Local March for Gaza: il cammino continua tra incontri, accoglienza e memoria
Il racconto della seconda e terza tappa della Local March for Gaza, l’iniziativa della società civile che attraverso un cammino sul sentiero di Oropa vuole accendere i riflettori sul genocidio in corso a Gaza.

La Local March for Gaza prosegue il suo cammino tra le colline del Biellese e i boschi della Serra Morenica, portando con sé passi, storie e richieste di giustizia. Dopo la partenza dal santuario di Graglia, la seconda tappa ha visto i partecipanti raggiungere Netro e Sala Biellese, concludendosi alla bocciofila di Torrazzo. La terza, la più partecipata finora, ha attraversato paesi come Magnano, Zimone, Ricetto di Viverone e Roppolo, fino alla Casa del Movimento Lento, sulle rive del lago.
Ad ogni sosta, un gesto semplice ma carico di significato: la lettura della petizione che chiede all’Italia di fermare l’esportazione di armi verso Israele, sostenere un cessate il fuoco permanente e promuovere vie di pace e riconciliazione, in coerenza con la Costituzione e le leggi italiane. Le firme raccolte per la petizione a supporto della popolazione di Gaza si sommano a quelle delle tappe precedenti, mentre l’ascolto e il confronto crescono tappa dopo tappa.
A Netro, il sindaco ha ricordato come anche le istituzioni possano essere alleate nella lotta contro la guerra. A Sala Biellese, luogo simbolico di resistenza e solidarietà, i marciatori sono stati accolti da Luciano della Casa Museo della Resistenza e da Paolo Naldini, scrittore e attivista, che ha condiviso il racconto della sua partecipazione alla Global March to Gaza. È stato un momento intenso, dove si è parlato di empatia, compassione e responsabilità politica.
Luca, del gruppo Biellesi per la Palestina, ha invece portato alla luce il rapporto di Francesca Albanese, relatrice ONU, che denuncia la complicità di alcune aziende nel genocidio in corso.
La terza tappa si è trasformata in una vera e propria processione laica, con oltre cento persone – adulti, bambini, famiglie palestinesi e italiane – a camminare insieme. A Magnano, l’accoglienza è stata calorosa: molti abitanti hanno atteso i marciatori per firmare e camminare insieme. Tra le storie più toccanti, quella di due donne – madre e figlia da Alessandria – che hanno seguito la marcia in auto per non perdere nessuna tappa: “È importante esserci, anche solo per qualche passo”, hanno detto.
Durante la giornata, momenti di profonda bellezza si sono alternati a riflessioni forti: dalla sosta musicale e conviviale al Monastero di Bose, con caffè e tisane offerte ai camminatori, fino alla lettura poetica al Ricetto di Viverone, dove due donne hanno trasformato musica e poesia in un atto di denuncia e di amore per la Palestina. Il sindaco di Viverone ha accolto ogni partecipante uno a uno, stringendo mani e condividendo parole.
La tappa si è conclusa alla Casa del Movimento Lento, tra sorrisi, racconti e una cena condivisa, mentre si ripercorrevano le emozioni della giornata.
Tra le testimonianze raccolte, quella di Alessandro – gestore di due strutture sul Cammino d’Oropa – racconta il senso profondo dell’accoglienza: “È stata un’esperienza di cuore. I miei colleghi hanno offerto gratuitamente ospitalità. Ho visto come il cammino può diventare strumento di pace, rete viva e concreta. Spero che questa marcia diventi una staffetta che ispiri altri cammini a unirsi, fino ad arrivare insieme a Roma.”
Intanto Milano si avvicina. Ma ogni passo resta un atto politico, culturale e umano. Una marcia lenta, determinata, e profondamente necessaria.
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