RWM, verso il sì della Regione: proteste e silenzi nell’Isola – INMR Sardegna #103
Parliamo di RWM e del fatto che la Regione si starebbe avviando a dare parere positivo alla VIA col fisico e consulente tecnico Massimo Coraddu. Poi Eurallumina, la vertenza entrate e la nuova specie di mantide scoperta in Sardegna.
Fonti
#rwm
Ingrandire la fabbrica di bombe in Sardegna? Todde verso il sì
Sardegna, Todde verso il sì al raddoppio della fabbrica di bombe Rwm
#eurallumina
Il governo ha trovato una soluzione temporanea per i lavoratori dell’azienda Eurallumina, che avevano protestato sul silo alto 40 metri
Eurallumina: liquidazione scongiurata, futuro dell’azienda garantito per sei mesi. E Urso incalza Todde su Rwm
#vertenzaentrate
Lo Stato restituirà alla Sardegna 1,4 miliardi: cos’è la vertenza entrate e come è stata vinta
#mantide
Nuova specie identificata in Italia: la scoperta in Sardegna
#SCC
Sardegna, via libera alle bombe. Rwm verso il sì della Regione e i movimenti insorgono
Con Ruractive due associazioni sarde entrano nella rete europea dedicata all’innovazione rurale
Dal margine alla comunità: come le aree interne possono diventare laboratori naturali di cambiamento
Trascrizione della puntata:
Cambiamo tema ma non ci allontaniamo troppo, notizia della settimana è anche il fatto che la continuità di Eurallumina garantita almeno per i primi sei mesi del 2026 con 9,6 milioni di euro. Lo hanno annunciato i ministri delle Imprese e del Lavoro, Adolfo Urso e Marina Calderone, al tavolo convocato al ministero delle Imprese e del Made in Italy sul futuro dell’azienda. Una notizia che arriva dopo una lunga protesta: Eurallumina è un’azienda di proprietà russa che si trova anche lei nel Sulcis a Portoscuso che rischia di fermarsi del tutto a causa delle sanzioni europee imposte alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. L’annuncio è arrivato dicevo dopo una protesta dei lavoratori di Eurallumina durata quasi due settimane: erano rimasti di giorno e di notte in cima a un silo alto 40 metri, ed erano scesi solo dopo aver parlato con la ministra del lavoro Calderone. Leggo adesso da un articolo del Post che spiega come nello stabilimento di Eurallumina non si produce più nulla da anni ma le attività non sono ferme del tutto. Circa 40 lavoratori continuano a far funzionare gli impianti che impediscono la dispersione nella falda acquifera di sostanze inquinanti e si occupano della manutenzione. I costi di queste attività sono stati finora sostenuti dal gruppo UC Rusal, una grossa società russa produttrice di alluminio che ha comprato Eurallumina anni fa, il cui patrimonio è stato però congelato nel 2023 per via delle sanzioni, e che aveva dichiarato che dal 31 dicembre avrebbe smesso di pagare le spese: da ciò la protesta dei lavoratori. Lo stanziamento dei 9,6 milioni di euro da parte del governo è ovviamente una soluzione solo temporanea alla questione, critica in merito la deputata cagliaritana Avs Francesca Ghirra: «Prospettata solo una soluzione tampone: per 6 mesi sarà garantita la continuità aziendale, grazie allo stanziamento di 9,6 milioni di euro da parte del Governo. Occorre però che il nostro Paese si attivi per sbloccare gli asset della Rusal e perché la continuità produttiva della fabbrica sia garantita, come è accaduto in Svezia, Irlanda e Germania e persino negli Stati Uniti». In conclusione però c’è un’altra dichiarazione che si ricollega alla notizia precedente, perché invece in merito il ministro delle imprese Urso ha dichiarato quanto segue: «Quello di oggi è un passo avanti importante, che ci consente di lavorare nei prossimi mesi per dare una soluzione definitiva e strutturale e che mi auguro possa essere di buon auspicio anche rispetto alle altre situazioni aperte nel territorio. Attendo fiducioso la decisione della Regione su Rwm». Due storie che scorrono parallele e che, ancora una volta, riportano il Sulcis al centro di un bivio: tra lavoro da tutelare e scelte politiche che non possono più permettersi di ignorare l’impatto sulle comunità che abitano questi luoghi. Vediamo come andrà, nel frattempo passiamo alla prossima notizia.
