19 Apr 2018

In Veneto i primi diplomati in bioedilizia e agricoltura biologica

Scritto da: Ezio Maisto

Dall'agricoltura biologica e biodinamica all'artigianato e all'industria, con focus su bioedilizia e sostenibilità. Sono gli indirizzi attivati dalla scuola Steiner Waldorf di Conegliano, una delle due scuole steineriane italiane che sta per raggiungere il traguardo dei suoi primi diplomati, quasi tutti allievi dell’istituto fin dalle materne.

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Treviso, Veneto - Saranno i primi diplomati in Agricoltura biologica/biodinamica e in Bioedilizia/sostenibilità d’Italia e, in assoluto, i primi diplomati della Libera Scuola Steiner Waldorf  di Conegliano  (TV), in Veneto. Sono gli alunni della 13esima classe (quinta superiore) dell’Istituto Novalis di San Vendemiano (TV), attuale sede delle attività didattiche della scuola. Si tratta di un traguardo storico per La Cruna, l’associazione che gestisce tutte le attività pedagogiche del plesso scolastico.

 

Quella di Conegliano è una delle due scuole superiori italiane che adotta la metodologia Steiner Waldorf  (l’altra si trova a Milano). Nata nel 1996 come scuola paritaria per l’infanzia e poi ampliatasi con l’offerta formativa dalla prima alla ottava classe, all’inizio aveva sede in un vecchio edificio scolastico fornito in comodato d’uso dal comune di San Vendemiano. Poi, nel 2009, le attività vengono trasferite in un nuovo, moderno e funzionale edificio costruito ad hoc dalla Fondazione facente capo alla scuola, dove nel 2013 vengono per l’appunto attivate anche le scuole superiori.

Panorama edificio

L’edificio dell’Istituto Novalis di San Vendemiano, sede della scuola


Il  fatto che la proposta di estendere il percorso formativo alle superiori sia venuta dai genitori non deve meravigliare. Nelle scuole Steiner Waldorf i genitori sono parte attiva oltre che per la scelta del metodo educativo per i loro figli, anche nella gestione dell’associazione: dalla partecipazione al Consiglio Direttivo sino alla manutenzione ordinaria e pulizie delle aule. La scelta del corpo docente, di attivare un istituto professionale ha due motivi, spiega il presidente Sabino Pavone. “Da un lato per soddisfare un’esigenza inclusiva che licei e istituti tecnici, soggetti a selezione, non sempre garantiscono. Dall’altro lato, per avere una scuola con un alto grado di autonomia, nella quale l’arte possa essere centrale, in grado di sviluppare un alto profilo sia sul piano umanistico che su quello scientifico.”

 

Grazie ad un innovativo piano di studio, frutto di un’attenta osservazione non soltanto della realtà contemporanea e dell’area di riferimento, ma anche dei trend generali che guardano al futuro, l’istituto ha attivato due indirizzi: 1) servizi per l‘agricoltura e lo sviluppo rurale con focus sull’agricoltura biologica e biodinamica; 2) artigianato e industria con focus su bioedilizia e sostenibilità.

I maturandi della 13esima classe

I maturandi della 13esima classe


Non inganni il fatto che entrambi gli indirizzi siano orientati a materie pratiche. Nel piano di studi sono presenti anche materie – quali filosofia e storia dell’arte – che normalmente non sono previste negli istituti professionali. “Se è vero che la scuola non deve solo istruire ma anche educare”, continua Pavone, “bisogna ampliare il più possibile il raggio della conoscenza e creare occasioni affinché ogni individuo trovi il modo di conoscere e manifestare i propri talenti, in modo da far leva su questi per risolvere eventuali difficoltà presenti su altre discipline. Per questo occorre sempre riequilibrare le fondamentali capacità pratiche con le facoltà del pensare, del sentire e del volere”.

 

Un approccio educativo che ha dato certamente i suoi frutti, visto che l’80% degli alunni iscritti alle classi superiori ha frequentato l’istituto fin dalle scuole materne, ossia dall’età di 2 anni e fino ai 18 per coloro che nei prossimi mesi – primi in assoluto – si cimenteranno nell’esame di maturità.

 

Un video che descrive il progetto sociale portato avanti nella libera scuola Steiner-Waldorf Novalis

 

Ma il successo è testimoniato anche da altri fattori. Anzitutto dalla forte domanda di iscrizioni di alunni provenienti dalle scuole statali, cosa che oggi costringe la scuola a liste di attesa e a colloqui preventivi con le famiglie per verificare motivazioni e capacità di integrazione dei candidati. Poi dal fatto che, accanto al 70% di utenza proveniente dal bacino tradizionale, ossia un raggio di 50 km dalla scuola, c’è un 30% circa di alunni provenienti da altre regioni (Lazio ed Emilia Romagna su tutte), con famiglie che si trasferiscono per dare la possibilità ai propri figli di frequentare la scuola e altre che accettano l’offerta delle famiglie degli allievi della zona di ospitare chi viene da lontano.

 

Come spesso capita sia nel mondo delle scuole paritarie che in quello delle scuole pubbliche, la nota dolente è il bilancio. Nel caso specifico le rette pagate dalle famiglie non bastano, e i finanziamenti pubblici arrivano a coprire al massimo il 10% del fabbisogno. Ma anche questa minaccia, in una scuola Steiner Waldorf può trasfomarsi in un’opportunità educativa e di espressione creativa. Le iniziative per trovare fondi o per ridurre i costi di gestione sono le più svariate: dalle lotterie ai mercatini con i prodotti artigianali realizzati dai genitori, dal coinvolgimento della comunità locale agli sponsor privati, fino al sostegno extra delle famiglie. I genitori che possono permetterselo, infatti, effettuano donazioni una tantum all’occorrenza, contribuendo al sostegno di chi non può pagare in pieno la retta. Una politica di “fundraising” che, oltre alle spese di gestione, è riuscita recentemente a finanziare anche l’acquisto di due scuolabus.

Gli orsi artigianali realizzati dagli alunni della sesta classe

Gli orsi artigianali realizzati dagli alunni della sesta classe


Ma le iniziative non si limitano all’obiettivo finanziario. L’11 marzo scorso si è infatti svolto il primo convegno organizzato interamente dagli allievi della Libera Scuola Steiner Waldorf di Conegliano, dal titolo “Un altro domani”. Centinaia di persone sono accorse dai paesi limitrofi per partecipare agli interventi degli esperti e ai dibattiti dei ragazzi sulla “salutogenesi” dell’uomo e del pianeta attraverso i tre temi selezionati: cibo, ecosostenibilità delle abitazioni ed educazione del futuro, ossia quali strumenti la scuola deve fornire oggi ai ragazzi per prepararli alla loro vita di domani. Un futuro che, almeno in questa parte del trevigiano, sembra già sfiorare il presente.

 

 

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