La Freedom Flotilla riparte da Catania diretta a Gaza. A bordo anche Greta Thunberg
Greta Thunberg salpa da Catania con la Freedom Flotilla per Gaza: una missione civile contro il blocco israeliano e il silenzio globale sul genocidio.

Con le lacrime agli occhi e la voce spezzata sull’ultima parola, “umanità”, Greta Thunberg ha parlato domenica mattina dal porto di San Giovanni Li Cuti, prima che la nave Madeleine salpasse verso Gaza. Non è un semplice viaggio umanitario, ma una missione politica, simbolica e profondamente rischiosa: rompere, almeno idealmente, il blocco imposto da Israele alla Striscia da oltre 17 anni.
La Madeleine, un’imbarcazione della coalizione Freedom Flotilla, ospita a bordo dodici attivisti, tra cui l’ex colonnello dell’esercito USA Ann Wright, l’attore irlandese Liam Cunningham (Game of Thrones), la ricercatrice Yasemin Agar, il brasiliano Thiago Ávila e la stessa Thunberg, che ha definito l’operazione “un atto di disobbedienza morale contro il genocidio trasmesso in diretta mondiale”.
La Freedom Flotilla è una coalizione internazionale di attivisti, ONG e organizzazioni della società civile che, dal 2008, organizza missioni navali per sfidare il blocco imposto da Israele alla Striscia di Gaza. Il suo obiettivo dichiarato è portare aiuti umanitari, denunciare il blocco come illegale secondo il diritto internazionale, e attirare l’attenzione globale sulla situazione dei palestinesi a Gaza.
Secondo l’ONU, dal 19 maggio Israele ha concesso un parziale e temporaneo ingresso di aiuti umanitari a Gaza. Su 900 camion richiesti, circa 500 sono arrivati a Kerem Shalom, ma meno della metà è stata effettivamente trasferita all’interno del territorio palestinese, bloccata da condizioni di sicurezza “inaccettabili”. Intanto, operatori sanitari parlano di migliaia di casi di malnutrizione grave tra i civili gazawi.
La missione odierna arriva dopo il fallimento del precedente tentativo: il 2 maggio, la nave Conscience era stata colpita da un drone in acque internazionali. Nessuna rivendicazione ufficiale, ma tutti gli indizi — e le prassi militari israeliane — puntano in una sola direzione.
“Ci viene detto che non possiamo fare nulla. Ma quando il diritto internazionale fallisce, quando i governi restano complici, tocca a noi essere gli adulti nella stanza”, ha dichiarato Thunberg davanti a una folla di sostenitori sventolanti bandiere palestinesi.
Il blocco navale su Gaza, imposto da Israele con la complicità dell’Egitto, dura formalmente dal 2007. Ma da ottobre 2023, a seguito dell’intensificarsi delle operazioni militari, è diventato pressoché totale. L’ultimo episodio noto di attivismo simile — quello della Mavi Marmara nel 2010 — si concluse con un blitz delle forze israeliane e l’uccisione di 10 civili disarmati. Per Thunberg, non è più tempo di silenzi o compromessi: “Il pericolo più grande non è il viaggio. È il silenzio.”
Intanto arrivano importanti novità anche relative alla Global March to Gaza, la marcia organizzata dalla società civile per fermare il genocidio e far entrare gli aiuti. La delegazione Algerina ha ottenuto ufficialmente l’autorizzazione. Si legge sul gruppo Telegram dell’iniziativa: “Con grande soddisfazione comunichiamo che la Delegazione Algerina è la prima, tra le 35 delegazioni della Global March to Gaza, ad aver ricevuto l’autorizzazione ufficiale da parte del proprio Governo a partecipare alla marcia. Un segnale forte di impegno e solidarietà che, come Global March, accogliamo con profonda gratitudine. Ci auguriamo che questo gesto possa ispirare anche gli altri governi a sostenere attivamente questa iniziativa collettiva per la giustizia, la dignità e la pace a Gaza”.
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