11 Dicembre 2025 | Tempo lettura: 6 minuti

Hai mai pensato di fare il tuo prossimo viaggio a piedi o in bicicletta?

Decidere di fare un viaggio lento non vuol dire solo una vacanza rilassante ed ecologica. Dietro questa scelta c’è una rivoluzione del concetto del viaggiare e del vivere i territori.

Autore: Francesco Bevilacqua
viaggio a piedi

Una vacanza può essere un atto politico? Sì, ma non immaginatevi cortei con megafoni e striscioni lungo sentieri montani o rumorosi sit-in sotto l’ombrellone. La scelta politica è quella di chi declina le insistenti offerte dei circuiti turistici di massa – che spesso, fra l’altro, sono poco arricchenti e offrono esperienze artificiali – e decide di trascorrere le proprie vacanze, lunghe o brevi che siano, attraversando i territori in modo lento e consapevole. Un viaggio a piedi o in bicicletta infatti ribalta la prospettiva dell’esperienza di scoperta.

Un po’ di numeri

191.465. Questo è il numero delle persone che nel 2024 hanno compiuto un viaggio a piedi in Italia, un aumento del 29% rispetto all’anno precedente, che aveva già visto una crescita del 24,4%. Sono alcuni dei numeri che emergono dall’ottava edizione del dossier “Italia, Paese di Cammini” realizzato da Terre di Mezzo editore. Numeri che vanno probabilmente approssimati per difetto, visto che riguardano la fruizione dei circa 160 cammini italiani e non prendono in considerazione le camminate – qui vi spieghiamo qual è la differenza fra camminare e fare un cammino.

Per quanto riguarda il cicloturismo, l’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio parla di oltre 56 milioni di presenze nel 2023, il 6,7% delle presenze complessive registrate in Italia. Dati confermati anche da Pinar Pinzuti, organizzatrice della Fiera del Cicloturismo, che riferisce di un contesto «sorprendente e incoraggiante sia per noi sia per le destinazioni che non erano ancora sicure di voler potenziare questo nuovo settore, capace di offrire servizi diversi a seconda del target: famiglie, seniors, giovani avventurosi».

Hai mai pensato di fare il tuo prossimo viaggio a piedi o in bicicletta?

Perché scegliere un viaggio a piedi o in bici?

Secondo l’Agenzia Nazionale del Turismo, questo comparto vale il 10,8% del PIL italiano. Una percentuale enorme che va presa con le pinze. Se infatti le potenzialità sono infinite, esse si portano dietro rischi concreti: il turismo – soprattutto quello di massa – ha spesso un impatto devastante sui territori, specialmente quelli più fragili come, ad esempio, quelli montani. Non parla solo dell’impatto ambientale, ma anche di quello sociale.

Uno dei casi più emblematici di overtourism è quello della cosiddetta “invasione di Roccaraso” dello scorso anno, ma anche luoghi insospettabili come il Cammino di Santiago ormai sono saturi di turisti che stanno snaturando queste destinazioni. Le conseguenze? Sporcizia ovunque, traffico anche sulle mulattiere di montagna, aumento dei prezzi che va a colpire anche i residenti, ma anche un’esperienza turistica non autentica, poco appagante e superficiale.

Ecco dunque che emerge con chiarezza una prima motivazione per la scelta di compiere un viaggio a piedi o in bici. Camminare o pedalare mi consente di diventare un «turista lento, che vuole immergersi nella natura, vivere un’esperienza culturale, incontrare persone, scoprire un territorio», ci ha spiegato la guida ambientale escursionistica Sara Zanni. Questo vuol dire arrivare in un luogo con l’intenzione di attraversarlo gentilmente, in punta di piedi, di entrare in una bottega e, piuttosto che mettersi a contrattare con l’idea strappare un prezzo conveniente per qualche prendipolvere che diventerà un “trofeo di viaggio” da esibire, chiedere al negoziante di raccontarci la sua storia, quella della sua attività, quella degli oggetti in vendita.

Hai mai pensato di fare il tuo prossimo viaggio a piedi o in bicicletta?

In questo modo è possibile generare comunque economia, ma un’economia sana, misurata, che portare ricchezza reale al territorio – e non ad agenzie, portali o tour operator con sedi all’estero per i quali l’Italia e le sue mete sono solo strumenti per creare guadagni. E questo si può fare raggiungendo fisicamente le nostre mete «in modo lento, che consente anche una connessione e una comprensione diversa del paesaggio. Un conto è giungere in un’azienda biologica in auto, un’altra cosa è attraversare la campagna in bici o a piedi, arrivando dopo aver già calpestato e annusato il suo terreno. È un altro livello di connessione e coinvolgimento: il viaggio a piedi è l’unica modalità che coinvolge tutti e cinque i sensi».

A parlare è Alberto Conte, imprenditore nonché appassionato divulgatore di cammini e turismo lento. Alberto è fra i fondatori del network Movimento Lento, con cui Italia Che Cambia collabora per promuovere e supportare il turismo lento e i progetti che possono avvicinare le persone a un nuovo modo di viaggiare più consapevole, responsabile e rispettoso dei luoghi e delle persone. «Il nostro obiettivo è avvicinare al viaggio lento un nuovo pubblico e convincerlo a fare “il primo passo” o la prima pedalata», aggiunge Alberto parlando dell’iniziativa SlowMap, una piattaforma studiata per viaggia in modo lento ed ecologico.

Il viaggio a piedi o in bici consente di arrivare in un luogo con l’intenzione di attraversarlo gentilmente, in punta di piedi

Un modello che va messo a sistema

Da questo veloce scorcio possiamo intuire come il viaggio a piedi o in bicicletta non sia un’opzione alternativa, pionieristica e sperimentale. Si tratta invece di un comparto in grande crescita, all’interno del quale operano realtà imprenditoriali e associative con grandi professionalità, in grado di offrire servizi completi ed efficienti che competono con quelli proposti dai circuiti turistici convenzionali e massificati. Ma con un approccio radicalmente diverso, che parte dall’«adottare politiche di ascolto della popolazione, per raccogliere informazioni sulle criticità, nonché ascoltare idee e proposte», spiega Maurizio Davolio, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile.

«Molta gente ha voglia e bisogno di muoversi, si è riscoperto che camminare fa bene, anche solo per una questione di salute questo genere di attività, come anche il ciclismo, sta prendendo piede», spiega ancora Sara Zanni. «È anche un riappropriarsi del proprio corpo. Io lo vedo come un elemento di speranza il fatto che gli esseri umani si stiano ricordando di avere delle gambe e dei piedi. In un contesto urbano esplorare modelli diversi di mobilità rispetto al sedersi in macchina è una prospettiva che si dovrebbe esplorare di più. Camminando non passi sopra, passi dentro. E ti riappropri degli spazi».

Vuoi approfondire?

Se desideri anche tu provare o regalare l’esperienza del cammino, é possibile acquistare la Slow Card con il 10% di sconto grazie al codice ITALIASLOW. Questa iniziativa fa parte della collaborazione fra Movimento Lento e Italia Che Cambia per supportare il turismo lento e i progetti che possono avvicinare le persone a un nuovo modo di viaggiare più consapevole, responsabile e rispettoso dei luoghi e delle persone.