15 Maggio 2025 | Tempo lettura: 5 minuti
Ispirazioni / Io faccio così

“Crescere in campagna”, una comunità educante per adulti e bambini

Al centro del progetto il rapporto armonioso tra persone e ambiente e un approccio pedagogico che premia i talenti e lascia i bambini libri di esprimerli.

Autore: Salvina Elisa Cutuli
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Poco prima della pandemia, alcune famiglie sparse nel territorio tra Lentini e Carlentini, in provincia di Siracusa, avvertivano l’esigenza di uno spazio all’aperto dove socializzare e far crescere i propri figli. Uno spazio che fosse un luogo di incontro e crescita anche per gli adulti. Da queste necessità è nata Crescere in campagna, un’associazione e una comunità educante che ha come obiettivi la conoscenza e la tutela della natura e dell’ecosistema nella sua forma selvatica e agricola, insieme allo sviluppo di modelli educativi fondati su un rapporto armonioso tra l’essere umano e il suo ambiente. 

Il cuore dell’associazione è l’azienda biologica Valenziani, che ha investito sin da subito, insieme a un piccolo gruppo di genitori, comprando una yurta e tutto quello che potesse servire per avviare il progetto. A poco a poco si sono aggregate sempre più famiglie, tanto da costituire un’associazione, e l’azienda agricola, che fa parte della rete InCampagna – un network virtuoso di vendita e di produzione di prodotti bio presenti nel territorio – è diventata anche una fattoria didattica.

Dal 2021 Crescere in campagna ha attivato un progetto educativo dai 0 ai 10 anni ispirato ai principi della pedagogia del bosco con un coordinatore didattico, Vincenzo Spadaro, che ha messo in piedi un team. Con le diverse attività, l’associazione cerca di apprendere e trasmettere l’importanza di esprimere e gestire le proprie emozioni e riconoscerle negli altri; esternare opinioni e bisogni in maniera adeguata e autonoma; avere rispetto verso sé e gli altri; avere cura della natura; cooperare e non competere; non aver paura di chiedere aiuto; riconoscere e gestire il rischio in maniera autonoma e consapevole; far fiorire e coltivare il senso critico attraverso momenti ludici, esperienze dirette, situazioni di apprendimento situato.

crescere in campagna

L’attività didattica si svolge all’interno dell’azienda agricola nelle varie aree a seconda della fascia d’età, il rifugio per i più grandi, la yurta per i piccoli, oltre a fare trekking sempre all’interno dell’azienda che si snoda tra ettari di bosco. Il metodo usato per i più piccoli è una pedagogia dolce e spontanea: attraverso il gioco libero e l’ascolto attivo si accolgono le emozioni e si riconoscono secondo la libertà e la promozione dell’individuo bambino. Un metodo basato sulla pedagogia della Selva che trae origine, a sua volta, dalla Wilderness Education nata negli Stati Uniti.

La pedagogia della Selva è una combinazione di pedagogia esperienziale, pedagogia del bosco, educazione ambientale, pedagogia dell’avventura ed ecologia profonda. Di recente è stato invitato anche Cristian Mancini, tra i maggiori studiosi in Italia della formazione in natura e promotore della pedagogia della Selva. Ad imparare insieme ai più piccoli sono anche i genitori che poi trasferiscono sul territorio attività ed esperienze virtuose.

«Siamo in contatto con il Comune e con altre associazioni per promuovere progetti che coinvolgano anche gli adulti. Partiranno a breve delle giornate di riqualificazioni di piazze e aree verdi di Lentini. Ci siamo fatti conoscere con il progetto Flower Power e si sta diffondendo l’idea di sviluppare qualcosa di affine anche altrove», racconta Vittoria Puglisi, una delle mamme dell’associazione. 

Crescere in campagna è un’associazione e una comunità educante che ha come obiettivi la conoscenza e la tutela della natura e dell’ambiente

Flower Power è un progetto della durata di un anno che ha coinvolto quattro donne del territorio, disoccupate, che hanno seguito un percorso di inserimento lavorativo in agricoltura. Un progetto che ha lo scopo di contrastare il circolo vizioso che troppo spesso rende l’accudimento di figli infanti causa di perdita di autonomia economica e psicologica da parte delle madri. L’idea del progetto è quella di valorizzare il contesto rurale, delle coltivazioni biologiche, come ambiente sociale – attraverso il quale – aiutare le donne a emanciparsi da questa condizione penalizzante.

Crescere in campagna, insieme all’associazione Antudo, ha organizzato anche apericena divulgativi con film sulla pedagogia della selva e delle iniziative come le domeniche in campagna per coinvolgere adulti e bambini a cui offrire attività ludico ricreative. Per i prossimi mesi estivi verrà attivato il gruppo estivo in area urbana con giornate settimanali in natura.

«Tante persone sembrano entusiaste dell’educazione in natura, ma l’approccio non è così immediato. C’è chi teme che i bambini possano mangiare l’erba o i fiori, c’è chi si sente vicino a queste metodologie ma dopo un anno è andato via. Sono diversi i motivi: noi chiediamo una partecipazione attiva dei genitori e non tutti hanno voglia e tempo da dedicare oppure il progetto può non essere sostenibile dal punto di vista economico», continua Vittoria.

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I genitori, tra le tante attività, gestiscono anche la merenda di bambini e bambine. Grazie a un costante lavoro di sensibilizzazione, i piccoli mangiano frutta e verdura di stagione, riconoscono anche alcune erbe spontanee e mangerecce. Le famiglie dell’associazione sono molto attente alle materie prime utilizzate, che vengono acquistate all’interno della Rete InCampagna o in contesti sostenibili.

Crescere in campagna è un’esperienza per genitori e figli e un modo per essere parte attiva al cambiamento. È stato così per Vittoria. «Faccio parte di questa famiglia da due anni. Mi occupo di neuropsicomotricità e per me è fondamentale essere un genitore consapevole e promuovere il rispetto dei bambini. Oltre all’esigenza di inserire i miei figli in un contesto che non fosse solo la nostra casa o la nostra famiglia, ho sentito il bisogno da genitore di inserirmi nella comunità. Non sono originaria di questi territori, far parte dell’associazione mi ha reso una cittadina attiva», conclude Vittoria.

Informazioni chiave

I benefici dell’educazione in natura

L’educazione outdoor consente di stabilire un legame con il mondo naturale che genera benefici in vari ambiti, da quello relazionale a quello della salute.

Anche gli adulti partecipano

Gli adulti sono parte attiva e integrante delle attività proposte dall’associazione. Il loro impegno può essere anche da esempio virtuoso per altre comunità.