La regione Liguria contro gli animali selvatici: la situazione e cosa possiamo fare – INMR Liguria #15
È stato approvato in Regione Liguria il nuovo Piano di controllo della nutria: si tratta di un documento con indicazioni specifiche per rendere applicative a livello regionale le decisioni prese a livello più ampio. Perchè questo piano regionale è figlio, conseguenza diretta di una visione e decisione ben più ampia.
Nel 2014 L’Unione Europea ha licenziato il regolamento 1143 per la gestione delle specie cosiddette invasive, che dispone degli azioni ben precise e specifiche nei confronti di una lista di specie ben definita di tutti gli Stati membri. E tra le specie contenute in questa lista è presente anche la nutria. Le azioni previste sono azioni di eradicazione, ovvero in parole povere vuol dire sostanzialmente far sparire dal territorio la presenza di questi animali.
Sono bastati pochi giorni di attesa per assistere alle reazioni di protesta di diverse associazioni, comitati di cittadini. Ma cosa prevede questo piano e perché le reazioni sono state così rumorose?
Prima di rispondere faccio un passo indietro e vi racconto cosa ho scoperto su questo animale da poco, che non conoscevo e forse, anche voi. Le nutrie sono originarie, pensate, del Sud America: come sono arrivate fino a qui? Eh sì, centriamo sempre noi, gli umani. Le abbiamo portate in Europa ed in particolare in Italia per creare allevamenti intensivi per poi vendere le loro pellicce, conosciute anche come pellicce di castorino.
Dopo anni e anni il mercato delle pellicce però cambia, i profitti iniziano a diminuire e così gli allevatori per sbarazzarsi delle nutrie li liberano, abbandonandoli. Questo spiega perché la concentrazione maggiore di questi animali è al nord Italia, dove appunto erano presenti questi allevamenti.
Si moltiplicano velocemente e in pochi anni, hanno trovano il loro habitat occupando diversi corsi d’acqua dolce, essendo animali semiacquatici. Ci sono stati negli anni diverse campagne di disinformazione nei loro confronti, tra cui sono state accusate di essere portatrici di malattie pericolose per l’uomo, accusa poi sfatata. L’unico pericolo rispetto alla salute è la leptospirosi, ossia una pericolosa infezione batterica che può interessare uomo e animali, ma è stato dimostrato come sia difficile contrarla dalla nutria. La trasmissione può avvenire infatti solo mangiandone le carni poco cotte oppure toccandone l’urina con una ferita.
Sono animali erbivori e uno degli elementi di cui vengono accusate sono le problematiche legate all’agricoltura, ovvero ai danni che provocano quando uscendo dai corsi d’acqua cercano cibo distruggendo i campi coltivati. Sappiamo che nel Sud America dove la specie è autoctona, gli agricoltori conoscono bene il comportamento di questo animale e così è prassi ad esempio lasciare un margine di terreno incolto, per lasciare cibo per la nutria e preservare per loro il resto. In Italia ciò non avviene.
Ma non solo: vengono accusate anche di ledere gli argini dei corsi d’acqua, additandole spesso come una delle principali cause del dissesto idrogeologico. Le nutrie, quindi secondo alcuni, farebbero crollare gli argini dei fiumi. Ovviamente anche questa accusa è infondata e la dimostrazione è proprio nei dati: il 94% del territorio italiano è interessato dal dissesto idrogeologico mentre le nutrie sono presenti solo in aree ridottissime dell’intera nazione.
Per capire meglio come poter cambiare rotta e trovare soluzioni alternative per convivere con le amiche nutrie, ho posto qualche domanda a Massimo Vitturi responsabile nazionale dell’area Animali Selvatici della LAV – Lega Anti Vivisezione, associazione di tutela ambientale riconosciuta, che si occupa di tutela degli animali e di riconoscimento dei loro diritti. Massimo ci spiega in questo contributo audio le reali motivazioni dietro a queste normative e ci aiuta a trovare possibili alternative, da esempi concreti di regioni che hanno adottato azioni alternative alla violenza.
Rimaniamo nell’ambito di animali selvatici, e con una pessima reputazione. Vi do un indizio: mangia bambine e nonne, che a loro volta possano essere salvate solo da cacciatori, che sono mossi da bontà e generosità.
Sì, esatto, parliamo del lupo e ne parliamo perché proprio in queste ultime settimane sono avvenuti nuovi avvistamenti che hanno scatenato paure e allarmismi. Questa volta a segnalare la loro presenza è la pineta di Arenzano che avvisa gli ospiti che le telecamere presenti nell’area hanno individuato un lupo che girava per il territorio e il caso non tarda ad arrivare sui giornali, a fare il giro sui social network e arriva persino in consiglio comunale, scatenando reazione diverse e controverse: dagli agricoltori che protestano al possibile rischio di vedere i loro animali allevati sbranati e i loro terreni coltivati devastati, ad associazioni ambientaliste che cercano di ridimensionare i possibili rischi e proteggere la nomea dei lupi.
Uno degli ultimi politici a tirar fuori la questione, proprio in consiglio comunale, è stato Valter Pilloni, della lista Vince Genova, quella dell’ormai ex sindaco Marco Bucci ora presidente della Regione, il quale ha dichiarato: «Le nostre alture sono abbondantemente popolate di lupi, sembra che sia la regione con più lupi in Italia. È un copione che abbiamo già visto, prima erano cinghiali, ora abbiamo a che fare con un mammifero molto più pericoloso».
