Cos’è l’economia circolare?
Economia lineare e circolare: cosa cambia
Perché abbiamo bisogno dell’economia circolare?
Principi dell’economia circolare
Pacchetto economia circolare Unione Europea
Economia circolare in Italia
Esempi di economia circolare
Master in economia circolare
L’economia circolare è un’economia capace di autorigenerarsi e procedere all’infinito con risorse finite. Un sistema in cui non esistono rifiuti: solo flussi di materiali biologici, che possono essere riassorbiti dalla biosfera, e di materiali tecnici da rivalorizzare, cioè trasformare in nuovi oggetti utili.
Secondo la definizione dell’Europarlamento:
“L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riuso, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.”
Si chiama circolare perché funziona per cicli, come la natura. Negli ecosistemi, dalla terra crescono piante che nutrono animali che quando muoiono si decompongono e nutrono la terra, in cui nasceranno nuove piante. Allo stesso modo in un’economia circolare gli oggetti che si rompono vengono aggiustati. E quando non è più possibile aggiustarli diventano materie prime seconde per nuovi oggetti.
Questo implica un’attenta progettazione: per allungare il più possibile il ciclo di vita dei beni e per facilitarne prima di tutto la riparazione, poi la separazione nei componenti e infine nei materiali. Si produce col minor impatto possibile sull’ambiente, quindi usando fonti energetiche rinnovabili.
Ma soprattutto si produce meno perché si sfrutta al massimo ciò che esiste: condividendo e prestando gli oggetti, sia informalmente che attraverso la sharing economy; aggiustando e riconvertendo ciò che si rompe, recuperando i pezzi. Infatti la vera rivoluzione circolare è sviluppare i sistemi di riuso.
Purtroppo recuperare gli oggetti è ancora costoso. Gli stati dovrebbero intervenire per renderlo conveniente, come ha già fatto la Svezia dimezzando l’iva sulle riparazioni.
![]() | Dallo spreco al valore |
Nell’economia lineare, o estrattivista, le materie prime vengono continuamente estratte per produrre beni che presto diventano rifiuti. Si segue rigidamente lo schema estrazione-produzione-dismissione.
Poiché la ricchezza è generata dalle vendite, la maggior parte delle aziende progetta i prodotti perché diventino inservibili entro un tempo prestabilito, cioè secondo il principio dell’obsolescenza programmata. L’economia lineare si basa su un falso presupposto: che le risorse a basso costo siano infinite.
Nell’economia circolare invece le materie prime di un oggetto non più funzionante restano in circolo, in un lungo e possibilmente infinito succedersi di produzione e riciclo. In pratica, si produce sempre a partire dallo stesso stock di risorse, eliminando le fasi di estrazione e dismissione.
Quindi basta fare la raccolta differenziata?
No, non basta riciclare per trasformare un sistema economico lineare in uno circolare. Deve cambiare prima di tutto il modo di creare e conservare la ricchezza, quindi i modelli di business delle aziende. Tutti i processi produttivi devono essere ripensati in funzione della sostenibilità ambientale.
Il passaggio dall’economia lineare a quella circolare presuppone un cambio di mentalità a tutti i livelli: aziende, governi e individui. Il focus deve passare dalla creazione di ricchezza alla conservazione del valore racchiuso nei prodotti e nelle materie prime. Serve un atto di coraggio per ripensare il sistema.
I motivi per costruire un’economia circolare hanno a che fare con la quantità ingestibile di rifiuti che produciamo, l’inquinamento e l’effetto serra che causiamo per produrre i beni, e le materie prime che iniziano a scarseggiare.
Abbiamo bisogno dell’economia circolare perché i rifiuti sono troppi, spesso tossici e non riciclabili e non vogliamo trasformare la Terra in una discarica. Ogni cittadino europeo consuma in media 14 tonnellate di materie prime e genera 5 tonnellate di rifiuti all’anno. Non riusciamo a smaltire tutti i rifiuti che produciamo.
