24 Ott 2022

La storia di Dria, tornata in Sicilia per raccontare la sua terra attraverso le opere d’arte

Scritto da: Lorena Vasquez

Siamo nel paesino di Aci Castello. Qui è nata e cresciuta Adriana Rossi, in arte Dria, che ha deciso di tornare perché la Sicilia – con il suo mare, i suoi colori, le sue storie e le sue ambientazioni – la possa ispirare e influenzare in tutto quello che crea. Con matita e pennello, ogni superficie e materiale (carta, legno, stoffa, vetro o ceramica) si presta a diventare lo scenario ideale per il suo favoloso mondo fatto di sirene, pescatori, castelli, vele bianche e filari di fico d'India.

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Catania - Un’idea, una matita! Con queste due parole, semplici ma profondamente evocative, Adriana Rossi – in arte Dria – ama descriversi e presentarsi, proprio perché in esse è racchiuso e custodito tutto il suo mondo. Un mondo che ha davvero un che di favoloso: già la soglia della sua bottega, nel paesino di Aci Castello, è un invito a scoprirlo.

Appena si entra ci si trova immersi in un’atmosfera di colori in cui il bianco e tutte le sfumature del blu e dell’azzurro la fanno da padrone. Buffi personaggi, sirene, pastori, marinai, pupi e pescatori cominciano a prender vita raccontando storie dell’immaginario collettivo del territorio e paesaggi unici sia marini che rurali. E l’attenzione alla sostenibilità e al riutilizzo dei materiali salta subito all’occhio: dal comò della nonna ai vecchi scaffali ridipinti d’azzurro e portati a nuova vita dalla stessa Adriana, fino al tavolo centrale che riempie la stanza ricavato da una enorme bobina di legno.

Ma entriamo nel vivo del processo produttivo: l’argilla, la ceramica e la terracotta sono considerati materiali poveri e facilmente reperibili, la cui lavorazione non produce praticamente nessuno scarto. Come la stessa Dria ci racconta, «usando quello che mi rimane degli impasti, realizzo piccoli accessori che mi servono per la pittura. Le vernici che utilizzo sono tutte apiombiche perché destinate ad uso alimentare. Al di là dell’acqua che mi serve per impastare, l’unica energia che consumo è quella elettrica del forno che ho cura di accendere la notte per risparmio ma anche per il calore che porta».

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E il calore dalla bottega si sprigiona anche nei dintorni, dove diverse sono le occasioni di imbattersi in alcuni capolavori firmati Dria. Chiunque decida di visitare la meravigliosa Riviera dei Ciclopi, in provincia di Catania, potrà percepire e toccare con mano la magia di quel mondo: passeggiando, ad esempio, sul lungomare di Acitrezza, si trova Villa Fortuna, sede della Proloco, dell’Ecomuseo e dell’Area Marina Protetta “Isole Ciclopi”.

All’ingresso della villa, i bordi di una piccola fontana raccontano la storia d’amore di Aci e Galatea, che dà il nome a questi territori ed è ritratta su mattonella proprio dalle mani di Dria. Immagini peraltro provenienti dalle tavole create su committenza per l’omonimo libro “Il mito di Aci e Galatea” della scrittrice locale Pina Spinella, con cui Adriana ha collaborato per illustrare anche Etna. Essenza della Sicilia. Curiosità, miti e leggende.

Poco distante dal porto di Acitrezza, nei pressi dello storico mercato del pesce, è possibile poi assaporare qualche scena della leggenda di Colapesce, affrescata da Dria sulle pareti dell’omonima putìa gastronomica. E ancora più avanti, quasi alla fine del paese, una veranda privata interamente a vetri, a pochi metri dal mare, ospita altre storie dipinte su sedute in ceramica e sui muri, incorniciando così un rifugio marino unico al mondo, con vista sull’Isola Lachea. In attesa di poter fare dal vivo questo tipo di esperienze, godetevi la storia che stiamo per raccontarvi, conducendovi per mano in questa magica avventura.

Adriana è una giovane artigiana che a un certo punto della sua vita sceglie di seguire la sua più grande passione e di tornare in Sicilia, ad Acicastello, paesino a due passi dal mare in cui è nata e cresciuta. Artisticamente si definisce un’autodidatta: sin da bambina matite e pennelli sono sempre stati i suoi amici più fidati e il disegno un’esigenza fortissima, costante e imprescindibile, pur avendolo inizialmente considerato un hobby, difficile da “spendere” a livello lavorativo.

