Rifacciamo il punto sui cambiamenti climatici, uno dei temi centrali e più urgenti della nostra epoca. Secondo la Nasa il 2020 è stato l’anno più caldo di sempre, mentre Munch Re, la compagnia di riassicurazioni, fa luce sull’enorme mole di catastrofi naturali capitate negli ultimi 12 mesi, quasi tutte legate al riscaldamento globale. Un nuovo studio mostra anche possibili limiti alle capacità degli alberi di assorbire CO2, superati certi punti critici.
Puntata ricca di notizie da commentare. In Italia si inasprisce la crisi di governo, con Renzi che comunica le dimissioni delle ministre di Italia viva: quali scenari ci attendono? Il consiglio dei ministri riesce comunque ad approvare il Recovery plan: vediamo cosa prevede l’ultima versione. Intanto in Calabria è iniziato ieri, nel silenzio generale, il maxi-processo alla ‘ndrangheta, con oltre 300 imputati. Lo stato fa la guerra all’associazione mafiosa proprio nella terra dove è ancora fortissima. Sul finire ci spostiamo negli Usa, dove Trump verrà sottoposto alla seconda procedura di impeachment a soli 10 giorni dalla fine del suo mandato. Questa mossa dei Dem però nasconde una motivazione nascosta.
Un documento dirompente pubblicato dalla European Environmental Agency (EEA) mette per la prima volta in discussione il dogma della crescita economica, smascherando il mito del disaccoppiamento e sostenendo che le tecnologie verdi non siano sufficienti per compiere una transizione ecologica. Parliamo anche della Corte suprema indiana che sospende le tre discusse leggi sull’agricoltura del governo Modi che stavano causando enormi proteste a Nuova Delhi.
Oggi parliamo di politica italiana, tema raro per questa rassegna. La crisi di governo innescata da Matteo Renzi potrebbe portare il premier Conte a consegnare stasera le sue dimissioni a Mattarella. Le rivendicazioni di Renzi insistono su alcuni punti specifici, fra cui sembra avere un ruolo centrale il Recovery plan. Ma quali sono i veri motivi della crisi? Cosa succederà dopo? E soprattutto, possiamo sfruttare meglio l’occasione fornita dai finanziamenti europei?
Con l’inizio del 2021 entrano in vigore due nuove leggi sulla gestione dei rifiuti in Cina. La prima introduce un bando totale alle importazioni di materiali riciclati o rifiuti differenziati da altri paesi; la seconda impone il divieto di buste e cannucce in plastica monouso. Quali effetti avranno sul comparto dei rifiuti mondiale? Da febbraio, poi, entrerà in vigore anche il sistema Ets cinese, che vuole regolare le emissioni di carbonio del paese. Andiamo a vedere cosa ci dicono i primi dettagli noti.
Prima la pubblicazione della mappa, poi le proteste delle regioni e delle associazioni ambientaliste, da Greenpeace a WWF a Legambiente. Sta facendo discutere in questi giorni la pubblicazione della Carta delle aree idonee per il deposito dei rifiuti radioattivi italiani e del progetto preliminare per la costruzione del deposito stesso. Vediamo di cosa si tratta.
La vittoria dei due senatori democratici che consegnano il Senato a Biden e la riunione del congresso per la ratifica del nuovo presidente scatenano le proteste dei sostenitori di Trump, che riescono a entrare armati nelle aule del parlamento e a prenderne possesso per tre ore. Dietro al movimento ci sono teorie cospirazioniste che vedono l’Italia in prima linea, nei panni di Matteo Renzi. Forse è il momento di farsi alcune domande: in che stato di salute è la democrazia a stelle e strisce? E Internet ha davvero migliorato il mondo?
Manca poco alla fine dell’anno più strano di sempre, e come alla fine di ogni anno è il momento di ripercorrere le notizie più importanti. Nel 2020 il mondo dell’informazione è stato monopolizzato da un unico argomento, il covid, trattato spesso in maniera superficiale e sensazionalistica. Ma nel frattempo tante altre cose sono successe. Ecco dunque una raccolta in ordine sparso delle 10 notizie più importanti che magari ci siamo persi per via del covid, dai cambiamenti climatici a Brexit, dalla scuola in natura alle comunità energetiche.
Il 2020 che sta volgendo al termine è stato un anno particolarmente complesso per molte persone. Tuttavia ci ha anche mostrato molti aspetti nuovi della realtà e di noi stessi: cerchiamo quindi di ricapitolare, in dieci punti, tutto quello che abbiamo imparato quest’anno, da concetti come resilienza, antifragilità, cigni neri, all’importanza di comprendere le curve esponenziali, al bisogno di “un’altra normalità”.
Il piano pandemico del nostro paese non veniva aggiornato dal 2006: riflettiamo su quello che potremmo chiamare il “paradosso della prevenzione” nel caso di variabili esponenziali. Parliamo anche del nuovo studio di Greenpeace che mostra come le foreste europee potrebbero assorbire il doppio di CO2 se gestite correttamente, e della sentenza della Corte Suprema norvegese che autorizza le nuove licenze per la ricerca di petrolio in mare.
Il governo tunisino trema per via di uno scandalo legato all’importazione illegale di rifiuti italiani. Intanto un gruppo di media internazionali pubblica una lunga inchiesta sul caso Navalny da cui emergono nuove prove che mostrano un ruolo centrale dei servizi di sicurezza russi nell’avvelenamento dell’oppositore di Putin. Infine parliamo della crisi politica in Nepal e di come possa incidere sui rapporti fra Cina e India.
