Giornata Mondiale dell’Ambiente 2025: plastica, giustizia climatica e diritto alla natura
Oggi, 5 giugno, si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita dalle Nazioni Unite nel 1972 per accendere i riflettori sulle grandi crisi ecologiche del nostro tempo.

Oggi, 5 giugno, si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita dalle Nazioni Unite nel 1972 per accendere i riflettori sulle grandi crisi ecologiche del nostro tempo. Il tema centrale dell’edizione 2025 è l’inquinamento da plastica, considerato dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) e dal WWF una delle principali minacce ambientali e sanitarie. Secondo l’ultimo rapporto WWF, oltre 430 milioni di tonnellate di plastica vengono immesse ogni anno sul mercato globale e solo una piccola parte viene riciclata. La quota restante finisce negli oceani, nei corpi degli animali e sempre più spesso anche in quelli umani, sotto forma di microplastiche.
La Giornata Mondiale dell’Ambiente è anche occasione per rilanciare campagne di sensibilizzazione, concorsi e richiami alla responsabilità politica e collettiva. L’UNICEF Italia ha lanciato un concorso fotografico per bambine e bambini dal titolo “Uno scatto per il clima”, chiedendo loro di raccontare con immagini il loro sguardo sull’ambiente. Save the Children ha pubblicato una riflessione sui rischi climatici per i più piccoli, sottolineando l’urgenza di politiche capaci di contenere l’innalzamento della temperatura media globale. Nel frattempo, il Sole 24 Ore ha documentato le attività di ricerca e innovazione portate avanti da enti e imprese per ridurre l’impatto ambientale delle filiere produttive, e diverse testate locali hanno rilanciato iniziative diffuse sul territorio.
A ricordare che la giustizia ambientale non può prescindere dall’inclusione inoltre, è stato l’Osservatorio Malattie Rare, che in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente ha posto l’accento sul diritto delle persone con disabilità a godere della natura e degli spazi verdi. Il tema dell’accessibilità ambientale resta infatti largamente sottovalutato anche in contesti come parchi, spiagge o aree protette, dove l’inclusione dovrebbe essere garantita come prerequisito.
Il 2025 è un anno cruciale anche sul piano diplomatico: a ottobre riprenderanno i negoziati internazionali per un trattato globale vincolante contro l’inquinamento da plastica. Dopo anni di discussioni, i Paesi dovranno confrontarsi su obiettivi concreti per ridurre la produzione, migliorare la gestione dei rifiuti e limitare il ricorso al monouso. Una sfida che chiama in causa governi, industrie e cittadini, con al centro la domanda: chi deve davvero cambiare per primo?
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