Perché producendo inquiniamo e aumentiamo l’effetto serra. Fabbrichiamo quantità enormi di beni usa e getta o quasi, con processi non sostenibili. Immettiamo sostanze tossiche e gas serra nell’atmosfera, contribuendo al riscaldamento globale, inquiniamo le acque e il suolo. Stiamo rendendo il pianeta sempre più inospitale.
Inoltre le materie prime cominciano a scarseggiare mentre la popolazione mondiale continua ad aumentare. Abbiamo quindi una crescita della domanda che accelera il consumo di risorse finite. Non possiamo permetterci di buttar via i materiali contenuti negli oggetti, ed è totalmente insensato smaltire un materiale e contemporaneamente estrarne dell’altro.
Ogni anno l’Overshoot day – la giornata in cui finiscono le risorse che il pianeta è in grado di rigenerare nel corso di un anno – arriva un po’ prima. Nel 2017 è stato il 2 agosto, nel 2018 l’1 agosto, nel 2019 il 29 luglio. Solo nel 2020, per effetto del lockdown dovuto all’epidemia di covid-19, è caduto dopo rispetto all’anno precedente, il 22 agosto.
Infine molti paesi dipendono da altri per l’approvvigionamento di materie prime fondamentali che non si trovano nel loro territorio, il che può portare a tensioni politiche o veri e propri conflitti. E di certo non contribuisce a costruire la resilienza.
Questi sono alcuni dei benefici che la transizione all’economia circolare porterebbe secondo l’Ellen Macarthur Foundation:
Secondo la Ellen Macarthur Foundation la transizione verso l’economia circolare richiede l’applicazione di 3 principi:
L’economia circolare funziona secondo il modello delle 3R:
Ma come si possono mettere in pratica le 3 R?
Nel 2018 l’Unione Europea ha varato il Pacchetto economia circolare, contenente 4 direttive che mirano a ridurre i rifiuti e incrementare la percentuale di riciclaggio.
Tra gli obiettivi da raggiungere entro il 2025:
Alcune disposizioni in vigore dal 2025:
Dal 2035 si potrà conferire in discarica un massimo del 10% dei rifiuti urbani.
Già nel 2015 l’UE aveva dichiarato di voler completare la transizione all’economia circolare entro il 2030.
Il nostro Paese è al primo posto per indice di circolarità tra le 5 più forti economie europee, lo dice l’ultimo Rapporto sull’economia circolare in Italia realizzato dal CEN in collaborazione con L’Enea. Però la sua velocità di transizione diminuisce, forse per gli scarsi investimenti in innovazione tecnologica. Infatti l’Italia è ultima tra i cinque per brevetti registrati.
Il nostro Paese si conferma fra le economie europee con maggiore produttività delle risorse cioè valore economico generato per unità di consumo di materia, come anche per produttività energetica, cioè euro di PIL generati per kg equivalente di petrolio. Va un po’ peggio se si considerano anche l’energia consumata e le emissioni prodotte per generare valore.
l’Italia è prima anche per energia rinnovabile utilizzata rispetto al consumo totale di energia, ponendosi davanti ai quattro principali Stati UE con il 17.8%. Resta seconda per quanto riguarda la valorizzazione dei rifiuti come materie prime seconde. La domanda cresce ma li importiamo dall’estero, per questioni logistiche e di infrastruttura.
L’Atlante di Economia Circolare ci mostra che in Italia le iniziative più numerose e interessanti sono nel settore tessile, ma anche nell’alimentare e nella gestione dei rifiuti. Scopri tante storie di aziende e persone che fanno economia circolare qua sotto!
Chi sono gli imprenditori e le aziende dell’economia circolare e come fanno a dare valore a materiali che rischiano di finire in discarica? Ecco alcuni esempi!
Funghi Espresso è una startup che coltiva funghi nei fondi di caffè dei bar, e la prima azienda agricola italiana senza terra.
Al CLT, Centro Lombricoltura Toscano, i lombrichi trasformano i rifiuti organici delle aziende in fertilizzante organico adatto anche all’agricoltura biologica. La lombricoltura è un ottimo modo per ridurre i costi della raccolta differenziata.
