Banner Etica Sgr
23 Nov 2016

Riusi e ricicli? In Svezia paghi meno tasse

Scritto da: Paolo Cignini

Una proposta del Ministro delle Finanze svedese intende ridurre dal venticinque al dodici per cento l’Iva per chi ripara biciclette, scarpe e tessuti. La virtuosa iniziativa si pone l’obiettivo di ridurre lo spreco e valorizzare l’economia circolare.

Buone notizie per l’economia circolare dalla Scandinavia: la Svezia, su proposta del Ministro delle Finanze, ha deciso di ridurre l’Iva per chi ripara bici, scarpe e tessuti dal 25 al 12 per cento a partire da gennaio 2017, mentre saranno previste delle deduzioni fiscali (sotto forma di restituzione d’imposta) per chi deciderà di riparare gli elettrodomestici.

Two men working in a Bicycle repair shop, with tools of the trade.

Gli incentivi sono coerenti con la scelta del governo svedese di ridurre le emissioni di gas serra e gli oggetti che finiscono in discarica. Secondo Per Bolund, ministro delle finanze svedese “spesso, un piccolo cambiamento apporta grandi modifiche nel comportamento, crediamo che questa scelta possa abbassare dell’87 per cento i costi del riparo e rendere più razionale la scelta di riparare la merce”.

La Svezia dimostra così di voler recepire il pacchetto dell’Unione Europea riguardo l’economia circolare, affinché oltre ad ottenere una riduzione dei rifiuti in discarica si possano creare nuove possibilità economiche dagli oggetti considerati di scarto: un nuovo modello di business olistico, in grado di vedere i prodotti e i servizi che replica in linea con il ciclo vitale naturale dove ogni fine rappresenta un nuovo inizio.

E in Italia? Nel nostro Paese non mancano esempi virtuosi e straordinari di Economia Circolare. Dall’esperienza delle due siciliane Adriana Santanocito ed Enrica Arena è nata Orange Fiber, una pluri-premiata startup che ricava Tessuti sostenibili e innovativi da sottoprodotti agrumicoli.

_91315512_gettyimages-83842626


Kanésis
invece, nata dall’idea di Giovanni Milazzo e Antonio Caruso (anch’essi siciliani),  produce biocompositi a partire dagli scarti industriali di biomasse organiche, con l’obiettivo di sostituire la plastica petrolchimica con materiali eco-sostenibili.

Italia che Cambia ha conosciuto queste e altre realtà del mondo dell’economia circolare alla Fiera delle Idee del 21 ottobre 2016 a Firenze; un tratto comune delle loro esperienze è il limbo normativo italiano che rende difficile tracciare una rotta precisa per il futuro. Sarebbe un bel segnale, per questo mondo in piena sperimentazione e crescita che trasforma lo scarto in innovazione, lasciarsi ispirare e guidare dall’esempio svedese.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Aumentano i “Comuni Ricicloni” in Sicilia, ma è davvero una buona notizia?
Aumentano i “Comuni Ricicloni” in Sicilia, ma è davvero una buona notizia?

Terre pulite, il comitato cittadino di Vittoria che si batte contro le “fumarole”
Terre pulite, il comitato cittadino di Vittoria che si batte contro le “fumarole”

Al Centro del Riuso indumenti e piccoli RAEE avranno nuova vita grazie al progetto Re-Né
Al Centro del Riuso indumenti e piccoli RAEE avranno nuova vita grazie al progetto Re-Né

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Di santuari animali violati e granchi blu – #797

|

Il “caso” Beatrice Pepe e i media italiani: quando il sessismo vince sull’informazione ambientale

|

Carla La Placa, la seed saver che coltiva grani antichi e legumi

|

Ciroma, la radio libera antidoto contro l’omologazione di musica e pensiero

|

Report di Impatto 2023: ecco come la finanza può essere uno strumento per il bene comune

|

Un rigassificatore spaventa la Liguria (e non solo). Ma cos’è e a cosa serve?

|

Agricoltura naturale o “del non fare”: Kutluhan Özdemir e il metodo Fukuoka – Meme! #46

|

Kaki Tree, alberi della pace per unire i progetti virtuosi e creare rete