Il DDL Caccia non sarà più approvato in tempi rapidi e senza un confronto in Parlamento
Grazie alla richiesta presentata dal M5S il ddl Caccia seguirà il consueto iter parlamentare senza approvazioni in tempi rapidi.

A seguito della richiesta presentata dal M5S il ddl Caccia non sarà più approvato in tempi rapidi e senza seguire l’iter parlamentare consueto. Il ddl Caccia, infatti, rischiava di essere approvato in sede redigente, quindi senza alcun confronto parlamentare, limitandolo alle sole commissioni cui è stato assegnato. Una modalità che velocizza l’approvazione e consente, senza troppi intoppi, che il testo venga approvato così com’è stato depositato e senza modifiche importanti.
Le senatrici Gabriella Di Girolamo e Sabrina Licheri, capogruppo del Movimento 5 Stelle nelle commissioni Ambiente e Attività Produttive, hanno fatto richiesta di passaggio dalla sede redigente a quella referente. Detto in parole più semplici, le opposizioni potranno presentare i propri emendamenti, che saranno discussi e votati, e potranno votare i singoli articoli e il provvedimento nell’insieme. Una modalità che richiede molto più tempo soprattutto se si tratta di un testo controverso come sembra essere il ddl Caccia.
Il testo voluto dal ministro Lollobrigida strizzerebbe l’occhio alle lobby della caccia e non solo. Tra le tante cose, ridurrebbe le aree protette a favore di quelle in cui sarà possibile cacciare, riaprirebbe i roccoli per liberalizzare i richiami vivi favorendo il bracconaggio e il traffico illecito di avifauna. Darebbe spazio alla caccia senza regole nelle aziende faunistico-venatorie con il riconoscimento della licenza ai cittadini di Paesi esteri.
«Un ddl che addirittura arriva all’assurdo di attribuire alla caccia un ruolo nella conservazione della biodiversità. Non consentiremo alcuna forzatura. Ogni tentativo di modifica peggiorativa o di indebolimento normativo della legge 157, soprattutto se ispirato da interessi di parte o da una visione distorta della gestione faunistica, rischia di aprire pericolose falle nella tutela della biodiversità», hanno scritto le senatrici Di Girolamo e Licheri.
Il ddl Caccia vorrebbe riformare la legge 157/92 e approvato in questa forma “segnerebbe una delle peggiori regressioni ambientali degli ultimi decenni, con gravi rischi di incostituzionalità e possibili procedure di infrazione da parte dell’Unione europea”, ha commentato Alberto Marzocchi sul Fatto Quotidiano. La fauna selvatica non sarebbe più vista come un patrimonio della collettività da preservare, ma come proprietà di chi pratica un’attività ludica, ovvero la caccia, che viene definita come “attività sportivo-motoria con importanti ricadute” sociali, culturali ed economiche che “concorre alla tutela della biodiversità e dell’ecosistema”.
Vuoi approfondire?
Scopri la nostra guida al benessere animale.
Commenta l'articolo
Per commentare gli articoli registrati a Italia che Cambia oppure accedi
RegistratiSei già registrato?
Accedi