Rdc e Ruanda verso un accordo di pace. Il 27 giugno la firma a Washington
Rispetto dell’integrità territoriale e cessazione delle ostilità sono alcuni dei punti previsti dall’accordo di pace tra Repubblica Democratica del Congo e Ruanda, in programma il prossimo 27 giugno a Washington.
Il 27 giugno la Repubblica Democratica del Congo (Rdc) e il Ruanda firmeranno un accordo di pace dinanzi al segretario di Stato americano Marco Rubio, preceduta da una tregua firmata ad aprile. Lo rivela un comunicato congiunto pubblicato il 19 giugno dal dipartimento di stato di Washington. L’obiettivo sarebbe quello di mettere fine al conflitto nell’est della Rdc. Come si legge nel comunicato diffuso da Washington a nome dei due paesi africani e del Qatar, altro paese intermediatore, la bozza di accordo prevede “il rispetto dell’integrità territoriale e la cessazione delle ostilità”.
Fermare le ostilità significa disarmare i gruppi armati, avviare un percorso di reintegrazione e creare un meccanismo di sicurezza congiunto così da permettere a rifugiati e sfollati di tornare a casa e dare un po’ di stabilità alla regione. Congo e Ruanda non sono formalmente in guerra e in passato hanno tenuto colloqui di pace che si sono ampiamente arenati, compresi alcuni ospitati dal Qatar. Speriamo che questa intesa, per quanto provvisoria, vada a buon fine.
La Rdc, al confine con il Ruanda, è stata tormentata dal conflitto con i gruppi armati che si contendono l’accesso alle risorse naturali, tantalio, oro, cobalto, rame e litio. Il Congo ha accusato il governo ruandese di appoggiare una delle principali organizzazioni di miliziani della regione, i ribelli dell’M23. Secondo le Nazioni Unite, questi ultimi sono infatti sostenuti da circa quattromila soldati ruandesi, ma Kigali ha sempre negato.
Eppure, nei colloqui per l’accordo di pace non è stata coinvolta la milizia M23 che è uno degli attori principali del conflitto. Con molta probabilità gli Stati Uniti sono interessati a “questa pace” per potersi garantire l’accesso ai minerali preziosi che si trovano in quelle regioni – coltan, cobalto, litio – fondamentali per le batterie e le tecnologie del futuro. Allo stesso tempo vogliono mettere un freno all’influenza della Cina, che oggi controlla gran parte delle miniere del Paese. La pace servirebbe ad avere dei lasciapassare per ottenere quindi accordi economici e commerciali più vantaggiosi.
La situazione dei territori nell’est della Rdc è tra le più critiche al mondo. L’ONU denuncia crimini di guerra, stupri, arresti arbitrari, massacri: 25 milioni sono le persone a rischio fame e 8 milioni di sfollati interni vivono in condizioni disperate.
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