Ogni anno più di 700 mila tonnellate di scarti da agrumi vengono gettati in discarica. Davvero uno spreco, hanno pensato le creatrici di Orange Fiber, tessuto che oltre a essere completamente naturale valorizza quelle bucce che sembravano solo uno scarto.
Offgrid è una comunità che costruisce edilizia circolare. Col motto “scollegati dalla rete, vivi fuori dagli schemi” le persone partecipano a progetti collettivi di autocostruzione, recuperando e scambiando materiali.
In Sardegna, Daniela Ducato ha promosso la nascita di un circuito virtuoso di aziende che trasformano gli scarti di lavorazione dell’allevamento e della caseificazione in prodotti per la bioedilizia, e non solo.
Regenesi è un brand di oggetti di design realizzati con materie prime seconde e pensati per essere riciclati. La sua fondatrice lavora anche a un vero e proprio archivio dei materiali rigenerati, belli, utili e nati dal riciclo.
In un momento di crisi professionale, Susanna Martucci ha iniziato a vedere i rifiuti come un valore, facendo economia circolare ancor prima di rendersene conto. Alisea Recycled & Reused Objects Design progetta e realizza oggetti promozionali con materiali naturali di recupero, italiani e spesso forniti dalle stesse aziende clienti (self-cycling).
Le aziende italiane dell’economia circolare puoi trovarle con l’app Mercato Circolare, creata da una startup che è anche una B Corp, per connettere le persone con le aziende virtuose e le aziende tra loro, perché gli scarti di una possono rappresentare un valore per l’altra.
Oltre alle aziende, ci sono anche singoli individui, associazioni e progetti che praticano e promuovono l’economia a zero rifiuti.
Mirafiori Cultura in Circolo è un progetto che coinvolge studenti e cittadini in laboratori per aumentare la sostenibilità del quartiere, accompagnati da protagonisti dell’economia circolare: l’associazione Offgrid Italia, la Cooperativa Triciclo, Mercato Circolare e il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino.
L’oasi WWF di Valmanera, a pochi chilometri da Asti, è un progetto a rifiuti zero in collaborazione con GAIA spa, con l’obiettivo di favorire l’economia circolare e la corretta gestione dei rifiuti nell’Astigiano, con le buone pratiche e l’esempio.
Good Practices Guide: Systemic Approaches for a Circular Economy è un ebook gratuito che raccoglie 30 buone pratiche di economia circolare selezionate in 7 paese europei, di cui 4 piemontesi, che affrontano le più comuni lacune politiche in materia. Uno dei tre volumi che raccolgono i risultati del progetto europeo RETRACE.
Ogni anno si tiene a Torino, Milano e nelle Langhe Circonomìa Festival dell’Economia Circolare e delle energie dei territori, dove si confrontano cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche che credono in questo modello come soluzione ai problemi ambientali.
C’è anche chi, come Dante Castellano, travel blogger de I viaggi di Dante, fa bellissimi esperimenti di economia circolare, di condivisione e di riuso che gli permettono anche di viaggiare davvero a basso costo.
Storie di Economia Circolare è un concorso che ogni anno premia giornalisti, videomaker, fotografi, scrittori, fumettisti e storyteller che raccontano con le loro opere la transizione al nuovo modello economico.
Cosa possiamo fare per cambiare l’economia in pochi anni facendola diventare locale, circolare, sostenibile? Scoprilo leggendo la #Visione2040 di Italia Che Cambia!
Formarsi nel campo dell’economia circolare è un’ottima opportunità per se stessi e per il pianeta. Se vuoi acquisire una qualifica ufficialmente riconosciuta, in Italia puoi trovare questi master in economia circolare:
Fuori dai percorsi universitari, trovi il corso Fashion Revolution is Young, organizzato da La Terza Piuma con Italia Che Cambia e Smarketing, in cui si impara dalle esperienze di circuiti virtuosi e aziende etiche di successo, tra cui Sardex e Banca Etica.
Questo articolo contiene link sponsorizzati a Terra Nuova e Macrolibrarsi. Se acquisti attraverso questi link, noi guadagniamo una piccola percentuale che ci permette di continuare a raccontarti l’Italia che cambia.
![]() | Viaggio nell’economia circolare |
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