Un cammino ispirato alla dieta mediterranea per scoprire la natura in modo sano e lento
Un tracciato di 143 chilometri attraversa il Cilento più autentico per esplorare i luoghi della dieta mediterranea. Seguiteci in questo viaggio virtuale lungo i suoi sentieri, camminando come una volta per riscoprire borghi, natura e antiche radici lontano dal turismo balneare.
Per contrastare lo spopolamento, ma soprattutto per offrire ai turisti una proposta fruibile tutto l’anno e alternativo al mare, nel Cilento è nato il Cammino delle Terre della Dieta Mediterranea. Un percorso di 143 chilometri articolato in nove tappe che si rifanno agli antichi toponimi e che collega i due parchi archeologici di Velia e Paestum, interessando 13 Comuni e le rispettive frazioni. Abbraccia costa e collina in un viaggio all’insegna di cultura, storia, natura e creatività gastronomica.
Seguendo le orme delle civiltà Greco-Romane, che decisero di stanziarsi in quest’area, il cammino unisce le antiche città di Poseidonia, attuale Paestum, ed Elea – Velia in epoca romana, oggi Ascea – offrendo ai viaggiatori un’esperienza unica che tocca varie dimensioni: l’antropologia del popolo cilentano, il pensiero filosofico – Parmenide, fondatore dell’ontologia, il cui pensiero ha avuto grande influenza sulla filosofia occidentale, visse a Elea –, la cultura enogastronomica, l’archeologia, il paesaggio, l’esperienza multisensoriale di viaggio del benessere e il concetto di lentezza. Il Cammino delle Terre della Dieta Mediterranea è la risposta all’esigenza di lasciare un segno duraturo per le generazioni a venire, è una storia d’amore per la propria terra, a cui si guarda con giudizio e mai con pregiudizio.

Un cammino che valorizza lo stile di vita mediterraneo
«Il progetto ha cominciato a prendere forma sei anni e mezzo fa», ci racconta Fernanda Quaglia, guida ambientale escursionistica AIGAE e ideatrice del cammino. Quando ha ripreso a camminare nei suoi luoghi di origine, le sembrava di rivivere l’infanzia trascorsa con i suoi nonni, con i quali faceva lunghe passeggiate per sentieri e vitigni. Di ritorno dopo varie esperienze oltreoceano, «dentro di me ho cominciato a sentire la necessità di creare qualcosa di concreto e durevole e mi interrogavo su quale fosse il modo più giusto per valorizzare questo territorio secondo la sua naturale predisposizione».
La principale caratteristica del Cilento è l’ampia varietà del paesaggio concentrata in una manciata di chilometri, dal punto di vista sia geologico che della biodiversità. Si passa dal mare alla montagna in un attimo e l’archeologia è una presenza costante. Così Fernanda, dopo aver attentamente fatto tesoro di come all’estero riescano a costruire validi prodotti turistici anche con poco materiale e risorse territoriali, ha provveduto a «rimettere insieme un libro pieno di parole sparse» nel suo Cilento.
La lunghezza del percorso, articolato in 9 tappe
I Comuni attraversati, che hanno firmato un accordo per la gestione dei sentieri
La quota del punto più elevato del percorso, adatto anche a principianti.
«Lo stile di vita mediterraneo che caratterizza questo territorio va preservato, perché rischia di essere fortemente contaminato e allontanato da quello che è il concetto base della sua identità», specifica la guida. «Dieta Mediterranea è l’espressione con cui un americano ha voluto definire il nostro modo di vivere, d’altra parte nessuno di noi poteva mai immaginare che avesse tanto valore per altri quello che per noi era quotidianità, tradizione, il normale modo di essere delle popolazioni che vivono sulle coste del Mediterraneo». L’idea iniziale non era quella di legare il cammino alla dieta, concetto spesso abusato quando non frainteso. Tuttavia, era proprio questa la scelta che si sarebbe rivelata più giusta.
Troppo spesso dimentichiamo che la dieta mediterranea è uno stile di vita. Oltre al cibo, è il movimento ad assumere un ruolo di primaria importanza. Un tempo i campi si raggiungevano a piedi dopo aver pranzato, oggi si usano solo mezzi a motore anche in campagna. La riscoperta di questi sentieri vuole riportare in auge l’importanza dell’esercizio fisico, l’associazione pasti-movimento. Per il territorio cilentano la dieta mediterranea deve continuare a essere un modello di sviluppo e il cammino è il modo più strategico per comunicarlo correttamente.

