DDL Caccia, il WWF lancia la petizione “Stop Caccia Selvaggia”
La proposta del DDL Caccia partorita dal Ministro Lollobrigida ha scatenato tante polemiche e reazioni. Il WWF ha lanciato la petizione “Stop Caccia Selvaggia”.

Si potrà sparare nelle spiagge. Regioni e ministero dell’Agricoltura avranno la facoltà di ridurre le aree protette a favore di quelle in cui sarà possibile cacciare. Si riapriranno i roccoli e si liberalizzeranno i richiami vivi, favorendo il bracconaggio e il traffico illecito di avifauna. Si aprirà alla caccia senza regole nelle aziende faunistico-venatorie con il riconoscimento della licenza ai cittadini di Paesi esteri. È questo, in breve, il cuore del nuovo DDL Caccia, il disegno di legge partorito dal Ministro Lollobrigida per riformare la legge 157/92, visto da molti come un tentativo di “normalizzare” la caccia in un momento storico in cui l’Europa spinge invece per maggior tutela della biodiversità.
Una sorta di restaurazione venatoria che non guarda alla crisi ecologica in corso. Il DDL Caccia è stato ribattezzato DDL “Ammazza-Natura” e in questi giorni ha scatenato la reazione di tutte le associazioni ambientaliste e non solo. Secondo un sondaggio Swg per conto di Lipu, 7 italiani su 10 bocciano la legge a cui lavora il governo, il 69% degli intervistati si dichiara d’accordo o molto d’accordo con una riforma della caccia che aumenti le tutele per la natura e solo l’1,4% degli italiani ritiene che la legge attuale preveda troppe limitazioni per i cacciatori.
Il Ministro si difende, ha parlato di fake news, di un testo non definitivo, di una semplice bozza, di un intervento necessario poiché la legge 157 del ‘92 non è più in grado di rispondere alle esigenze per cui fu pensata. Rassicurazioni che non lasciano per niente tranquilli le associazioni ambientaliste. lI WWF ha lanciato la petizione “Stop Caccia Selvaggia”, si può aderire firmando a questo link, che chiede al Governo Meloni di fermare un disegno di legge inaccettabile, che stravolge i principi della legge 157/92 e calpesta l’articolo 9 della Costituzione italiana, che tutela gli animali e la biodiversità.
Un provvedimento che, se approvato, sottolinea l’associazione, sarebbe un durissimo colpo alla tutela della fauna selvatica, trasformerebbe la natura in un poligono di tiro ad uso e consumo dei cacciatori, legalizzando la caccia in aree demaniali come spiagge e foreste, perfino di notte e durante la stagione riproduttiva, aumentando il numero di specie cacciabili e autorizzando l’uso massiccio di richiami vivi.
Le conseguenze sarebbero ingenti anche per chi vive, lavora o fa escursioni in natura, per la salute di tutti, a causa dell’aumento dell’inquinamento da piombo, e per gli animali, soprattutto le specie già vulnerabili. I controlli sarebbero limitati a vantaggio di bracconieri e trafficanti con il rischio concreto di infrazione rispetto alle normative europee.
Firmare la petizione è un modo concreto per far sentire la propria voce, mobilitarsi per la tutela della collettività e della fauna selvatica e non sostenere gli interessi delle lobby dei cacciatori, oltre a tutelare il diritto alla protesta civile e nonviolenta e speriamo basti a far tornare indietro
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