È una settimana in cui quanto accade in regione è stato centrale nelle cronache isolane e infatti ulteriore notizia è che si è chiusa la vertenza entrate, la partita delle quote erariali che spettano per Statuto all’Isola, aperta nel 2010. Vado per gradi seguendo un articolo della giornalista Marzia Piga su Cagliari Today. Partiamo dal fatto che è come scrive Piga una notizia di quelle attese da anni: lo Stato infatti restituirà alla Regione Sardegna le risorse relative alle entrate fiscali non versate da quindici anni, in totale verserà 1 miliardo e 390 milioni di euro nei prossimi quattro anni. Non copre tutta la cifra perché il credito maturato dalla Sardegna nei confronti dello Stato ammonta a un miliardo e 720 milioni di euro, ma vale comunque la pena chiedersi di che cifre stiamo parlando. Leggo sempre da Cagliari Today articolo che metto come sempre tra le fonti del sito per chi volesse approfondire, che spiega come su tutte le tasse che i cittadini sardi versano allo Stato, secondo l’articolo 8 dello Statuto sardo, una quota fissa deve restare in Sardegna. Risorse che lo Stato si è “dimenticato” di trasferire alla Sardegna a partire dal 2010 e che viene reclamato da anni. La presidente Todde ha dichiarato che “Si tratta di un risultato importante che chiude una vertenza durata anni – sottolinea -. Avevamo promesso che l’avremmo affrontata e, in tempi brevi, siamo arrivati a questo traguardo. È un ottimo risultato per i sardi, che ci consentirà di aumentare le risorse a disposizione per migliorare i servizi e le politiche di sviluppo”. Per il vicepresidente e assessore al Bilancio Giuseppe Meloni è “il frutto di un lavoro lungo, paziente e complesso, che abbiamo portato avanti con determinazione con la Presidente e con gli uffici interessati. Con questo risultato garantiamo alla Regione maggiori certezze e strumenti per programmare il futuro”. Secondo il deputato di Fdi Salvatore Deidda invece, “siamo di fronte a un accordo che né i Governi del Partito Democratico, né i Governi Conte, né tantomeno quello Draghi erano riusciti a chiudere. Questo dimostra la serietà e l’efficacia dell’azione politica del centrodestra a livello nazionale”. Chiusa una porta si apre un portone, che in questo caso corrisponde a come queste risorse verranno utilizzate.
Chiudo con una notizia abbastanza curiosa, e sto parlando del fatto che una nuova specie di mantide è stata identificata in Sardegna, grazie tra l’altro alla segnalazione di un turista che ne aveva notato le forme insolite durante una vacanza nella zona sud-occidentale dell’isola. Non un turista qualunque però: stiamo parlando di Oscar Maioglio, ricercatore del Gruppo Ricerca Insetti Ortotteroidei. L’insetto, ora descritto come Ameles serpentiscauda, appartiene al gruppo delle mantidi nane ed è risultato – come scrivono su la nuova sardegna – totalmente sconosciuto alla scienza fino a oggi. Lo studio, condotto da Roberto Battiston e pubblicato su Ethology Ecology & Evolution, mostra che questa mantide presenta un comportamento di corteggiamento particolarmente complesso, con movimenti sinuosi dell’addome che ricordano un piccolo serpente. Un aspetto curioso di questa specie è che, in generale, l’accoppiamento nelle mantidi è notoriamente “violento” a causa del cannibalismo sessuale della femmina e allora per sopravvivere, il maschio di questa nuova specie ha evoluto una strategia seduttiva mai vista in altri esemplari: solleva l’addome e lo muove con ritmi sinuosi e scatti improvvisi, imitando il movimento di un rettile. I ricercatori definiscono questa parata “spettacolare” e unica nel suo genere, ipotizzando che serva a placare l’aggressività della femmina o a segnalare la qualità genetica del partner. Battiston ha precisato anche che “Per ora questa specie si trova solo in una piccola località sulla costa sud-occidentale, che preferiamo tenere nascosta per motivi di conservazione. La popolazione risulta essere molto piccola, probabilmente poche centinaia di individui. È quindi un endemismo molto localizzato e già a forte rischio estinzione. “ Una bella notizia e una bella scoperta quindi, della quale però bisogna avere molta cura.
Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme:
La nostra settimana di pubblicazioni è iniziata martedì, non proprio con una buona notizia di rientro dal weekend lungo, l’abbiamo anticipato anche nella parte di cronaca. La Regione Sardegna infatti si prepara a dare il via libera alla Valutazione di Impatto Ambientale a posteriori per l’ampliamento della Rwm, la fabbrica di bombe situata nel Sulcis. Una decisione anticipata dalla presidente Todde durante la Conferenza euromediterranea per la pace promossa dall’Arci a Cagliari – primo ossimoro di un evento dedicato alla pace nella regione più militarizzata d’Italia e d’Europa – dove i saluti istituzionali sono inevitabilmente deviati in un confronto acceso tra Todde e un gruppo di attivisti e attiviste in protesta. Tema dello scontro, l’okay all’implementazione dell’impianto di armamenti. Ce ne ha parlato Lisa Ferreli in un approfondimento che fa la cronaca di quanto accaduto, prima durante e dopo le dichiarazioni rilasciate da Todde. La scelta della Regione di concludere positivamente il procedimento ha subito riacceso il confronto tra istituzioni, movimenti ambientalisti e antimilitaristi, animando chi da anni presidia ogni centimetro di questa vicenda. Le motivazioni date da Todde però non convincono – dal presunto commissariamento in caso di risposta negativa alle preoccupazioni per i posti di lavoro – e la protesta pare non avere intenzione di placarsi, o ancora meno rassegnarsi. Comitati e realtà che chiedono lo stop alla fabbrica di bombe Rwm chiamano alla mobilitazione: il 14 dicembre è previsto una manifestazione, dalla stazione di Villamassargia fino alla Rwm. Trovato tutto sempre sul nostro sito, www.sardegnachecambia.org
Mercoledì vi abbiamo invece raccontato il fatto che le associazioni sarde Rurale aps e Absentia – Exploring the Absence sono state selezionate come “additional dynamo” del progetto europeo Ruractive. Finanziato da Horizon Europe e coordinato dall’Università di Bologna, questo progetto introduce di fatto anche la Sardegna in una rete che mira a costruire ecosistemi di innovazione rurale in Europa, toccando settori come l’agricoltura, l’energia, la mobilità, la salute e la cultura. Abbiamo parlato del progetto con Claudia Licheri di Ru.ra.le, realtà promossa da un gruppo di donne under 35 tornate alle radici dopo un periodo lontano dall’Isola. Si tratta di un’opportunità unica per accedere a formazione, strumenti digitali e scambi di esperienze che possono cambiare il volto delle comunità rurali sarde e non solo. Ma quello che ci siamo chiesti è anche: cosa significa davvero “rurale” nel 2025? E in che modo queste realtà stanno già facendo la differenza? L’articolo, a cura della nostra Sara Brughitta parte proprio da qui. Buona lettura!