Percorribilità, sfide e accoglienza
Il percorso attuale è rappresentato da sentieri antichi e vecchie vie di comunicazione oggi poco frequentate o del tutto abbandonate. «Trovare i collegamenti stradali tra i territori è per me un’attività di forte stimolo professionale», specifica Fernanda. «Più difficoltoso è stato scegliere quali sentieri includere e quali tagliare fuori». Per evitare un grande dispendio di risorse, al momento assenti, sono stati selezionati i tratti che richiedono meno interventi di ripristino.
Nonostante le iniziali difficoltà, il cammino – che ha tutte le carte in regola per diventare un’opportunità in grado di creare posti di lavoro per chi decide di restare – comincia a essere compreso. La Regione Campania ha mostrato interesse nei confronti del progetto ed è stato firmato un accordo con i Comuni che dovranno prendersi l’impegno di provvedere alla manutenzione ordinaria dei sentieri.
Lungo il Cammino si trovano ancora pochi servizi e strutture – con quelle presenti sono state stipulate delle convenzioni –, ma questo può anche essere un vantaggio, rassicura Fernanda. Spesso i proprietari compensano queste mancanze con la gentilezza che contraddistingue i cilentani dal resto del mondo. E non c’è da stupirsi se – pur di rendere agevole il rientro dei turisti – si è disposti ad accompagnarli in macchina per oltre mezz’ora, fino alla stazione più prossima.
Il tracciato attraversa borghi storici, valli di ulivi, marine leggendarie e aree archeologiche poco battute nel cuore rurale e culturale del Cilento
«L’accoglienza cilentana è un notevole punto di forza», sottolinea orgogliosa la guida. «È ancora molto spontanea, ci affidiamo a quello che succede e la curiosità tipica del popolo meridionale non resta mai indifferente al passaggio di un camminatore. C’è ancora chi ti ferma e ti chiede chi sei dando importanza a quello che stai facendo, cosa che non accadrebbe mai in città».
Inoltre spesso le opportunità nascono da zero. E alla scarsità di strutture idonee all’accoglienza di un camminatore, Fernanda spera di sopperire in altro modo. Già dal luglio 2023, la Campania è tra le regioni che hanno legiferato sul garden sharing, la nuova frontiera dell’accoglienza sostenibile che consente ai privati di mettere a disposizione dei turisti itineranti, provvisti di allestimenti mobili per il pernottamento, i propri spazi verdi all’aperto. Una soluzione pensata non per aumentare i posti letto nelle località turistiche, ma per offrirne laddove ci sia una carenza di strutture ricettive tradizionali. «Non bisogna creare nulla di nuovo, ma solo rendere fruibile ciò che c’è già», ribadisce la guida.

Verso il futuro: ampliare il cammino e coltivare turismo lento
Da Ascea a Casalvelino, da Pollica a San Mauro Cilento, da Serramezzana a Montecorice, da Castellabate ad Agropoli, da Ogliastro Cilento passando per Cicerale a Giungano fino a Trentinara per finire a Capaccio-Paestum. Il tracciato attraversa borghi storici, valli di ulivi, marine leggendarie e aree archeologiche poco battute nel cuore rurale e culturale del Cilento. È un cammino adatto quasi a tutti: esistono dei tratti più pendenti che richiedono un maggiore impegno, considerata la morfologia del territorio. Per ben sette volte si approda sul mare per poi risalire verso i paesi e i borghi a monte.
Il punto più alto si trova a 540 metri di altezza. Ma la strada asfaltata costituisce una valida alternativa per coloro che non volessero procedere sui tratti più impegnativi. Non è adatto a essere percorso a luglio e ad agosto, sia per il caldo che per la presenza del turismo balneare. In questi mesi aumenta il traffico su strada e le possibilità di vivere i territori lentamente diminuiscono. «Questo Cammino nasce per essere un’alternativa al turismo balneare – ricorda Fernanda – per favorire la riscoperta di località ai margini, attraverso una forma di turismo che rispetta il territorio e chi lo abita, senza stravolgerne ritmi e spazi».
Ambizioso obiettivo futuro è un ampliamento – già presente e progettato su carta – per portare i viaggiatori ancor più verso l’interno, intrecciando l’attuale percorso con il vicino progetto pioniere del Cammino di San Nilo, così da creare una rete escursionistica continua. Il Cammino delle Terre della Dieta Mediterranea deve essere solo un concreto punto di partenza per consolidare, passo dopo passo, un modello di sviluppo turistico fondato sulla lentezza, sul rispetto dei luoghi e sulla capacità di rigenerare il tessuto sociale dei piccoli borghi cilentani. Solo attraverso consapevolezza e rispetto dell’identità e delle caratteristiche del territorio potrà esserci valorizzazione.










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