Salvatore Donatiello: l’escursionismo per tornare a far parte della natura a cui apparteniamo
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Campania - Salvatore Donatiello ha poco più di 40 anni, ma ha le idee ben chiare su cosa “fare da grande”: essere felice a contatto con la natura. «Sono originario di un paese nell’alto Casertano, dove il verde delle montagne sovrasta tutto il resto. Ho avuto moltissime esperienze anche all’estero, ma a un certo punto della mia vita ho sentito il richiamo della mia terra. Dopo una laurea in beni culturali e gestione del patrimonio, mi sono avvicinato all’escursionismo: la nostra terra è un vero tesoro non solo dal punto di vista naturalistico, ma anche da quello culturale».
Lungo i sentieri e lungo i percorsi infatti non è raro trovare reperti archeologici. «In questa società che soffre sempre più di solitudine», evadere dalla frenesia della vita moderna per riscoprire il legame con la natura è un sogno che molti coltivano, ma che pochi riescono a realizzare; scegliere di vivere in armonia con la natura e con la terra diviene un atto di ribellione. «Insegno ai miei amici viandanti ad andare oltre quelli che sono i percorsi pieni zeppi di turismo», sottolinea Salvatore Donatiello.
Dietro un cespuglio di rovi o all’interno di un santuario abbandonato è possibile trovare la grande bellezza. «In Campania ci sono zone in cui la natura è selvaggia e in cui la storia vive in completa simbiosi con essa; spesso limitiamo la nostra curiosità alle zone più frequentate, ma la nostra terra millenaria ha tanto di più da offrire. E io, attraverso l’escursionismo, porto alla scoperta di luoghi magici. In questi dieci anni di lavoro da escursionista ho cercato di valorizzare e promuovere al meglio le piccole realtà non ancora risucchiate dal turismo».
ESCURSIONISMO, WHY NOT?
Sempre più persone riscoprono il profondo valore del contatto diretto con la natura, abbandonando lo stile di vita delle città. Questo ritorno alla natura risponde al sempre maggiore bisogno di equilibrio e benessere psicofisico: escursioni, campeggi e passeggiate immerse nel verde offrono connessione e pace, e le esperienze all’aperto, lontane dal rumore e dal caos urbano, permettono di riscoprire la propria vera essenza. «L’escursionismo ci riporta un po’ al nostro stato brado, alla nostra umanità. La natura è davvero magica perché permette alle persone di vedere e farsi vedere per ciò che si è, senza fronzoli o troppe parole», spiega Salvatore.
Stando in natura ci riconnettiamo con noi stessi e alla natura e alla storia che abbiamo dentro: fare escursionismo, ma in genere lo stare nel verde, non ha bisogno di essere studiato perché l’essere umano è connesso naturalmente all’ecosistema, ne è parte, riprende semplicemente delle “vecchie abitudini”. «Ci sono dei luoghi a cui mi sento particolarmente legato: in alcuni sentieri nella zona del Taburno vi sono delle Grotte affrescate al cui interno vi sono degli altari antichissimi; il vulcano di Roccamonfina, nei cui pressi – nella zona “Ciampate del Diavolo” – sono state rinvenute le orme più antiche dell’ Homo heidelbergensis; l’Orto della Regina al cui interno probabilmente vi era una sorta di santuario per la dea Mefitis, figura mitologica», spiega Salvatore.
TURISMO SOSTENIBILE ED ESCURSIONI: UNA LOTTA TRA PARI?
«Forse questa tutt’oggi rappresenta una delle problematiche più sentite. Il sempre maggiore inquinamento anche in aree lontane da quelle urbane tedia la natura e soprattutto coloro i quali si battono quotidianamente per un mondo migliore e più pulito. La sfida più dura da affrontare è far sì che i luoghi naturali restino tali e non diventino lidi per i capricci degli escursionisti improvvisati. Il vero cultore dell’escursionismo non maltratta la natura, perché ha consapevolezza che essa è la nostra vera essenza». Salvatore prosegue: «La speculazione deve rimanere fuori, si deve comprendere che essere in natura è un vero e proprio viaggio alla scoperta di sé».
Il turismo sostenibile e l’escursionismo rappresentano un binomio nel panorama globale: il turismo tradizionale ha lasciato segni profondi sull’ambiente; ciò a cui si dovrebbe puntare è un turismo sostenibile che punta a minimizzare l’impatto ambientale e a valorizzare le comunità locali. Non una semplice forma di turismo attivo, ma una vera e propria filosofia che rispetta la natura e che permette ai visitatori di apprezzare e preservare le bellezze del territorio.
«In montagna è fondamentale andare in sicurezza. E non parlo soltanto di lupi oppure di orsi – banalmente è molto più frequente incontrare mucche al pascolo o cani randagi, che animali selvatici. L’escursionismo dovrebbe insegnare a non sottovalutare il rapporto con la natura». L’ inesperienza e la mancanza di consapevolezza sono i veri problemi da affrontare: quando si è in condizioni di difficoltà bisogna necessariamente segnalare il pericolo: la tecnologia è dalla nostra attraverso diverse piattaforme con mappe. «Non bisogna mai dimenticare che in natura i veri ospiti siamo noi esseri umani e non gli animali. Anche l’animale più tranquillo se molestato o avvicinato troppo, può diventare pericoloso».
IL POTERE CURATIVO DELLA NATURA
«A volte, soprattutto all’inizio del mio percorso nel mondo dell’ escursionismo, ho avuto la sensazione di essere in pericolo, ma mai come quando sono intrappolato nel traffico». Checché se ne dica la natura ha un vero e proprio potere curativo sulle persone: la terapia forestale ha effetti benefici, scientificamente provati. Il contatto one to one con l’ambiente naturale apporta numerosi benefici sia alla nostra salute fisica, che alla nostra salute mentale. Delle vere e proprie “prescrizioni verdi”: la medicina raccomanda di trascorre quanto più tempo possibile all’aperto per il proprio benessere psicofisico.
«Forse sono un po’ di parte, però quando non sono tra il verde mi sento debole. Camminare in natura è facile e ci insegna a ritrovare il nostro passo». Nella società della performance, accettare di avere dei limiti è il vero insegnamento. «Lungo il cammino di Santiago ho imparato cosa vuol dire darsi tempo. I sentieri e l’escursionismo ci permettono di uscire dalla nostra zona di comfort e ci fanno entrare in sintonia con noi stessi. Cerco di mettermi in contatto con me stesso e provo a far comprendere ai miei amici viandanti come la natura sia in simbiosi con l’arte, anche attraverso la lettura di poesie che celebrano la bellezza della natura, dell’ambiente e dei suoi paesaggi».
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