5 Dicembre 2025 | Tempo lettura: 7 minuti

Educazione sessuale e affettiva, a Palermo una rivoluzione dal basso che coinvolge giovani, adulti e associazioni

A Palermo il CESIE sviluppa percorsi formativi e partecipativi che coinvolgono giovani, scuole e comunità, dando vita a una consulta cittadina, a un portale informativo e a una rete globale.

Autore: Salvina Elisa Cutuli
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L’educazione sessuale e affettiva sarà possibile a partire dalle scuole medie e solo con il “consenso informato” dei genitori. È questo il succo del disegno di legge Valditara, che nei giorni scorsi ha incassato il primo via libera alla Camera tra le polemiche dell’opposizione. Per chi si occupa di questi temi, i rischi di questo nuovo disegno di legge sembrano parecchi: dall’esclusione per molti studenti – soprattutto se provengono da famiglie che non hanno tempo, strumenti o comprensione del tema –, a una marginalizzazione di temi fondamentali come relazioni sane, consenso, genere, identità, prevenzione della violenza.

Il CESIE, un centro studi e iniziative europeo fondato nel 2001 e ispirato al lavoro e alle teorie del sociologo Danilo Dolci con base a Palermo, da anni è impegnato a promuovere l’uguaglianza, la diversità e la non discriminazione anche attraverso la promozione dell’educazione sessuale e affettiva e l’uguaglianza di genere, la prevenzione della violenza contro tutti i generi, la protezione minorile e il contrasto ai crimini online attraverso tanti progetti rivolti a giovani e adulti.

Da circa sei anni, ad esempio, il CESIE ha investito con determinazione nella partecipazione giovanile dando vita allo Youth Advisory Board, attraverso la metodologia del bottom up, dal basso, una consulta giovanile nata per contrastare attivamente la violenza nelle relazioni adolescenziali e la violenza di genere scolastica. Il progetto fornisce le conoscenze e competenze sull’educazione sessuale e affettiva con un focus sull’intersezionalità e dà al contempo un ruolo attivo alle persone adolescenti, affinché possano partecipare e far sentire la loro voce

educazione sessuale e affettiva

Dalla consulta giovanile alla consulta cittadina 

La Consulta Giovanile è oggi un laboratorio di formazione permanente: circa venti giovani dai 14 ai 25 anni si incontrano con una psicologa, apprendono sia contenuti educativi che competenze per diventare educatrici ed educatori. Non solo: portano anche ciò che apprendono nelle scuole, nei centri giovanili, nelle famiglie generando un vero effetto moltiplicatore. «Se riesci a spiegarlo è perché l’hai interiorizzato», commentano Cloé Saint Nom e Rūta Grigaliūnaitė, coordinatrici dell’unità Diritti e Giustizia del CESIE. Il percorso comprende anche esperienze internazionali.

Un gruppo è stato recentemente in Lituania per una formazione intensiva con altre consulte giovanili europee: un’occasione che ha ampliato prospettive, competenze e fiducia. «Quando si fa educazione sessuale e affettiva spesso si viene accusati di voler “convertire” o influenzare l’orientamento sessuale, il punto è che sono i giovani che sottolineano la necessità di parlare di alcune tematiche. C’è un riscontro, un desiderio di raccontare, di informarsi e non sempre è possibile», sottolineano le due coordinatrici.

Grazie a questa esperienza dal basso, che ha permesso di creare relazioni con e tra le associazioni di Palermo da sempre impegnate su questi temi, a maggio 2023 è nata anche la prima Consulta Cittadina sull’Educazione Sessuale e Affettiva, una piattaforma in grado di generare confronto ed interventi formativi sul territorio in questo ambito. Rappresentanti di organizzazioni della società civile locale, esperti ed esperte attivi sul tema dell’educazione alla sessualità e all’affettività che vogliono animare un dibattito permanente, confrontarsi sugli approcci e i metodi, e portare avanti azioni coordinate che siano multidisciplinari e attente alle specificità e complessità del territorio.

Molti docenti chiedono aiuto perché si ritrovano in classe situazioni che non sanno gestire e necessitano di strumenti, formazione e supporto

La rete, costituita da più di 30 realtà, opera soprattutto a Palermo ma si sta espandendo nelle periferie, dove la presenza di iniziative è più scarsa ma la volontà di partecipare è fortissima. Le attività comprendono formazione congiunta, organizzazione di eventi, iniziative territoriali e prese di posizione comuni nelle giornate internazionali e su temi di attualità, confrontandosi spesso con chi la pensa diversamente. 

