7 Gen 2022

Seminatrice di Creatività: Valentina e la sua Oficina Salvaj che mescola arte e natura

Scritto da: Davide Artusi

Oficina Salvaj in piemontese significa "laboratorio selvatico" ed è proprio in questa casa-laboratorio che la passione per l’acquerello, l’amore per la natura e la scoperta interiore raccontano la storia di Valentina Bollo. Possiamo considerarla una "Seminatrice di Creatività" che dalla città si è trasferita nel paesino di Vaie, in Val di Susa, per dedicarsi alla sua più grande passione: l'arte.

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Torino - Dopo aver trascorso la sua vita in città, a Torino, Valentina Bollo decide di lasciare un lavoro sicuro e una comfort zone che conosceva per cercare sé stessa e dedicarsi alle sue passioni: gli acquerelli e la natura. Questa è una delle varie storie di chi trova il coraggio di cambiare, voltare pagina e inseguire la sua strada.

Ma quali sono le motivazioni che hanno portato Valentina a questo cambio di vita? Perché si fa chiamare Seminatrice di Creatività? Cos’è Oficina Salvaj e come è nata? Ne parliamo direttamente con lei per farci raccontare la sua storia e quella del suo progetto.

Dove sei nata e cosa ti ha spinto a cambiare vita?

Mi chiamo Valentina Bollo e sono una quarantenne nata e cresciuta in città, a Torino, ma che da sempre ha due passioni: il mondo naturalistico e l’arte in tutte le loro sfaccettature. Ho fin da piccola avuto visioni della vita un po’ alternative o quantomeno non legate alla massa. Il mio obiettivo è sempre stato quello di fare ciò per cui sono portata e avere molto tempo per me e per le mie passioni. Lavorare il giusto seguendo un ritmo più stagionale e naturale.

Com’è iniziato questo cambiamento?

Il primo passo è stato ormai otto anni fa, dopo aver fatto chiarezza su cosa realmente desideravo nel profondo, ovvero reiscrivermi a un corso di pittura, ma scegliendone uno specifico: ho deciso di studiare disegno naturalistico e in particolare china e acquerello presso lo studio di una importante artista del Piemonte. Da lì mi si è aperto un mondo e ne ho costruito uno mio.

Oficina Salvaj 2
Prima parlaci un po’ della tua “vita precedente”.

Facevo la responsabile di un bellissimo negozio di giocattoli full time. Ho iniziato a chiedere una riduzione ore al lavoro, per poi arrivare nel corso di tre anni circa a licenziarmi definitivamente e creare la mia attività di formatrice creativa. Non volevo più vendere oggetti, seppur di qualità, ma dar sfogo alla mia missione: aiutare le persone a esprimersi attraverso canali creativi legati da un filo conduttore, quello della saggia natura. In questi anni anche i ritmi e lo stile di vita consumistico della città non erano assolutamente in linea con il mio essere, da qui il desiderio di andare a vivere in un luogo con più “verde” è stata una conseguenza naturale.

Dove e quando hai deciso di iniziare questa nuova vita?

Ci ho messo quasi due anni nella ricerca della casa, sia perché l’investimento che volevo fare aveva un budget limitato, sia perché nel mentre c’è stato il primo lockdown. Finalmente a maggio del 2020, appena hanno riaperto, ho incentivato la mia ricerca e, in pochi mesi, ho trovato la casa giusta per me. A luglio mi sono trasferita a Vaie, in bassa Val di Susa. È stato in realtà un po’ un caso, ma penso che questo piccolo paesino abbia tanti lati perfetti per me: è il paese dell’acqua e io lavoro con medium artistici acquosi; è sotto la montagna e questo mi permette di avere i boschi dietro casa; inoltre ci posso andare 365 giorni l’anno! In più ha 1.400 abitanti circa e una comunità che mi ha sempre fatto sentire supportata.

Perché ti senti così attratta dalla natura e in particolare dal bosco?

Sento che il bosco è il mio ambiente. Accogliente se lo si rispetta, generoso con chi sa osservare. È un’entità a tutto tondo che pullula di vita e che mi fa sentire viva. Oltre all’ispirazione continua per i miei laboratori, mi regala tanto materiale che trasformo in inchiostri e pennelli selvatici e in altri prodotti. Quando sono triste la natura mi cura, mi calma e mi consiglia. Basta conoscerla, ringraziandola sempre.

Oficina Salvaj 3
Quando nasce Seminatrice di Creatività?

Seminatrice di Creatività nasce dopo aver aperto nel 2018 la famosa partita iva forfettaria e aver ultimato il percorso gratuito della regione Piemonte del  M.I.P (mettersi in proprio), per dare un nome e una definizione a me e al mio progetto: far riconnettere le persone a un ambiente naturale attraverso proposte laboratoriali/esperienziali pittorico/creative.

Come sono organizzati i tuoi laboratori e che cos’è Oficina Salvaj?

La programmazione dei laboratori è definita mensilmente ed è stagionale, anche in autunno e inverno propongo laboratori con passeggiata annessa. La parte pratica la realizzo in Oficina Salvaj (“laboratorio selvatico” in piemontese) che è il nome che ho voluto dare alla mia casa/laboratorio. Mensilmente comunque ci sono sempre come minimo quattro proposte laboratoriali, sia online che in presenza, con anche almeno una proposta in città.

Oficina Salvaj 1
Ti senti arricchita da questa tua nuova scelta di vita?

Assolutamente sì. In questi anni di sviluppo della mia attività ho potuto creare tante interconnessioni con persone e dar vita a una rete di contatti con gente affine a me. Ho sperimentato e implementato diversi linguaggi artistici, cugini degli acquerelli, come gli inchiostri e la calligrafia usata in termini espressivi e gestuali. Utilizzo e inserisco nelle mie proposte anche la scrittura e la profondità delle parole.

Amo molto scrivere e comporre poesie, dove ancora di più la scelta delle parole deve essere fatta con cura. È così che ho autopubblicato due anni fa circa il mio libro “Haiku resilienti”, una raccolta di mie poesie, utilizzando la metrica giapponese, unite a una raccolta di miei acquerelli. Ora sto scrivendo il secondo libro.

Perché ti definisci Seminatrice di Creatività?

Mi definisco Seminatrice di Creatività perché la semina è il primo atto per la vita, ma nel mio caso sono semi creativi e io la contadina che li “sparge” fra la gente. Creo così esperienze che ci si porta dentro e offrono spunti artistici che aiutano a vedere il mondo con occhi diversi. Le persone, soprattutto nei laboratori in presenza qui nei boschi della Valsusa, arrivano in un modo e ritornano a casa cambiate, tutto ciò è magico e mi riempie di gioia.

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