A Betlemme si trova una cantina ultracentenaria gestita da una ONG italiana che insieme alla produzione vinicola si occupa di progetti di formazione, educazione e tutela dei diritti umani nei martoriati territori palestinesi.
Una rosa, è una rosa, è una rosa. Un verso di Gertrude Stein che per molti è solo la banale constatazione di quello che è un elemento che può solo essere quello in quanto tale. Le cose sono quello che sono, ma anche il più semplice nome può dare luogo ad una serie di associazioni di immagini e di emozioni. Così è per la guerra, le guerre, una guerra tra tante, la madre di tutte le guerre, siamo in guerra, guerrieri di pace, guerra, guerra, guerra. Come ripetiamo una parola questa perde di senso e così avviene con quanto sta avvenendo in Ucraina e decine di altri luoghi del mondo. Ma cosa sta avvenendo veramente? E come possiamo evitare che la rosa sia solo una rosa?
A Betlemme si trova una cantina ultracentenaria gestita da una ONG italiana che insieme alla produzione vinicola si occupa di progetti di formazione, educazione e tutela dei diritti umani nei martoriati territori palestinesi.
A Gaza un chiosco di libri diventa simbolo di resistenza tra le macerie, mentre in Sardegna si normalizza la guerra: due immagini che ci interrogano sulle scelte possibili.
Uri Noy Meir è un ex soldato israeliano di stanza a Gaza, oggi artista e attivista. Il suo percorso di pacificazione interiore indica forse una strada percorribile a livello collettivo. Traduciamo e pubblichiamo le sue riflessioni.
Il Medio Oriente sta diventando cruciale per i rapporti commerciali fra USA e Cina e i conflitti di Israele svelano un nuovo tentativo di affermazione del potere politico statunitense nell’area. È questa la lettura dello studioso Adam Hanieh, autore di “Crude capitalism”.
Abbiamo intervistato alcuni giovani iraniani residenti in Italia per raccogliere le loro idee ed emozioni sul conflitto da poco terminato, ma che lascia dietro di sé strascichi e situazioni irrisolte.
La guerra in Ucraina ha “compiuto” due mesi. Non smettiamo però di interrogarci sul senso di tutto ciò che sta accadendo a poche centinaia di chilometri dai nostri confini. Quali sono le conseguenza di questo conflitto? In che modo potrebbe cambiare le nostre vite? Quali saranno i suoi effetti sugli equilibri globali e quali ambiti andrà a intaccare?
Vi proponiamo un’analisi per capire meglio la guerra in Ucraina: il contesto in cui è scoppiata, le ragioni e soprattutto le possibili soluzioni attuabili da ciascuno di noi. Lo facciamo attraverso una serie di riflessioni e collegamenti ad approfondimenti che, sin dall’inizio delle ostilità, abbiamo proposto per dare una lettura informata e consapevole di ciò che sta accadendo.
La narrazione che riguarda i conflitti armati è spesso superficiale ed emotiva: a un eccesso di informazione su alcune guerre fa da contraltare il silenzio assoluto su tante altre. Proviamo dunque a saperne di più su cosa sta succedendo nel mondo, quali e quanti tipi di conflitti esistono, quali le cause e, soprattutto, quali le possibili soluzioni.
Spesso si sceglie una banca affidandosi al passaparola, al costo di aprire un conto, alle promozioni, alla casualità. Questa, in realtà, è un’azione importante e dal forte impatto. Alcuni istituti di credito sono legati al business delle armi: “banche armate”, quindi, che alimentano un mercato disumano e devastante. Mai come oggi è importante esserne consapevoli.
La guerra è sempre un errore, a prescindere da chi l’abbia causata e a che latitudine si stia combattendo. Questa ferma convinzione dovrebbe far leva sulle coscienze collettive e dimostrare che un’altra soluzione all’abominio della guerra è possibile. Schierarsi, in questi casi, non serve a nulla, se non ad alimentare odio e intolleranza. Se ne è parlato mercoledì sera nel corso del webinar organizzato da PeaceLink, dal titolo “Voci del movimento internazionale contro la guerra”.
L’arroganza ha impedito passi intelligenti e forse risolutori prima che il conflitto degenerasse, ma anche – soprattutto – adesso che si è iniziato a sparare è necessario riaprire il dialogo e tentare iniziative politiche e diplomatiche per riportare la pace in Ucraina e fermare la crisi umanitaria. Il fondatore di Intersos Nino Sergi suggerisce tre ipotesi che si rifanno a questo approccio. Vediamo quali.
Fra le cause della tragica situazione odierna in Ucraina c’è anche un’escalation bipartisan delle spese militari negli ultimi anni. Come sostiene Francesco Vignarca della Rete Italiana Pace e Disarmo, è dunque impensabile proporre una soluzione al conflitto che passi per un’ulteriore militarizzazione.
La redazione di Italia che Cambia segnala una serie di letture, film, documentari e profili da seguire per comprendere meglio quello che sta accadendo in Ucraina, e non solo.