Le banche spendono per le energie fossili il doppio di quanto spendono per le rinnovabili
Un recente studio analizza quanto investono – o disinvestono – le banche a livello globale nel settore delle energie fossili e in quello delle rinnovabili.
Reclaim Finance è un’organizzazione non governativa che si occupa di ricerca ambientale, con un focus particolare sul rapporto fra clima e finanza. Pochi giorni fa la ONG ha pubblicato un report dal titolo “Banking on business as usual” con dati allarmanti che prendono in considerazione gli investimenti delle 65 principali banche a livello globale fra il 2021 e il 2024. Secondo i dati raccolti dalla ricerca – realizzata in collaborazione con BankTrack, Beyond fossil fuels, Rainforest action network, ShareAction, Stand earth, Urgewald e al WWF – gli investimenti sulle energie fossili sono il doppio rispetto a quelli per le energie rinnovabili.
Per la precisione è stato calcolato che a ogni dollaro investito in energie fossili corrispondono solo 42 centesimi dedicati a sistemi di approvvigionamento energetico sostenibili. Su 65 banche solo 14 investono la stessa quantità di denaro in fossili e rinnovabili – un risultato comunque inadeguato rispetto all’urgenza di una reale transizione energetica – e addirittura sono solamente 3 quelle i cui investimenti in rinnovabili sono doppi rispetto a quelli in fonti fossili, dimostrando che anche nei casi più virtuosi la completa decarbonizzazione è ancora lontana.
Nel report viene fatto notare che per riuscire a centrare gli obiettivi fissati dall’Agenzia Internazionale per l’Energia è necessario diminuire del 60% gli investimenti in fonti fossili entro il 2030 e contemporaneamente aumentare del 100% – quindi raddoppiare – quelli in fonti energetiche pulite e rinnovabili. In base alla politica finanziaria attuata, Reclaim Finance stima che solo 9 banche sulle 65 prese in esame siano in grado di raggiungere tali obiettivi.
Molto negativi i numeri delle due banche italiane prese in esame, Intesa San Paolo e UniCredit. Il trend della prima vede una diminuzione del 7% degli investimenti sia in fonti fossili che in fonti rinnovabili. UniCredit fa peggio, dal momento che disinveste più in rinnovabili (-5%) che in fossili (-1%). È questo il trend del comparto bancario italiano: calano un pochino gli investimenti in fonti fossili (-4%) ma calano ancora di più quelli in fonti rinnovabili (-6%).
Lo studio si chiude con una raccomandazione: “Le banche dovrebbero urgentemente allinearsi con la strategia net-zero adottando una politica climatica che vada nella direzione di una trasformazione del settore della produzione di energia”. Vengono poi fornite alcune indicazioni pratiche come la necessità di fissare obiettivi finanziari coerenti con la decarbonizzazione per il 2030 e adottare politiche energetiche settoriali che definiscano alternative sostenibili ai combustibili fossili.







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