Sentenza storica, il congedo parentale spetta anche alla madre intenzionale in una coppia di due donne
La Corte Costituzionale riconosce alle madri intenzionali in una coppia di donne il congedo parentale. Per la prima volta in Italia la tutela si estende anche ai genitori non biologici.

La Corte costituzionale, con la sentenza numero 115, ha dichiarato incostituzionale l’articolo 27-bis del decreto legislativo numero 151 del 2001 nella parte in cui consente soltanto al padre di usufruire del congedo di paternità obbligatorio. I dieci giorni di astensione dal lavoro retribuiti al 100% saranno, da ora in poi, riconosciuti anche alla madre intenzionale in una coppia di due donne che abbia procreato attraverso procreazione medicalmente assistita (Pma). Per la prima volta, quindi, in Italia si estende questa tutela anche a chi non è un genitore biologico.
Ci si appella alla titolarità giuridica assunta dalle due madri che condividono il progetto di genitorialità e quindi le responsabilità e le cure necessarie per la crescita fisica, psicologica ed educativa del minore, responsabilità che non dipende dall’orientamento sessuale (sentenza n. 33 del 2021).
Nelle coppie di due donne che concepiscono attraverso Pma, una delle due partner – quella che non partorisce – non è madre biologica del figlio/figlia e quindi per la legge italiana, finora, non aveva diritto ad alcun congedo genitoriale dal lavoro. Questa sentenza cambia tutto.
La Corte riconosce, inoltre, che la differenziazione dei compiti delle due figure, madre e padre, può trovare una corrispondenza anche nelle coppie omogenitoriali femminili, distinguendo la madre biologica, che ha partorito, e la madre intenzionale che è una figura equiparabile a quella paterna perché condivide l’impegno e la cura necessari per lo sviluppo del nuovo nato. Quindi se due persone dello stesso sesso assumono il ruolo di genitori, condividendo doveri e responsabilità verso un minore, hanno diritto alla stessa dignità e tutela delle coppie eterosessuali.
D’ora in poi Inps e datori di lavoro non potranno più rifiutare il congedo parentale a nessuna delle madri lesbiche. La questione era stata sollevata dalla Corte d’appello di Brescia a seguito di un ricorso promosso nel maggio 2023 dall’associazione Rete Lenford – Avvocatura per i diritti Lgbti+, appoggiato anche dalla Cgil Nazionale. Il Tribunale di Bergamo, con una sentenza del 25 gennaio 2024, aveva dato ragione a Rete Lenford e condannato l’Inps che,a sua volta, aveva fatto ricorso. Oggi la Corte costituzionale conferma la prima sentenza.
Adesso l’Inps dovrà modificare il sistema informatico usato per inviare le domande per ottenere i congedi genitoriali; fino a questo momento le coppie di madri, sebbene riconosciute in Italia, non potevano accedere al modulo vedendosi precluso l’accesso a diritti sostanziali. La sentenza potrebbe aprire la strada all’ affermazione dello stesso diritto anche per le coppie composte da due uomini che abbiano assunto lo status di genitori nell’ambito della step child adoption.
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