Poi Pilloni ha chiesto se siano state programmate «azioni specifiche prima che questo diventi un problema di preoccupazione e sicurezza per tutti i cittadini». E poi, successivamente, in tv ha evocato persino l’idea di squadre di cacciatori, per poi però fare un passo indietro e precisare «non credo sia questa la soluzione».
La Regione Liguria ha deciso di finanziare un progetto “Impegni specifici di convivenza con i grandi carnivori” per sostenere l’attività zootecnica nelle aree montane e rurali stanziando più di 1 milione e 800 mila euro nel prossimo quinquennio per la prevenzione di predazioni occasionali degli animali allevati per reddito.
Li abbiamo nominati più volte e ora ne parliamo per una notizia che riguarda direttamente loro. Nella classifica degli animali selvatici bullizzati infatti non potevano mancare loro: i cinghiali.
Il tema della caccia, del loro inserimento da parte dell’uomo, dei danni arrecati all’agricoltura.. li vede sempre in prima linea. Ma questa volta a far parlare di loro sui giornali è una petizione delle associazioni ambientaliste per chiedere al sindaco di Savona Marco Russo di salvare la vita dei cinghiali che sono stati catturati in città. L’anno presentata domenica 12 gennaio 2025, il Partito Animalista Italiano (PAI) e l’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) ma nel breve aderiranno anche altre associazioni che difendono gli animali e l’ambiente.
Leggo dall’articolo di Liguria oggi che ne dà notizia: “Gli organizzatori chiedono al sindaco che venga istituita una nuova politica di gestione dei cinghiali catturati in città. La petizione ha come obiettivo quello di garantire che gli animali non vengano più uccisi, ma trasferiti in aree boschive appropriate che non siano utilizzate come zone di addestramento per cani da caccia (ZAC).
Negli ultimi anni, la presenza di cinghiali nel territorio urbano ha suscitato preoccupazioni e dibattiti. Tuttavia, riteniamo che la soluzione non debba mai includere pratiche violente e cruente, ma debba puntare a strategie di gestione ecologiche e sostenibili. I cinghiali, parte integrante del nostro ecosistema, meritano un trattamento rispettoso”.
Ma per far sì che questi animali selvatici rientrino nel nostro ecosistema sentito, percepito, potendo così poi trovare insieme soluzioni alle problematiche riscontrate nella convivenza con loro, è necessaria, anzi fondamentale alzare la consapevolezza pubblica e Massimo ci spiega quanto ciò sia possibile.
Le notizie del mese di gennaio di Liguria che Cambia
#Nutrie
LAV – La Liguria dichiara guerra alle nutrie: no alla strage!
Città della Spezia – Approvato piano per eliminazione nutrie in Liguria, popolazione più consistente nel bacino del Magra
Liguria Oggi – La Liguria dichiara guerra alle nutrie, obiettivo lo sterminio
Today – Nutrie: storia, falsi miti, pericoli e soluzioni
#Lupi
Levante News – Lupi: “Non sono pericolosi per l’uomo; gli allevatori hanno fondi per proteggere i loro animali”
Repubblica – La battaglia sul lupo in Liguria fra denunce e psicosi
Primo Canale – Allarme nella Pineta di Arenzano, avvistato un lupo
#Cinghiali
Liguria Oggi – Savona, petizione al sindaco per salvare i cinghiali catturati in città
#LiguriaCheCambia
Italia che Cambia – Mamma mia!, il podcast in cui una mamma si chiede perché diventare genitori
Italia che Cambia – Due Zaini e un Camallo: scoprire la Liguria attraverso escursioni, fumetti e… un silent book
Italia che Cambia – Un villaggio turistico al posto di un bosco? Il caso Vallestrieri
Massimo Vitturi – Responsabile nazionale LAV, Area Animali Selvatici dal 2015. Organizza e gestisce per conto dell’Associazione, le campagne istituzionali e di advocacy/lobby che riguardano gli ambiti di tutela degli animali selvatici e dell’ambiente anche redigendo proposte di Legge ed emendamenti che vengono poi presentati con il sostegno di parlamentari selezionati.
Tiene frequentemente conferenze sulla gestione della convivenza tra le attività umane e gli animali selvatici basata su metodi incruenti e non letali. A tale proposito collabora con veterinari e biologi, sia italiani sia stranieri, per affinare e sviluppare nuove metodologie di controllo faunistico che rispettino la vita degli animali.
Rappresenta la LAV nella coalizione europea Eurogroup for Animals con sede a Bruxelles, all’interno del gruppo “Wild Animals” in collaborazione con le altre maggiori associazioni europee, vengono sviluppate azioni coordinate per la tutela degli animali selvatici sul territorio dell’Unione Europea.
Partecipa a seminari e conferenze sui temi che riguardano gli animali selvatici, contribuendo ai lavori attraverso l’implementazione di un approccio fondato sui valori LAV di rispetto di ogni essere vivente. Tiene relazioni e seminari nei corsi di formazione per guardie zoofile ai sensi della Legge 189/2004. Redige ed illustra presso le competenti commissioni, parlamentari e consiliari, relazioni su proposte di leggi nazionali e regionali