23 Dic 2022

Suolo Urbano, a Modica un evento per parlare di sostenibilità e consumo di suolo

Scritto da: Selena Meli

Un mercatino di artigiani e produttori, workshop per grandi e piccini, un dibattito sul suolo e un pranzo a scarto zero. Domenica scorsa si è svolto a Modica l'evento Suolo Urbano, un'occasione per comprare prodotti equi e sostenibili, diffondere buone pratiche e parlare del futuro delle nostre città.

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Ragusa - Un evento che aggrega e coinvolge attivamente una comunità di persone e la sprona a fare la sua parte. Con questa idea un gruppo di ragazze e ragazzi domenica scorsa ha riunito a Modica centinaia di persone per accendere i riflettori sui temi della sostenibilità, del consumo consapevole e della rigenerazione urbana. Tra queste menti creative c’ero anch’io e oggi voglio provare a dare forma alle emozioni di una domenica diversa dalle altre. 

Ma andiamo con ordine, partendo proprio dal nome dell’evento. Suolo Urbano prende spunto – come racconta Elena Menghi, una delle organizzatrici – dalla lettura di due libri, Il futuro è sottoterra di George Monbiot e La pianta del mondo di Stefano Mancuso, in cui la vita all’interno del suolo è descritta come un sistema estremamente organizzato in maniera coerente, in una logica di mutuo soccorso, in cui non soccombe il più debole ma l’inutile. 

«Quello che penso manchi alle città in generale – spiega Elena – è uno sguardo comune sulla coesistenza tra uomo e natura, spesso considerate come organismi indipendenti l’uno dell’altro. Per questo ho scelto di accostare queste due parole “suolo” e “urbano”, che unite diventano un messaggio potente che ci riporta al suolo come l’unica vera fonte di vita per l’essere umano, da proteggere e curare». 

suolo urbano dibattito
Un momento del dibattito “Un solo suolo” organizzato dall’associazione Talè

E dal nome deriva anche la scelta del luogo: Villa Silla, un parchetto comunale e uno dei pochi polmoni urbani di una città che – dati Ispra alla mano – è al terzo posto in Sicilia e al 51° in Italia per percentuale di suolo consumato. Qui da qualche anno l’associazione Fab Lab, con un contratto di comodato d’uso, ha aperto il suo hub di stampa 3D e organizza eventi, momenti di aggregazione e formazione per il quartiere e la cittadinanza. 

«Questa area verde incastonata tra l’asfalto e le palazzine colorate di un quartiere popolare ci è sembrata perfetta per realizzare la nostra idea – spiega Marco Ottaviano, che insieme a Elena gestisce un progetto di agricoltura naturale – e creare un momento d’incontro tra i piccoli produttori e gli artigiani del cibo e le persone, un legame che è sempre più debole a causa del sopravvento della GDO e della vendita online. Suolo Urbano è stata una straordinaria occasione per riflettere, confrontarsi e conoscere le storie dei produttori, ma anche una fucina creativa per dimostrare che il cambiamento dipende in primis dalle nostre scelte di acquisto e consumo». 

Quello che penso manchi alle città in generale è uno sguardo comune sulla coesistenza tra uomo e natura, spesso considerate come organismi indipendenti l’uno dell’altro

E così domenica, intorno a banchetti di tessuti sgargianti, vestiti realizzati da scarti di tappezzeria, libri, gioielli realizzati a mano, grani antichi, verdure fresche di stagione, olio e marmellate, si sono riuniti in una mattinata dal profumo primaverile amici, curiosi e abitanti del quartiere, ognuno con la sua sportina in cerca di un regalo creativo da fare a Natale o di un prodotto buono e genuino da gustare.

«È stato bellissimo rivivere l’emozione di organizzare un mercatino artigiano», mi racconta Miranda Cannata, che con l’associazione Ammanoammano ha già fatto eventi così in passato. «Un’altalena di emozioni che mi ha accompagnata per tutto il giorno. La gioia è stata amplificata dalla soddisfazione di chi ha partecipato».

«Per la prima volta ho preso parte a un mercatino principalmente da organizzatrice e non da artigiana come solitamente faccio – continua Irene Minissale [Irene è un’illustratrice toscana e realizza stampe ad acquerello, ndr]. Per me è stata stata un’occasione per conoscere nuovi progetti e altri artigiani della rete. Nel nostro piccolo poi siamo riusciti pienamente in uno dei nostri intenti: dare una nuova veste a un luogo poco conosciuto e nell’immaginario comune poco adatto a ospitare un evento di questo tipo». 

collettivo ocra
Un momento del workshop organizzato da Collettivo Ocra

Suolo Urbano non è stato solo un mercato artigiano e contadino, ma anche un’occasione per mettere in campo piccoli gesti concreti. Con il laboratorio sui fermentati di CreoVivo abbiamo imparato a preparare un antibiotico naturale in casa, mentre i più piccoli si sono divertiti con stampini e colori con i due workshop a cura di Collettivo Ocra.

Di suolo si è soprattutto parlato in un dibattito moderato dall’associazione Talè a cui hanno partecipato l’associazione Modicaltra, Sarah Ruta, apicoltrice modicana di cui abbiamo parlato qui, Eurovia, European Coordination Via Campesina e la palermitana Terra Franca. Si è parlato soprattutto di sfruttamento e consumo di suolo, sia in termini di cementificazione che di depauperamento della materia organica che alimenta le nostre terre, di diritti dei contadini ma anche di pratiche per rigenerare città e comunità. 

Il momento più emozionante ce lo ha regalato il pranzo “a scarto zero” realizzato con eccedenze alimentari recuperate da supermercati e mercati rionali e rielaborate dalle mani creative di un vero chef Francesco Mineo. Cento chili di verdure, pane, frutta, ortaggi di ogni genere, perfettamente commestibili ma considerati scarti da destinare alla pattumiera sono diventati piatti caldi e gustosi.

«Con questo gesto abbiamo voluto creare un momento di consapevolezza sullo spreco di cibo e ridargli un valore sociale. È stato sorprendente constatare che molte delle persone che hanno pranzato sul posto hanno portato piatto e posate da casa, consentendoci così di ridurre al minimo il rifiuti. Un grande successo per noi e per tutta la comunità», spiegano gli organizzatori. 

scarti

«Suolo Urbano – ribadisce Davide Fede, attivista e ideatore insieme a tutti e tutte noi di questo evento – è nato da un bisogno di vivere lentamente e di conoscere quello con cui abbiamo a che fare. Per farlo però ci siamo resi conto che mancava uno spazio aperto e condiviso che ci permettesse di farlo».

«Visto che il gruppo di partenza è composto da attivisti e produttori, ci è sembrato naturale coinvolgere altrettante realtà. Le risposte sono state da subito positive e nel giro di poco il motore era acceso ma non andava a benzina bensì con i ritagli di tempo di tutte le persone coinvolte. Il 18 è arrivato in un baleno e allo stesso modo è passato. Come i momenti indimenticabili, come i film del cuore. Unici nell’ideazione ma completamente riproducibili tutte le volte che si vuole».

Per saperne di più ascolta la puntata di A tu per tu dedicata al consumo di suolo.

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