Dal bracconaggio di Trump Jr ai lupi uccisi in Trentino: animali sotto attacco
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Nell’ultima settimana sono avvenuti quattro eventi che coinvolgono gli animali, apparentemente sconnessi e scollegati tra loro, ma che in realtà sono uniti da un filo grande e grosso. Un filo che sta strozzando la natura e i diritti degli animali e dell’ambiente nel nostro Paese. Un filo che però noi possiamo tagliare, anche grazie a questo articolo e a tutti voi, lettori e lettrici.
DONALD TRUMP JR
Iniziamo dalla prima notizia che vede protagonista Donald Trump Jr, il figlio di Donald Trump, l’attuale presidente degli Stati Uniti. In vacanza in Italia, Trump ha partecipato a una battuta di caccia in una laguna vicino Venezia compiendo due reati. In primis ha trasgredito la legge già solo cacciando, in quanto gli stranieri non possono effettuare attività venatoria se non residenti in Italia.
Come afferma anche Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde, «come ogni straniero, in Italia per legge non avrebbe potuto cacciare. Infatti, nel nostro Paese possono cacciare solo i residenti di una delle regioni italiane. Serve la licenza di caccia rilasciata dalla Questura, ma soprattutto è necessario il tesserino di caccia rilasciato solo ed esclusivamente ai residenti in una delle regioni italiane, documento obbligatorio dove annotare data, luogo di caccia e quantità di animali uccisi suddivisi per singola specie».

Ciliegina sulla torta, Trump Junior ha cacciato specie protette, che non era legale uccidere. «Vengono uccise specie protette senza regolare licenza», spiega Zanoni, che aggiunge che l’area delle valli «è tutelata dalle norme europee e fa parte di un sito della Rete Natura 2000 UE, come Zona Speciale di Conservazione denominata “Laguna medio-inferiore di Venezia”».
«Questo illecito è stato filmato e postato in un video su Youtube in cui si vedono alcune persone, tra le quali, anche Donald Trump Junior, mentre abbattono diverse anatre, tra le quali si scorge in primo piano una Casarca – Tadorna ferrugginea –, un’anatra molto rara e per tanto specie protetta in tutta Europa dalla direttiva UE Uccelli e dalla legge italiana, che ne sanziona penalmente l’abbattimento e la detenzione».
Zanoni ha già depositato un’interrogazione alla Regione per capire quali azioni e sanzioni intenda mettere in atto, «come la sospensione o revoca dell’autorizzazione nei confronti dell’azienda faunistica venatoria e nei confronti dei responsabili di atti in violazione delle norme italiane ed europee come caccia a specie protette e caccia senza tesserino venatorio di caccia». Nel video viene ripreso anche Oliver Martini, imprenditore agricolo specializzato in acquacoltura, già presidente dei vallicoltori veneti in Confagricoltura: «La giornata è fantastica», esordisce davanti alle telecamere.
È lui il proprietario di Valle Pirimpiè e, in tenuta d’ordinanza, sembra aver accompagnato sul posto il gruppo di cacciatori. Staremo quindi a vedere ora che conseguenze ci saranno per Trump, Martini, la Regione e l’azienda faunistica venatoria. La speranza che ci siano pene esemplari per questo atto di bracconaggio è pari a zero, in un’Italia che ormai va sempre più a braccetto con le associazioni venatorie, che hanno sempre più diritti e sempre meno doveri.
QUATTRO LUPI AVVELENATI IN TRENTINO
Ed ecco che il filo si collega alla seconda notizia: un altro atto di bracconaggio è avvenuto a danni di quattro lupi, stavolta in Trentino. Nella giornata del 1° febbraio infatti, a Levico (TN) sono state rinvenute le carcasse di quattro lupi probabilmente morti per avvelenamento. Si tratta di due adulti e due cuccioli appartenenti a un gruppo stabile, fondamentale quindi per l’equilibrio dell’ecosistema in quella zona.
Anche in questo caso sono in corso accertamenti da parte dell’Istituto Zooprofilattico ed è stata sporta denuncia verso ignoti. Certo è che viene spontaneo domandarsi a cosa serva una denuncia verso ignoti, quando l’assassino dell’orsa Amarena Andrea Leombruni – che tutti sanno chi è, che è stato denunciato e condannato per il reato di uccisione di animali aggravata da crudeltà e spari pericolosi – è ancora a piede libero e continua la sua vita come se niente fosse. Dov’è la giustizia quando si tratta di far valere la legge nei confronti degli animali?