L’effetto dell’ondata anti gender: paura nelle scuole, docenti senza strumenti

«L’educazione sessuale e affettiva è una disciplina complessa e ben più ampia della sola salute riproduttiva. Significa parlare di relazioni sane, benessere psicologico, consenso, uguaglianza di genere, rispetto, dinamiche di potere, prevenzione della violenza. Tuttavia, in Italia e non solo, la pressione dei movimenti anti gender e un clima politico ostile hanno generato paura e autocensura, soprattutto nelle scuole».

«Parole come “genere” o “sessuale” vengono spesso evitate dalle stesse dirigenze scolastiche, preoccupate di subire attacchi o controlli. E senza una definizione chiara di cosa sia l’educazione sessuale e affettiva proliferano miti e false credenze», commentano Cloé e Ruta. Raccontano anche di molti docenti che chiedono aiuto perché si ritrovano in classe situazioni che non sanno gestire e necessitano di strumenti, formazione e supporto, mentre dall’altro lato altri dirigenti scolastici si autocensurano per paura di venire stigmatizzati, di subire controlli a scuola.

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«Uno degli aspetti più complessi è la scelta del linguaggio. Occorre adattarlo ai contesti, alle scuole, alle famiglie, alle diverse sensibilità territoriali. A volte è necessario evitare alcuni termini per non essere allontanati; altre volte è fondamentale usarli per renderli finalmente visibili. Il dibattito sulla lingua, sul genere grammaticale, sull’evoluzione culturale è costante e parte integrante del nostro lavoro. Ed è un processo senza fine: un equilibrio tra rigore, inclusività e accessibilità», sottolinea Cloé.

Gender Talk: un hub informativo al servizio di giovani e adulti

Si fa ancora fatica a comprendere che l’orientamento sessuale non si decide, non ci si può convertire a un genere o all’altro come se stessimo lanciando una monetina. Parallelamente alla Consulta, il CESIE ha lanciato Gender Talk, un portale che offre risorse formative e informative su tutti gli ambiti dell’educazione sessuale e affettiva. Il sito contiene materiali per docenti, corsi di autoformazione, indicazioni per unirsi alla Consulta e una selezione aggiornata di contenuti utili. L’obiettivo è promuovere il dialogo e rendere accessibili informazioni affidabili in un clima in cui la disinformazione è particolarmente diffusa.

Dalla Sicilia al mondo: la rete internazionale Sex Sense

Il CESIE coordina anche Sex Sense, una rete internazionale con oltre 90 membri – centri di ricerca, università, enti e organizzazioni europee e non solo – dedicata alla promozione dell’educazione sessuale e affettiva nel mondo. In alcuni Paesi europei questo tipo di educazione è parte del curriculum scolastico; in altri, come l’Italia, è ostacolata e resa difficile da barriere politiche e culturali. L’ondata conservatrice e anti gender che attraversa l’Europa e gli Stati Uniti influisce anche sui finanziamenti, mettendo a rischio il lavoro di molte organizzazioni.

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Per questo Sex Sense vuole garantire sostenibilità, proporre progetti, condividere metodi e strategie per contrastare gli attacchi politici e promuovere un diritto fondamentale per adulti e giovani. «Se non crediamo noi nel cambiamento, chi lo farà?», è la domanda che si pone di Rūta. Il lavoro del CESIE, tra difficoltà politiche, ostacoli culturali e autocensure, è spinto da una convinzione profonda, non smettere mai.

«Sono piccoli semi che germoglieranno», continua Rūta. E Cloé aggiunge: «Dovremmo dare sempre più voce ai giovani. Viviamo in un Paese anziano e ci dimentichiamo del loro potere. Se ribaltiamo la mentalità e adottiamo un approccio dal basso, abbiamo già vinto». Una visione che trova conferma ogni giorno, nei volti e nelle parole di chi cresce e si forma per trasformare il proprio territorio e la propria comunità. L’educazione alla sessualità non è solo un programma scolastico è un diritto umano fondamentale e uno strumento essenziale per costruire una società in cui le persone giovani possano crescere informate, consapevoli e al sicuro. 

Vuoi approfondire?

Per maggiori informazioni sulle attività promosse dal CESIE scrivete a justice@cesie.org.