A Morigerati un ecomuseo racconta la cultura e la natura del Cilento
A Morigerati, in provincia di Salerno, l’ecomuseo Transluoghi è una collezione di persone, attività e luoghi storici e naturali per esplorare in modo lento e consapevole il Cilento.
Transluoghi. Già questo nome vuole raccontarci che siamo in una terra di transiti: quelli antichi di greci e romani, poi di popoli medievali che si spostavano lungo lo stivale, infine di abitanti che si sentono costretti a emigrare, soprattutto verso le Americhe, Argentina e Brasile. Ma anche di nativi ed originari di queste terre che scelgono di tornarvi e di impegnarsi comunque a promuoverli, ripristinando le migliori culture antiche in una chiave attuale.
L’ecomuseo Transluoghi di Morigerati (SA) è nato a partire da un processo di ricerca-azione sviluppato dal 2016 al 2019 da un gruppo multidisciplinare di professionisti e sostenuto dall’amministrazione comunale. Formalizzata la costituzione nel 2020 dal Comune di Morigerati, l’Ecomuseo è stato ufficialmente riconosciuto nel 2024 dalla Regione Campania.
La simpatia e la storia stessa di Liviano Mariella – un architetto che è ricercatore indipendente, progettista culturale e designer civico, fra i realizzatori di questo capolavoro corale – sono per noi la migliore introduzione utile a conoscere una storia e una confluenza di iniziative che ha trovato il suo focus soprattutto a partire dagli anni ‘80.

È in quel periodo che giovani e anziani lottano letteralmente con tutti i mezzi per fare di Morigerati – murikè è il nome greco di Morigerati e significa “terra delle ginestre”, insieme alla frazione Sicilì, “selva di fichi” – un luogo dove essere riconoscibili e riscrivere un pezzo di storia. Il territorio è carsico e dominato dalla presenza del Bussento, un fiume che sparisce negli inghiottitoi di Caselle in Pittari e riaffiora, percorrendo circa 6 chilometri, a qualche centinaio di metri sotto Morigerati: il suo percorso sotterraneo è ancora in parte inesplorato.
Quelle decine di persone, giovani e anziani, che allora arrivarono a uno sciopero della fame di nove giorni per vedere riconosciuti i loro sforzi dalla politica regionale e nazionale, oggi sono il sindaco Guido Florenzano, la responsabile dell’Oasi WWF Demetria Barra – che consente la visita alle suggestive Grotte del Bussento e al molino di famiglia, che produceva con macina greca la farina per tutto il paese – e la guida e custode del Museo Etnografico Elfriede Caiafa, museo frutto dell’opera di raccolta minuziosa di oggetti, arredi, strumenti, tessuti e tradizioni svolta a partire dagli anni ‘70 dalle due maestre e filantrope Clorinda e Modestina Florenzano.
C’è poi un piccolo universo di aziende, associazioni e singole persone che vivono il territorio raccontato dall’ecomuseo animandolo con le loro attività. Dall’azienda agricola all’ostello, da chi si occupa di tecnologia, fino ai presidi Slow Food. Tutti loro, in modo diverso animano questi luoghi e contribuiscono a plasmarne l’anima.

La sede dell’Ecomuseo Transluoghi di Morigerati è nell’antico frantoio, recuperato in modo molto suggestivo e arredato in maniera semplice e gradevole integrando alle macine di pietra l’exhibit crossmediale che ci presenta tutte le testimonianze delle persone e delle aziende che operano sul territorio, riprese nei loro luoghi di lavoro, che consente inoltre di esplorare virtualmente le parti di grotte non visitabili.
In questo luogo si vedono anche le possenti presse di acciaio che si usavano per spremere le olive. Un luogo assai suggestivo dove la natura si integra con opere sonore che si possono ascoltare consultando i QR installati in giro e visitare anche le opere di land art in legno e ferro, oltre al ponte normanno a schiena d’asino.
Ai margini del territorio comunale di Morigerati, quasi sulla cima del monte Pittari, si trova l’eremo di San Michele, anche qui con grotte che fanno parte del sistema del Bussento. E poi percorsi di passeggiata a piedi o in bicicletta dedicati ai fiumi della zona, alla geologia carsica, alle aziende. Gli itinerari collegano le varie località, come ad esempio quello che segue il Sentiero Valle della Lontra, che unisce l’Oasi di Morigerati alla cascata dei Capelli di Casaletto Spartano, per le quali saranno presto disponibili anche bici elettriche. E ancora un cammino come quello di San Nilo che porta da Sapri a Palinuro e che, percorrendo 100 chilometri transita proprio in questi luoghi, offrendo ospitalità tipica in tappe impegnative ma non tanto lunghe, distribuibili su 5-7 giorni.

Il territorio carsico è un territorio “faticoso” perché richiede la forza di salire e scendere. Un percorso che le donne del luogo facevano diverse volte alla settimana per recarsi dal paese alle risorgive del fiume Bussento, dove potevano lavare i panni mentre il molino macinava il loro grano, per poi rientrare cariche di pesi. Questo ha temprato le popolazioni che sanno essere ostinate e forse a questo dobbiamo, come racconta Liviano, che ancora oggi siano soprattutto donne a occuparsi di tutto qui in paese e a continuare a salire e scendere quelle montagne anche per raccontare la vita di un tempo e quella di oggi.
Il luogo è nell’entroterra a metà strada fra l’autostrada del Vallo di Diano e il mare del Cilento e di Sapri, lo si può visitare in ogni stagione in modo autonomo o contattando l’ecomuseo per avere guide locali, magari nel recarsi o nel tornare dalle vacanze, ma merita anche una visita dedicata di uno o più giorni per godere di un mondo rallentato e a misura umana che rappresenta il migliore spirito operoso, fiducioso, appunto ostinato ma collaborativo e accogliente dei popoli meridionali e mediterranei e soprattutto del Cilento, un luogo di vita prospera e longeva.
Vuoi approfondire?
Per informazioni e prenotazioni puoi consultare il sito dell’Ecomuseo Transluoghi di Morigerati.










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