Assolti gli attivisti di Ultima Generazione: la protesta per la GKN non era reato
Il Tribunale di Roma ha assolto gli attivisti di Ultima Generazione per il blocco stradale in solidarietà al collettivo GKN: l’azione non costituisce reato. Un segnale sulla legittimità della protesta sociale.
Non luogo a procedere. È questa la decisione del Tribunale di Roma al termine dell’udienza predibattimentale per l’azione messa in atto da Ultima Generazione il 18 dicembre 2023: un blocco stradale sulla via Salaria per esprimere solidarietà al collettivo di fabbrica dell’ex GKN di Campi Bisenzio. Agli attivisti erano contestati due reati: interruzione di pubblico servizio e violazione del foglio di via. Il giudice ha ritenuto “irragionevole” l’ipotesi di condanna per il primo reato, mentre per il secondo “il fatto non sussiste”.
La protesta univa il tema della giustizia climatica a quello della giustizia sociale e del diritto al lavoro, sostenuto da anni dal collettivo GKN, impegnato in un esperimento inedito di riqualificazione industriale partecipata. Il loro progetto, basato su un modello di azionariato popolare e riconversione ecologica della fabbrica, rappresenta una delle più interessanti esperienze italiane che affrontano in modo sistemico la crisi occupazionale e ambientale.
Alla notizia dell’assoluzione, il collettivo di fabbrica ha dichiarato: “Il futuro è di chi osa cambiare e senza cambiamento non c’è futuro. Per noi, la storia aveva già assolto quell’azione, perché lottare con radicalità di fronte alla possibile fine dell’umanità è un dovere. Continuiamo a coltivare questa incredibile convergenza tra forze per il clima e una fabbrica che prova a riaprire”.
La sentenza arriva in un momento particolarmente caldo nei processi legati all’attivismo climatico. Pochi giorni fa il TAR del Lazio ha archiviato le denunce contro 107 attiviste e attivisti di Extinction Rebellion per la “protesta del letame” del 2024, pur lasciando attivi 33 fogli di via. In parallelo prosegue a Roma il processo per diffamazione intentato da ENI contro Michele Giuli, volto di Ultima Generazione, con nuove udienze calendarizzate e una mobilitazione civica a sostegno delle spese legali.
La nuova sentenza apre interrogativi sulla portata del cosiddetto decreto sicurezza, che ha introdotto il blocco stradale come reato specifico, nel tentativo, secondo molti osservatori, di limitare la possibilità di manifestare. Tuttavia, negli ultimi mesi, le strade e le stazioni italiane hanno continuato a riempirsi di manifestanti, in particolare per chiedere la fine del genocidio in Palestina. Ad oggi, non esistono ancora processi che abbiano messo alla prova la tenuta giuridica del nuovo reato.
La decisione del tribunale romano sembra quindi porre un argine al crescente tentativo di criminalizzare il dissenso civile. L’assoluzione non cancella le tensioni, ma offre un precedente che potrebbe rafforzare la legittimità delle forme non violente di protesta. “Per il momento – si legge in un comunicato diffuso da Ultima Generazione – sì può affermare che se l’obiettivo del decreto era spaventare le persone e non farle scendere in strada a protestare, allora è stato un fallimento”.







Commenta l'articolo
Per commentare gli articoli registrati a Italia che Cambia oppure accedi
RegistratiSei già registrato?
Accedi