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Dopo qualche esperienza estiva come scenografa nei villaggi turistici e una laurea in filosofia con una tesi sull’arte nell’industria culturale, Dria si trasferisce a Roma per lavorare in una casa editrice. Ma presto il richiamo della pittura e l’intuizione di trasferire i suoi disegni su ceramica, la portano finalmente a lavorare facendo quello che più le piace: produrre in casa i suoi primi manufatti, che mette poi in valigia per andare a cuocerli presso i forni di botteghe locali.

Dopo varie esperienze come esperta di disegno e teatro nelle scuole e una mostra in una galleria capitolina con cui si crea il suo primo giro di clienti, ecco il rientro in Sicilia: inizia a collaborare con delle botteghe artigiane a Catania e a Ortigia, dove può infornare, esporre e aprire un conto vendita.

Ci ha molto incuriosito questa immagine di lei con la valigia che va in giro portando i suoi manufatti: «Lo smalto che usano ad esempio a Caltagirone ti obbliga a creare, infornare e decorare nello stesso luogo perché i colori sono particolarmente polverosi e in un attimo vengono via. L’engobbio invece la tecnica che da sempre utilizzo, ti dà la possibilità di poter infornare in remoto, ma creando e dipingendo a casa».

Quello che amo del mio paese è la dimensione del villaggio in cui ogni porta è un parente o un amico

Così Dria si muove a piccoli passi, da uno stanzino al salone di casa, dove poi ha potuto comprare e mettere un forno tutto suo, aprire partita IVA, vendere e farsi conoscere anche online, fino alla scelta di aprire bottega nella sua Acicastello. In mezzo c’è stata la pandemia, durante la quale ha potuto lavorare moltissimo grazie al potere fortemente evocativo, simbolico ed affettivo delle sue creazioni: tra i committenti molte le persone che vivono dall’altra parte del mondo, immigrati di seconda o terza generazione, che cercano un legame con i propri cari e le proprie origini.

Ed è così che da una tazzina di caffè, da un piatto o da un vassoio, semplici oggetti d’uso quotidiano decorati col castello simbolo del paese, i faraglioni di Acitrezza o anche semplicemente con onde del mare e pale di ficodindia, iniziano a prendere vita storie e immagini, magari raccontate un tempo da nonni e parenti ormai lontani.

Nel dicembre 2021 Dria apre finalmente bottega, in pieno centro ad Acicastello, nella stradina affianco alla chiesa madre: «Un ritorno a casa, perché ho scelto sempre di raccontare casa. Credo infatti che si racconti quello che si conosce e non c’è posto che si conosce meglio di casa propria! Quello che amo del mio paese è la dimensione del villaggio in cui ogni porta è un parente o un amico. È anche questo che mi ha spinto a restare, a fare l’artigiano con i piedi a mollo!».

Adriana sa bene quello che vuole e al tempo stesso è una sognatrice, una disegnatrice appassionata di fiabe, che intinge nelle sue creazioni tutto il suo mondo interiore, fatto di ambientazioni fantastiche e leggendarie. Tra i suoi lavori più originali, oltre ai piccoli manufatti, che diventano partecipazioni e bomboniere di nozze ritraenti gli sposi in vesti di sirene e pescatori, anche opere di grande formato, affrescate a mano o dipinte su ceramica, a mosaico; murales e affreschi per attività commerciali e case vacanza; restyling di mobili e complementi d’arredo.

In questi giorni Adriana, su proposta dell’Associazione Artea, ha iniziato a condurre un corso di illustrazione su ceramica, aprendo le porte della sua bottega per insegnare sia le tecniche artistiche che quelle di marketing digitale e mettendo a disposizione il proprio forno come un tempo facevano con lei le botteghe che la ospitavano. È la sua prima esperienza di formazione che potrebbe porre le basi per un piccolo circuito locale di nuove botteghe artistiche

Tra i progetti futuri: iscriversi a una scuola di illustrazione internazionale ed esporre in un mercato dal vivo all’estero, perché «al di là delle possibilità del web di raggiungere potenziali clienti fuori dalle mura della mia bottega, il desiderio di farmi io stessa ambasciatrice della mia terra e dei miei lavori è molto forte!».

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