Il bando della regione Lazio per creare nuove comunità energetiche ha avuto solo poche adesioni, ma c’è un motivo (anzi due)
Il bando della regione Lazio a sostegno delle CER ha raccolto solo due adesioni. I requisiti economici e la mancanza di aree disponibili sarebbero le cause.

A gennaio 2025 la Regione Lazio ha pubblicato un bando a Sostegno agli investimenti delle Comunità Energetiche Rinnovabili, una misura per sostenere la realizzazione e il potenziamento di impianti per la produzione di energia elettrica condivisa da fonte rinnovabile a servizio delle Comunità energetiche rinnovabili (CER). Il bando non ha registrato la partecipazione sperata nonostante il forte interesse. A fronte di uno stanziamento complessivo di 14 milioni di euro solo due progetti sono stati presentati tramite la piattaforma GeCoWEB Plus dal 20 gennaio al 20 maggio 2025.
I limiti sono stati principalmente due: il limite di spesa di 200mila euro e la difficoltà per molte realtà locali a reperire aree idonee alla realizzazione degli impianti. Ad esempio, nel comune di Roma l’approvazione del regolamento comunale per l’assegnazione dei tetti degli edifici pubblici è avvenuta a ridosso della pubblicazione del bando, il 12 dicembre 2024, molte CERS non avevano ancora ottenuto il via libera all’assegnazione delle aree.
Il Coordinamento CERS Roma e Lazio – costituito da diciassette associazioni già iscritte come enti del Terzo Settore come previsto dalla normativa, in prima fila nel percorso avviato con il Campidoglio per la stesura del regolamento che mette a disposizione i tetti degli immobili comunali – già a marzo aveva segnalato le criticità del bando.
L’amministrazione regionale, avendo incontrato il Coordinamento, era già al corrente dei limiti del bando che ne avrebbero penalizzato l’efficacia, eppure ha deciso di non ritirarlo. Di recente, l’assessora regionale al Turismo, Ambiente e Cambiamenti Climatici, Elena Palazzo, in risposta all’interrogazione presentata dalla consigliera regionale Marta Bonafoni, ha dichiarato che “la commissione sta analizzando con attenzione ogni proposta, al fine di individuare soluzioni che rispondano meglio alle necessità e alle specificità delle CER”.
È stata di sicuro un’occasione persa, adesso bisognerà aspettare il prossimo avviso pubblico per le tante realtà locali. Le CER continuano a essere una delle soluzioni più innovative e promettenti per la transizione energetica, poiché promuovono la produzione, la condivisione e il consumo di energia da fonti rinnovabili a livello locale, portando benefici ambientali, economici e sociali a cittadini, imprese e amministrazioni.
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