8 Luglio 2025 | Tempo lettura: 6 minuti

10 libri per comprendere il mondo, la Sardegna e noi: letture per un’estate consapevole

Il consiglio per l’estate è: smettere di pensare, ma non mettere da parte la consapevolezza. Ecco dieci libri da leggere sotto l’ombrellone (o dove vuoi).

Autore: Sara Corona Demurtas
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L’estate è cominciata, portando con sé un certo rallentamento. Il caldo e le ferie chiedono di sospendere o quantomeno frenare il tran-tran della vita quotidiana, ma chi si ferma a riflettere è frastornato. Il mondo sembra al collasso, spinto dentro guerre che nessuna persona comune desidera ma che i governanti scelti per rappresentarci non fanno nulla per contrastare. 

In questa angosciante sensazione da Terza Guerra Mondiale che sembra incalzare, dobbiamo comunque alzarci dal letto la mattina, lavarci i denti, rispondere alle mail e fare tutte le cose richieste a una persona qualunque. Perché un malfunzionamento negli ingranaggi che fanno andare la grande macchina delle cose non sarebbe visto di buon occhio, almeno finché le bombe non ti stanno proprio cadendo nel giardino di casa. Ma se d’estate ci è concesso di rallentare, possiamo approfittarne per capire almeno cosa sta succedendo. E non mi riferisco alle manovre geopolitiche, di cui sono pieni anche i talk-show, ma alle dinamiche tutte umane di pensiero, visione e narrazione del presente e passato che hanno reso tutto questo possibile.

Ecco allora 10 libri “che potete leggere sotto l’ombrellone” – o dove vi pare – per capire cosa succede nelle nostre teste che permette a un sistema ingiusto di sembrare normale, o l’unico possibile. E per ricordarci che abbiamo ancora la capacità di immaginare un mondo diverso, che sia migliore.

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Libri, immagine di repertorio Canva

10 libri, 10 realtà da conoscere

  • 1984, di George Orwell. Romanzo distopico, racconta un futuro in cui un regime totalitario governa una fetta di mondo. La storia porta all’estremo una realtà visibile nei Paesi democratici oggi, con una stampa e un’istruzione scolastica formalmente oggettive e libere, ma nei fatti estremamente faziose nel raccontare ai cittadini le vicende storiche e contemporanee. “Chi controlla il presente controlla il passato e chi controlla il passato controlla il futuro”: da leggere, ma per stomaci forti. 
  • Orientalismo, di Edward Said. Sul potere di raccontare come potere creativo, di costruire mondi dentro le teste di chi legge o ascolta, è questo saggio che rivoluzionò gli studi postcoloniali. “Orientalismo” è una specifica visione dell’Altro costruita nel mondo occidentale, dove l’Altro – il diverso – per eccellenza è l’Oriente. Esotismo, stereotipi e feticizzazione: questo il cocktail che serviva ieri, e così oggi, a giustificare il colonialismo come opera di civilizzazione. Chi legge troverà che l’orientalismo si manifesta anche dentro i Paesi occidentali, nei confronti dei poveri e delle minoranze. 
  • I dannati della Terra, di Frantz Fanon. Questo libro è stato scritto quando il mondo stava cambiando: crollavano gli imperi coloniali, nascevano i primi Stati liberi nel Sud del mondo. Fanon smaschera l’ipocrisia degli intellettuali che, a parole, auspicano la liberazione degli oppressi, ma la condannano se fa ricorso alla violenza. Da psichiatra, porta il lettore nelle menti spezzate di chi subisce un’occupazione, mostrandoci invece la profonda umanità che muove sempre la ribellione alle ingiustizie. 

Questi libri si leggono in mille modi

  • La prima guerra del football, di Ryszard Kapuscinski. Questo giornalista polacco fu uno dei primi corrispondenti dall’estero e reporter di guerra, testimone diretto di decine di rivoluzioni e colpi di Stato. Dalla prima pagina, sarete dentro la vita quotidiana nella Nigeria della guerra civile o nel caos del Congo della decolonizzazione. Una raccolta di reportage al limite della follia che mostra la violenza, le contraddizioni e la speranza dei popoli africani martoriati dal colonialismo, dalle gocce di sudore sui volti stralunati dei guerriglieri alle voci stentoree dei rivoluzionari che arringano le piazze.
  • Comunità immaginate, di Benedict Anderson. Grande classico degli studi sui nazionalismi, questo saggio è semplicemente l’ABC per chiunque voglia capire come nasce il senso di appartenenza a un Paese, una nazione. Ci sentiamo affini a una “comunità immaginata” di cittadini, che non potremo mai conoscere per intero, ma che immaginiamo dotata di precise caratteristiche e diversa dalle altre. Questa Nazione – che non esiste geograficamente, né per DNA – diventa così reale nelle nostre teste grazie a un racconto in cui il “nostro” popolo si muove come un soggetto unico nella storia, interagendo con gli altri. Lettura indispensabile per capire perché non riusciamo a immaginare il mondo se non come una mappa colorata di confini, capitali e Stati-nazione. 
  • Dieci miti su Israele, di Ilan Pappé. La narrazione è tutto e il potere di raccontare è forse il potere più grande. In questo libro, il famoso storico ribalta tutte le principali bugie costruite dalla macchina della propaganda israeliana. Ripercorrendo la storia di Israele come una grande operazione politica e militare di accaparramento di terre palestinesi, Pappé mostra come il progetto di uno Stato ebraico sia stato reso possibile da un’operazione minuziosa di cancellazione e riscrittura della memoria, in cui l’archeologia e la storia sono armi principali.
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Libri, immagine di repertorio Canva

Libri sulla questione sarda

Passiamo agli “indispensabili” per capire la questione sarda e soprattutto l’assimilazione culturale subita alla nascita dell’Italia per la necessità di “fare gli Italiani” nell’isola. Questi libri si leggono in mille modi: sottolineando e aggiungendo punti esclamativi al margine, saltando da un capitolo all’altro, o consultandoli periodicamente come un vocabolario. In qualunque modo, leggerli sarà sempre una rivelazione.

  • La rivolta dell’oggetto, di Michelangelo Pira. Questo saggio descrive il rapporto sofferto tra il popolo sardo e la propria cultura, un’alienazione prodotta nel tempo dalle istituzioni dello Stato.
  • Per un’identità critica, di Placido Cherchi, che pone domande sul senso di appartenenza identitaria dei sardi alla luce di questa alienazione.
  • Banditi a Orgosolo, di Franco Cagnetta. Per capire il funzionamento della società sarda e la violenza istituzionale che contribuì a generare il fenomeno del banditismo.
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Libri, immagine di repertorio Canva

Dietro un consiglio di un’amica:

  • Violare gli spazi, di Aide Esu. Sulle ragioni strategiche per cui la Sardegna ospita più del 60% di tutte le basi militarie italiane, e sulla storia del movimento popolare che nell’isola si è opposto a queste servitù.

Un bonus con il mio personale preferito, Lettere dal carcere di Antonio Gramsci. Sono le lettere che il più grande pensatore socialista del nostro tempo scriveva ai suoi cari dal carcere in cui era recluso e in cui morì sotto il fascismo. Piene di umanità, di ricordi di vita in Sardegna ma soprattutto di speranza per il futuro. A quella capacità rivoluzionaria di immaginare, sperare e prendere coraggiosamente posizione per cambiare le cose abbiamo il dovere di fare appello ancora oggi. Buona lettura.