Viene spontaneo chiedersi a cosa serva una denuncia contro ignoti quando la stessa UE, meno di un mese fa, ha deciso che il lupo in tutta Europa sarà declassato nel suo status di conservazione – ne avevamo parlato qui – agevolandone gli abbattimenti e segnando un precedente gravissimo nella tutela dei grandi carnivori e di tutta la fauna selvatica, riaprendo la Direttiva Habitat, documento saldo nella conservazione della biodiversità in tutto il continente. A cosa servirà quindi la denuncia contro ignoti, quando a livello europeo si calpestano la scienza e il parere scientifico di enti, organi, professionisti del settore, per favorire lobby e interessi di allevatori e cacciatori?

UN CENTRO COMMERCIALE AL POSTO DI UN NIDO
Ed ecco che passiamo alla terza notizia, risalente al 2 febbraio: a Pinerolo (TO) per costruire un centro commerciale è stato distrutto il nido di Raul e Pina, due cicogne che da più di vent’anni nidificavano sopra la ciminiera di un vecchio setificio. La coppia era diventata simbolo di Pinerolo, tanto che sono state raccolte più di 50.000 firme per fermare la distruzione del nido. Gli stessi cittadini si sono mossi contro la creazione del centro commerciale per proteggere i due volatili e la coesistenza che nel tempo si era creata con loro, scandendo stagioni e ritmi naturali.
Eppure nei giorni scorsi una gru è arrivata e ha buttato giù ciminiera e nido, calpestando il volere dei cittadini e la bellezza della natura che sopravvive all’urbanizzazione. E io qui vedo due simboli in netto contrasto: la natura, la coppia, il nido, gli animali, la coesistenza che vengono distrutti da un centro commerciale, simbolo del consumismo, del cemento, del capitalismo, del materialismo. E questo è accaduto nonostante le decine di migliaia di firme di cittadini contrari.
Dov’è la giustizia quando si tratta di far valere la legge nei confronti degli animali?
LA LENTA MORTE DEL CAMMELLO DI UN CIRCO
E qui il filo rosso ci collega al quarto e ultimo triste avvenimento di questi giorni, che vede protagonista un povero cammello, che era riuscito a scappare dalle gabbie di un circo a Napoli. Già questo di per sé dimostra la scarsa sicurezza delle gabbie dei circhi, dove gli animali sono obbligati a vivere in spazi angusti dentro a camion, tra cemento e strade, in un rapporto insano con l’essere umano che lo usa per esibizioni e spettacoli. Quando il cammello è stato ricatturato e riportato in gabbia, quasi come in una favola dal finale triste, si è lasciato morire.
Anche in questo caso le cause sono incerte e sono in atto indagini. E rieccoci davanti all’ennesimo caso di sofferenza e dolore sotto al tendone. Tendone su cui gli italiani hanno ben espresso il loro disappunto. Secondo le ultime indagini oltre il 76% degli italiani è contrario all’uso degli animali nei circhi e quasi 4 italiani su 5 – il 79% – sono favorevoli a destinare i fondi pubblici attualmente devoluti ai circhi con animali solamente a favore di circhi che si riconvertiranno senza l’uso di animali.
Già, perché per chi non lo sapesse le nostre tasse vanno ancora nelle tasche dei circensi che sfruttano gli animali per i loro spettacoli, così come il suolo pubblico e le piazze comunali. Questo perché la legge che regolamenta gli spettacoli viaggianti è risalente al 1968, a quasi sessant’anni fa. Eppure una legge nuova che prevedeva il graduale superamento degli animali dai circhi era stata fatta e approvata pochi anni fa. Una legge a cui mancavano i decreti attuativi, che però il governo attuale non vuole approntare, andando a braccetto con le lobby circensi e ignorando il volere dell’80% dei cittadini.
IL FILO ROSSO DELL’ANTROPOCENTRISMO
Lo vedete il filo rosso ora? Quel filo rosso che collega bracconaggio impunito, distruzione della natura per la costruzione di un colosso del consumismo, incapacità di convivere con la fauna selvatica e lo sfruttamento animale che continua a essere sovvenzionato da soldi pubblici. Lo vedete? Si chiama “antropocentrismo”: l’essere umano è al centro con i suoi bisogni e i suoi interessi economici e politici e calpesta leggi, scienza, diritti dell’ambiente e volontà dei cittadini.
Ma la vedete la forbice che può spezzare questo filo rosso che strozza l’Italia? Eccola. È qui. Si chiama divulgazione. Si chiama sensibilizzazione. Si chiama pensiero critico. E voi, ognuno e ognuna di voi, lettrici e lettori, è parte di questa forbice, che grazie all’informazione consapevole e libera può scegliere di essere parte del cambiamento, di un’Italia che cambia e decide di strappare questo filo in nome del rispetto delle leggi, della scienza e dei diritti ambientali e umani.
Ascolta anche la rassegna stampa sulla situazione degli animali selvatici in Liguria e consulta la nostra guida al benessere animale.
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