UniCoop Firenze ha tolto i prodotti israeliani dagli scaffali
La decisione è arrivata dopo mesi di mobilitazioni e un’assemblea dei soci molto partecipata.

Nei punti vendita UniCoop Firenze non ci saranno più prodotti israeliani sugli scaffali. La conferma è arrivata dalla stessa presidente Daniela Mori durante l’assemblea dei soci dello scorso 30 maggio, accogliendo le istanze portate avanti da una delegazione del “Coordinamento interregionale Soci Coop per la Palestina” e del gruppo “Firenze per la Palestina”.
Una decisione che arriva pochi giorni prima della partenza della Global march to Gaza e dopo mesi di mobilitazione da parte degli attivisti, fatta di presìdi, lettere e raccolte firme. Proprio davanti all’hotel che ospitava l’assemblea, i movimenti avevano organizzato una manifestazione pacifica per ribadire la propria richiesta: togliere i prodotti israeliani dagli scaffali, in nome della solidarietà con la popolazione palestinese colpita dal conflitto in corso.
“La presidente ha detto chiaramente che non ci sono più prodotti israeliani in vendita, e che è importante dare dei segnali. Ne siamo soddisfatti”, si legge nella nota rilasciata al termine dell’assemblea.
La rimozione riguarda in particolare alcuni prodotti a marchio Coop, come le arachidi e una salsa tahina precedentemente prodotte in Israele. Secondo quanto riferito dagli attivisti, i nuovi fornitori saranno egiziani. “Quando facciamo la spesa, vogliamo sapere che i nostri soldi non finanziano guerre o genocidi”, ha spiegato Saverio Benedetti, del gruppo Sanitari per Gaza, presente al presidio.
Ma non è finita qui. I movimenti hanno anche avanzato una seconda proposta: destinare il 5% degli utili di bilancio Coop a progetti di assistenza sanitaria in Palestina e al sostegno delle famiglie profughe già arrivate in Toscana. Solo a Firenze, nelle ultime settimane, sono arrivate cinque famiglie palestinesi in condizioni di grave bisogno.
Il clima all’assemblea è stato sereno, e il dialogo con la dirigenza Coop — fanno sapere gli attivisti — aperto e rispettoso. “Il nostro intervento e quello della presidente sono stati applauditi. Sentiamo che qualcosa si sta muovendo”, hanno scritto nel comunicato congiunto.
Nel frattempo, la petizione su Change.org per chiedere la rimozione dei prodotti israeliani dai supermercati Coop ha superato le 15.000 firme. UniCoop Firenze, dal canto suo, ha ricordato anche le proprie iniziative solidali già avviate nei mesi scorsi: dalla campagna “Un aiuto per Gaza” in collaborazione con la Misericordia di Firenze e la Fondazione Il Cuore si scioglie, alla raccolta fondi per l’UNHCR e al sostegno agli artigiani di Betlemme. Solo con la raccolta alimentare sono state raccolte 23 tonnellate di aiuti, che purtroppo — denunciano — risultano ancora bloccate alla frontiera israeliana.
Una vicenda che intreccia scelte economiche, etica e geopolitica, e che testimonia come anche un gesto apparentemente semplice, come quello di fare la spesa, possa diventare un atto politico.
Vuoi approfondire?
Leggi il nostro speciale sulla Global march ti Gaza, la marcia della società civile per sbloccare gli aiuti e fermare il genocidio.
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