodo è stato sviluppato dal dottor David Berceli, specialista in traumi, che ha lavorato per anni in aree colpite da guerre e disastri. Studiando la risposta del corpo umano allo stress, ha osservato che — proprio come gli animali selvatici — anche noi esseri umani siamo biologicamente programmati per “scaricare” le tensioni attraverso il tremore.
La differenza è che noi, a differenza degli altri animali, abbiamo imparato a reprimere questa risposta naturale. Per pudore, per controllo sociale, per paura di apparire deboli o instabili. E così ci ritroviamo a immagazzinare tensione nel nostro sistema nervoso, nelle nostre fasce muscolari, nei nostri organi. Il Metodo TRE parte da un presupposto semplice ma rivoluzionario: il corpo sa guarire, se glielo permettiamo.

Cosa dice la scienza?
Sul sito ufficiale del Metodo TRE Italia ho trovato riferimenti a studi scientifici che spiegano con chiarezza i benefici di questo approccio. Alcuni esempi? Attivazione del sistema nervoso parasimpatico: il tremore neurogeno attivato durante la pratica aiuta a uscire dalla modalità “combatti o fuggi” tipica dello stress, facilitando il rilassamento profondo e il recupero. Si registrano anche riduzione dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e miglioramento della variabilità del battito cardiaco, un indicatore chiave del benessere psicofisico.
Questo metodo è supportato da alcuni studi preliminari, ma non è ancora universalmente riconosciuto dalla comunità scientifica come trattamento clinico standard. Ad esempio non è incluso nelle linee guida ufficiali di trattamento per il disturbo post traumetico da stress (PTSD) o per altri disturbi psicologici da parte di enti come l’APA (American Psychological Association) o l’OMS.
Esistono però alcune pubblicazioni e ricerche che mostrano effetti positivi su stress, ansia e benessere generale, ma al momento sono perlopiù studi piccoli, non randomizzati o con campioni limitati. E mentre la ricerca scientifica continua il suo decorso il motodo sempre più utilizzato da terapeuti, fisioterapisti, psicoterapeuti, neurofisiologi, counselor e operatori del benessere in molti paesi, spesso come complemento ad altri approcci terapeutici.
Dei benefici sono stati riscontrati anche in operatori sanitari, militari, sopravvissuti a traumi e persone con disturbi d’ansia o stress cronico. Non si tratta di una pratica “spirituale” nel senso stretto del termine, ma di un processo fisiologico: un rilascio muscolare profondo che coinvolge in modo diretto il sistema nervoso autonomo. In pratica, è il corpo che fa il lavoro, e non la mente.
Non si tratta di una pratica “spirituale” nel senso stretto del termine, ma di un processo fisiologico
Il mio primo incontro con il Metodo TRE
Il corso a cui ho partecipato presso il centro Autosufficienza è stato introduttivo, aperto a tutti e guidato da insegnanti certificati – se vi interessa saperne di più su Metodo TRE, ne abbiamo parlato qui. Il clima era accogliente, privo di giudizio. Dopo una breve introduzione teorica, siamo passati alla pratica: una serie di esercizi semplici che attivano e affaticano delicatamente i muscoli profondi delle gambe e del bacino.
Poi ci siamo sdraiati. Lì, nel silenzio e con gli occhi chiusi, ho sentito il mio corpo iniziare a muoversi. Un tremore sottile, poi più evidente, che sembrava arrivare dal centro del mio bacino e irradiarsi verso l’alto. Non era volontario, non era controllabile, ma non faceva paura. Era come se qualcosa si stesse sbloccando da solo, in modo naturale. Mi sono lasciata andare. Il corpo si muoveva da solo e in maniera saggia stava lasciando andare ciò che non serviva più; restava una sensazione di leggerezza, movimento e maggior presenza.
E dopo?
Nei giorni successivi ho osservato piccoli cambiamenti: più calma, meno reattività, un sonno più profondo. Ma più di tutto, ho sentito che avevo finalmente trovato uno strumento semplice e potente da usare quando la tensione si accumula. Non serve “capire” o “spiegare”. Basta ascoltare il corpo e dargli il permesso di fare ciò che esso stesso è capace di fare da millenni.
Il bello del Metodo TRE è che non richiede anni di formazione o discipline complesse: dopo le prime esperienze durante il corso si può praticare anche in autonomia, in casa propria, in qualsiasi momento. Non so dove mi porterà questo percorso, ma so che il mio corpo ha iniziato a parlarmi in un linguaggio nuovo. E questa volta sono pronta ad ascoltarlo.
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