14 Novembre 2025 | Tempo lettura: 4 minuti

La Cúpula dos Povos manda un segnale forte alla COP30

Il più grande evento alternativo alla COP30 continua a mobilitare migliaia di persone. Migliaia di attivisti da tutto il mondo chiedono giustizia climatica, stop ai fossili e una transizione davvero equa.

Autore: Redazione
cupula dos povos

Di Margo Blaha – Agenzia di Stampa Giovanile

La Cúpula dos Povos è partita con un’energia travolgente e, a due giorni dall’inizio, il clima non accenna a calmarsi: dibattiti, performance, assemblee e mobilitazioni stanno animando ogni angolo del campus dell’Università Federale del Pará.

Si tratta di un’assemblea autonoma dei movimenti sociali, indigeni, contadini ed ecologici che si tiene contemporaneamente alla COP30 a Belém, in Brasile. È progettata per dare voce alle comunità che vivono in prima linea la crisi climatica e ambientale, che denunciano il modello estrattivo e propongono alternative dal basso.

Il momento simbolo di questa edizione rimane la Barqueata, la spettacolare manifestazione fluviale che ha inaugurato l’evento e che continua a rimbalzare sui social. Oltre 200 imbarcazioni e più di 5.000 persone da oltre 60 paesi hanno trasformato il Rio Guamá in un fiume di colori, tamburi e slogan che chiedevano lo stop al petrolio in Amazzonia, giustizia climatica e transizione energetica equa.

una manifestaizone della Cúpula dos Povos
Il Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra (MST), uno dei più importanti movimenti sociali del Brasile, sfila durante la Cúpula dos Povos a Belém.

Un laboratorio politico all’università

Il campus dell’università in questi giorni è diventato il vero cuore pulsante – logistico, simbolico e creativo – dell’evento. Qui, tra aule occupate, tende informative e banchetti autogestiti, si sono riversati circa 15 mila attivisti: movimenti sociali, organizzazioni indigene, reti ambientaliste, collettivi studenteschi e sindacati.

Il campus si è trasformato non solo in un grande laboratorio politico a cielo aperto ma anche in un ricco palcoscenico culturale. L’apertura della Cúpula dos Povos, ad esempio, è stata segnata da una performance potente – e già virale sui social – da parte di un gruppo di artivismo femminista, popolare e antirazzista: il “Funeral dos Combustíveis Fósseis”. La messa in scena, artistica, politica e rituale allo stesso tempo, è stata guidata dalla professoressa Inês Antônia Santos Ribeiro, docente di Teatro e Danza all’UFPA e coordinatrice del programma di estensione Alto do Círio.

Cupula dos povos
Un’immagine del “Funeral dos Combustíveis Fósseis”, la suggestiva coerografia messa in scena alla Cúpula dos Povos.

In una coreografia collettiva, centinaia di persone hanno dato vita a un enorme corpo-serpente, evocando la Boiuna, il “cobra grande” della mitologia amazzonica. Secondo la tradizione, la Boiuna vive nelle profondità di Belém e custodisce le forze della natura. «La nostra intenzione – spiega Ribeiro – è che la Boiuna seppellisca simbolicamente i combustibili fossili. È lei che sostiene questa terra: li inghiottirà per riportare equilibrio e forza».

Un nuovo paradigma di giustizia socioambientale

La Cúpula dos Povos, che proseguirà fino al 16 novembre, nasce da un processo di preparazione durato 2 anni e che coinvolge più di 1.100 movimenti e organizzazioni sociali nazionali e internazionali. Innovativa per la sua struttura orizzontale e indipendente, si distingue dalle precedenti mobilitazioni legate alle COP per la capacità di mettere in dialogo mondi che raramente si incontrano: movimenti sociali, popoli indigeni, sindacati, artisti e ricercatori.

L’uso dell’arte, della spiritualità e dei saperi tradizionali come strumenti politici amplia il concetto stesso di azione climatica, restituendo centralità alle comunità più colpite dai cambiamenti ambientali. Un approccio di questa portata, che unisce mobilitazione popolare, conoscenza accademica e cultura locale, non si era mai visto in modo così strutturato nelle precedenti COP.

agenzia stampa giovanile cupula dos povos
Il team di Stampa Giovanile Italia: da destra il fondatore Paulo Lima, Allegra Zaia, Annika Zamboni, Eleonora Zomer, Margo Blaha (autrice dell’articolo) e Marzio Fait. Manca Sara Segantin che non è nella foto.

Membro del coordinamento politico della Cúpula e del Movimento dei Lavoratori e delle Lavoratrici Rurali Senza Terra, Ayala Ferreira, dice che la Cúpula «è il risultato della consapevolezza che era necessario costruire una delle più grandi mobilitazioni della classe lavoratrice del nostro Paese, coinvolgendo la classe lavoratrice di tutto il mondo». Per questo, racconta Ayala, sono stati mobilitati non solo movimenti popolari, urbani e rurali, ma sono stati anche avviati dialoghi con il potere pubblico, i partiti e le istituzioni educative.

Verso la Lettera dei Popoli e la Marcia Globale

Nei giorni successivi, il programma della Cúpula Cúpula dos Povos prevede la redazione della Lettera Politica dei Popoli, che sarà consegnata al presidente della COP30, André Corrêa do Lago, una Marcia Globale per la Giustizia Climatica del 15 novembre e, infine, il “Banquete para Todos”, un grande atto collettivo per il diritto a un’alimentazione sana e libera da pesticidi.

Con la sua forza simbolica e collettiva, la Cúpula dos Povos ci manda un messaggio chiaro: il futuro del pianeta non dipende solo dalle decisioni dei vertici ufficiali, ma soprattutto dalla sinergia con i popoli che ogni giorno lo difendono.

Questo articolo è realizzato grazie ad Agenzia di Stampa Giovanile, progetto editoriale di Viração & Jangada, che da più di dieci anni porta un gruppo di giovani trentini e trentine alla COP.