Giovedì invece abbiamo chiuso la nostra settimana di pubblicazioni con un nuovo appuntamento dell’approfondimento a cura di Stefano Gregorini, in cui parliamo di aree interne, luoghi dove esiste, o dove può emergere, una visione di vita e di società imperniata sulla comunità locale che diviene presidio di umanità e di conservazione naturale e storico-culturale. La domanda implicita è come si può superare la narrazione del declino, e giovedì lo abbiamo fatto guardando all’Area del Gennargentu-Mandrolisai, la seconda area pilota della politica SNAI in Sardegna nel ciclo di programmazione 2014-2020. Stefano Gregorini ci guida nell’analisi di un modello di sviluppo sostenibile, di valorizzazione di filiere produttive, di turismo culturale e di rafforzamento dei servizi essenziali, in cui le criticità diventano opportunità. Come scrive, “gli esempi positivi non mancano. Sono necessarie innanzitutto fiducia nelle comunità locali, sostegno istituzionale e risorse economiche. Servono inoltre modelli e buone pratiche da consolidare e replicare, ma anche narrazioni del possibile, del bello e della qualità di vita che si contrappongono alla narrazione dominante della produttività, della performance, del successo e della velocità e che permettano all’immaginazione e al desiderio umano – senza il quale non c’è felicità ma nemmeno innovazione e cambiamento – di farsi spazio. Il fine è costruire nuove visioni e nuove modelli di vita capaci anche di ripensare il nostro rapporto con la Terra, riconoscendo l’interdipendenza tra esseri umani e ambiente”. Lo trovate come sempre su www.sardegnachecambia.org
E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:
- Ci siamo anche noi questo weekend all’evento che è in corso a cagliari fino al 14 dicembre, negli spazi dell’Exma e del Radio X Social Club. Sto parlando del festival letterario Incipit. Tra gli ospiti di questa edizione, per la prima volta a Cagliari Emilio Mola (in dialogo con la nostra Lisa Ferreli), Luciana Grosso ed Emanuela Pala e al suo primo incontro pubblico anche Giuliana Sgrena. L’edizione 2025 ha un titolo che è insieme un augurio e un programma: Destinazione Altrove. In un mondo in cui il “nuovo disordine mondiale” genera spaesamento e confusione, Incipit prova a diventare un luogo possibile, una forma collettiva di rigenerazione. Incipit 2025 è dunque un viaggio verso un’“Itaca delle intelligenze”, un ritorno alla complessità e al confronto, alla musica e alla parola, alla socialità e alla cultura come strumenti per rimettere ordine e senso nel caos che ci circonda. Non perdetevelo, ci vediamo lì!
- Un evento da non perdere sono anche le 3 nuove mostre al Museo MAN di Nuoro, mostre che condividono l’attenzione per il rapporto tra arte e territorio, per le forme della sperimentazione e per la rilettura di materiali e immaginari legati alla Sardegna. Isolitudine di Alfredo Casali, Blow Up di Franco Mazzucchelli e Sardegna a colori – Fotografie recuperate 1953-67 di Franco Pinna compongono un percorso che attraversa la pittura contemporanea, la scultura ambientale e la fotografia d’autore, offrendo tre prospettive complementari sul modo in cui gli artisti interpretano spazio, memoria e partecipazione. Tre mostre che ragionano sul concetto di insularità e sulle sue declinazioni visive, sul ruolo dell’arte nei luoghi della collettività, sollecitando nuove forme di relazione tra pubblico e spazio urbano e la ricerca fotografica sulla Sardegna dagli anni Cinquanta alla fine degli anni Sessanta. Saranno visitabili fino al primo marzo quindi il tempo c’è, segnatevelo!
- Vi segnalo anche che i Bertas festeggiano quest’anno i loro sessant’anni di carriera celebrando la ricorrenza con un concerto-evento che si terrà il 20 dicembre al Teatro Comunale di Sassari. L’anniversario rappresenta un traguardo: i Bertas sono infatti la band più longeva d’Italia dopo i Nomadi. L’evento musicale sarà in collaborazione con l’Orchestra Jazz della Sardegna (OJS) e l’intero incasso sarà devoluto all’Associazione “Il Sogno”, di Don Gaetano Galia, l’associazione opera nel territorio con finalità preventive, di recupero del disagio e di promozione del benessere di minori e giovani. La serata sarà aperta dalla prima sassarese del cortometraggio “Una Faccia da Cinema”, scritto e diretto da Alberto Salvucci. Anche questo un bell’appuntamento da tenere a mente
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