Mentre il governo vara un decreto legge piuttosto difficile da decifrare per definire cosa si potrà e non si potrà fare durante le festività natalizie, nel Regno unito si diffonde una variante del virus che sembra più contagiosa e che potrebbe – anche se non vi è accordo su questo – vanificare alcuni vaccini. Intanto proseguono le trattative su Brexit, ma il principale nodo, quello della pesce, non si scioglie. Negli Usa è allarme per uno dei più grandi attacchi informatici della storia: i responsabili sembrerebbero degli hacker Russi, anche se Trump non è d’accordo. Infine parliamo di tre nuove leggi approvate in Europa su matrimoni gay, stupro e eutanasia.
Mentre i giornali aprono con molte notizie diverse, dalle tensioni nel governo alla liberazione dei 18 pescatori italiani in Libia, noi ci concentriamo su due notizie “minori”. La storica sentenza di un medico legale in Uk che stabilisce che l’inquinamento ha giocato un ruolo centrale nella morte di una bambina a Londra e l’aumento delle spese militari del 40% da parte della Svezia per proteggersi dalla crescente aggressività della Russia. Cosa hanno in comune due notizie apparentemente così distanti?
Il governo Conte si appresta a varare (oggi) nuove misure restrittive per le festività natalizie, sulla scia di altri paesi europei. Intanto molti paesi hanno iniziato le campagne di vaccinazioni, che in Europa dovrebbero partire dopo il via libera dell’Ema (atteso per il 21 dicembre). Prendendo spunto da un’intervista a Francesco Rosso pubblicata su Italia che Cambia riflettiamo sul senso delle misure di contenimento dell’epidemia: cosa vogliono tutelare? E come mai non si adottano misure simili per problemi più gravi, come inquinamento e cambiamento climatici?
Oggi parliamo di proteste e scontri. In India montano le proteste dei contadini contro la riforma dell’agricoltura, che rischia di mettere i piccoli agricoltori (il cui numero è molto aumentato per via della pandemia) nelle mani dell’agroindustria. Nel Kurdistan iracheno le proteste sono dovute al crollo del prezzo del petrolio che ha “bucato” i conti pubblici e rende difficile pagar egli impiegati statali. In Bielorussia la popolarità di Lukashenko è in picchiata dopo che alla crisi politica si è aggiunta quella economica dovuta alle sanzioni occidentali e alla pandemia. Economia, salute, ambiente, geopolitica: se tutto è finemente interconnesso, è necessario prendere decisioni che tengono sempre conto di tutto il sistema.
I Grandi elettori Usa eleggono Joe Biden e Kamala Harris consacrandoli Presidente e vice (anche se l’ufficialità arriverà a gennaio con il voto in Senato). Biden che già annuncia un importante summit sul clima nei primi 100 giorni di mandato, anche per rimediare all’assenza degli Usa dal Climate Ambition Summit di sabato. Un summit conclusosi in sordina, nonostante le dichiarazioni apparentemente roboanti della Cina. Sempre la Cina ha recentemente un piano per estendere gli esperimenti di geoingegneria, mentre nuovi studi mostrano come i cambiamenti climatici stiano accelerando.
Oggi i grandi elettori Usa esprimeranno le loro preferenze, facendo di Biden il 40° Presidente Usa (anche se l’ufficialità arriverà solo il 20 gennaio con la ratifica del Senato). Ma per le strade montano le manifestazioni pro Trump. Intanto l’iceberg A68a, il più grande del mondo, rischia di arenarsi sulle coste della Georgia del Sud, causando un disastro ecologico. E un nuovo studio afferma che a partire dal 2020 la massa di oggetti costruiti dall’uomo super ala biomassa animale e vegetale del pianeta.
In tarda notte, dopo 7 ore di negoziati, il Consiglio europeo approva i nuovi target climatici: l’obiettivo è ridurre le emissioni del 55% entro il 2030, contro il 40% dell’obiettivo precedente. L’accordo tuttavia rimanda le decisioni più difficili al prossimo anno. Un articolo della BBC parla della distribuzione delle emissioni medie sulla popolazione globale in base al reddito: lo commentiamo, introducendo il tema della giustizia climatica. Parliamo infine del litio, le cui scorte potrebbero esaurirsi molto prima del previsto.
Un articolo del Guardian mostra il lato oscuro della mobilità elettrica: decine di aziende pronte a scavare ai quattro angoli del pianeta alla ricerca del nuovo oro, fondamentale per le batterie dei veicoli elettrici. Le auto elettriche restano un’ottima soluzione, ma solo come strumento di transizione verso una mobilità completamente diversa. Parliamo anche di Brexit e dell’eventualità ogni giorno più probabile di un “no deal” e della Corte di Giustizia Usa che blocca un progetto di trivellazioni nell’Artico.
In Italia il piano di investimenti legati a Next Generation Eu (il “nome proprio” del Recovery Plan) non trova un accordo nella maggioranza. A dividere non sono tanto le decisioni su come investire i soldi europei quanto su chi debba monitorare l’esecuzione del piano. L’Europa però ha problemi più urgenti da risolvere, come il veto di Polonia e Ungheria sul bilancio, dovuto al diktat europeo sul rispetto dello stato di diritto.